Il Tirreno

la decisione del giudice 

Botte all’agente in carcere: Casonato condannato

Mel. Car.
Botte all’agente in carcere: Casonato condannato

30 aprile 2021
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massa. Appena rientrato in carcere chiese di andare in infermeria. Aveva ancora le manette ai polsi. Non poteva aspettare un secondo di più. Quando l’agente di polizia penitenziaria lo liberò, lo spinse contro un cancello provocandogli delle lesioni.

Per questi fatti, accaduti nel novembre del 2018, ieri, Marco Casonato, 65 anni, ex docente universitario a Milano, condannato in secondo grado a 16 anni per aver ucciso, investendolo con la sua auto nel parco di Villa Massoni, la storica dimora di famiglia, il fratello Piero, medico di 59 anni, è stato condannato dal tribunale di Massa a quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il pubblico ministero ne aveva chiesti dieci.

Casonato, difeso dall’avvocato Riccardo Balatri, aveva scelto il rito abbreviato. Il difensore parla di sentenza ingiusta, che verrà impugnata alla corte di appello.

In quel periodo – questa la linea difensiva –, Casonato aveva udienze quotidiane e quello stesso giorno aveva avuto un malore con intervento del 118. Per questo, al rientro in carcere, avrebbe chiesto di essere visitato. Quel gesto, secondo il legale, non era stato volontario ma accidentale. L’agente di polizia penitenziaria riportò lesioni considerati guaribili in cinque giorni: una contusione a un gomito e dolore a un dito della mano. Nella sua relazione, l’agente riferì di aver concesso subito a Casonato di andare in infermeria e di essere stato spinto contro il cancello appena tolte le manette. L’agente è riuscito a fermarlo nel corridoio e a quel punto lo ha portato nell’ufficio del comandante del reparto. Casonato, che attualmente si trova in carcere, è stato quindi condannato a quattro mesi con la non menzione e concessioni generiche. Per l’omicidio del fratello, è invece in attesa della sentenza della Cassazione a cui ha fatto ricorso il legale dopo la condanna della corte d’assise d’appello di Genova che aveva ridotto la pena da 18 a 16 anni di reclusione. —

Mel. Car.

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