Venditori come infermieri, chiesti 11 rinvii a giudizio
L’inchiesta sulle operazioni per mettere le protesi all’ortopedia di Massa: gli agenti di commercio andavano in sala operatoria al fianco dei medici
MASSA. La procura di Massa ha chiesto il rinvio a giudizio di 11 persone, sei “specialist” (gli agenti di commercio che promuovono la vendita delle protesi agli ospedali) e 5 medici. Il gup ha fissato l’udienza il 17 maggio. L’accusa è di esercizio abusivo della professione sanitaria (anche per i camici bianchi, visto che non hanno impedito agli specialist di fare gli infermieri) e di falso ideologico, solo per i dottori: il pm ha contestato loro di omettere sistematicamente di annotare sul registro operatorio la partecipazione degli agenti di commercio agli interventi chirurgici. Perché? «Per coprire l’illecita attività», secondo il pm.
Alla fine dell’indagine 6 specialist e 5 medici sono stati indagati. Sono gli agenti di commercio: Valter Giorgio Ghezzi, 49 anni, di Milano; Maurizio Lazzarotti, 58 anni, di Massa; Stefano Locciola, 51 anni, di Villafranca in Lunigiana; Pier Carlo Moscatelli, 54 anni, di Carrara; Federica Nascetti, 47 anni, di Chiavari; Andrea Puccinelli, 45 anni, di Pisa. I medici: Bernardo Pavolini, 58 anni, di Forte dei Marmi, Alberto Sancin, 49 anni, di Montignoso, Gian Filippo Ceravolo, 62 anni, di Massa, Rosario Passalacqua, 50 anni, di Massa ed Egisto Brocchini, 57 anni, di Massa.
L'indagine è partita nell'ottobre 2007, quando i veri infermieri hanno deciso di raccontare cosa avveniva nelle sale operatorie di ortopedia. Sono andati dai carabinieri e hanno cominciato a fornire elementi utili per l'indagine. Gli specialist svolgevano le mansioni che non gli competevano in sala operatoria, atti di attività sanitaria, secondo quella che i carabinieri definiscono «un'incresciosa situazione ormai consolidatasi nel tempo all'interno delle sale operatorie dell'ospedale».
Le operazioni irregolari sono 45, ma va anche detto che sono interventi chirurgici perfettamente riusciti. Non un errore, non una sbavatura. I pazienti hanno la loro protesi e non hanno mai lamentato un problema. I medici indagati non hanno mai negato che gli specialist dessero una mano. Anzi hanno ammesso che si rendevano «indispensabili».
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