A lezione di storia di Avenza
L’esperto Pietro Di Pierro ha ripercorso le origini del comune
AVENZA. A scuola per imparare la storia di Avenza.
Nell’aula magna della scuola media “Leopardi” si è tenuta nei giorni scorsi una conferenza organizzata dall’ I.C. “Avenza-Gino Menconi”, diretto da Marta Castagna, sul tema il “Comune di Avenza”. Un folto pubblico ha seguito con interesse la relazione tenuta dall’esperto di storia locale Pietro Di Pierro, che ha da subito sottolineato lo spirito di autonomismo, che ha sempre contraddistinto gli avenzini. Egli afferma che è difficile stabilire da dove ciò tragga origine; molto probabilmente le cause sono economiche, in quanto agli abitanti di Avenza, unico centro sviluppatosi nella pianura della Lunigiana medioevale, per superare le difficoltà dovute ad un ambiente naturale ostile a causa delle epidemie di malaria, fu concesso dal Principe Alberico il privilegio dell’esenzione dal pagamento delle tasse. L’occasione per ottenere l’ indipendenza da Carrara-città si presentò durante il Risorgimento: nella primavera del 1848 durante la prima guerra d’indipendenza, mentre Massa e Carrara aderirono al Granducato di Toscana, Avenza con decreto del 18 marzo preferì unirsi al Ducato di Savoia. Tra alterne vicende ebbe avvio il “Governo provvisorio di Avenza”, che più che un comune autonomo aveva la struttura di un piccolo stato con propri tributi, finanze e amministrazione della giustizia, adottando quale “bandiera italiana d’Avenza” il tricolore caricato dello stemma sabaudo, così come appare sventolante sulla fortezza nel timbro posto sulle bolle del dazio conservate nell’Archivio di Stato di Massa. Dopo i plebisciti del 1859 di annessione al nuovo Regno sabaudo, nelle provincie modenesi si instaurò un governo provvisorio guidato da Luigi Farini, che con decreto del 4 dicembre 1859 riconobbe Avenza come comune autonomo. Si giunse al 28 luglio 1873 quando il re Vittorio Emanuele II non volle prendere in considerazione una supplica, inoltrata da alcuni avenzini, che chiedeva l’attuazione del decreto Farini, e rimandò la questione al prefetto, il quale respinse l’istanza, pur con qualche piccola concessione. Nei decenni successivi eventi più importanti polarizzarono l’attenzione degli abitanti di Avenza, che si contraddistinsero per il loro forte spirito antifascista, dovuto forse alla grande tradizione mazziniana ed in parte anarchica radicata nel territorio, che culminò poi con l’attentato a Mussolini compiuto da Gino Lucetti nel settembre del 1926. Questo episodio portò alla criminalizzazione generalizzata di tutta la popolazione di Avenza, al punto che i fascisti di Carrara scesero a distruggere i cartelli della stazione, che riportavano il nome “Avenza”, per sostituirli con quelli con la scritta “Carrara”. Un ultimo sussulto di autonomia si ebbe negli anni ’50-’60, quando venne proposta la creazione del “Comune di Marvenza”, proposta che ben presto fu ignorata. Di Pierro ha quindi concluso la conferenza che ha suscitato grandissimo interesse fra tutti i presenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA