Il Tirreno

Il caso

Revoca del finanziamento ad Area, il Tar: «Quei soldi che Area non verserà sarebbero andati al Ministero»


	Uno scorcio dell’area retroportuale gestita da Area Spa
Uno scorcio dell’area retroportuale gestita da Area Spa

28 novembre 2022
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MASSA-CARRARA. Il Consorzio Zona interviene sul caso della sentenza del Tar Toscana in relazione alla revoca parziale di un finanziamento concesso ad Area Spa sui Patti Territoriali (270mila euro, che però Area non dovrà versare). «In primis - si fa presente - anche ai fini di “sgomberare il campo” da qualsiasi fraintendimento, precisiamo che le risorse, oggetto della revoca parziale a suo tempo stabilita, non appartengono assolutamente al Consorzio Zia e non sono mai state chieste – in restituzione - dal Consorzio Zia ad Area Spa (quindi, non sarebbero mai state pagate da Area Spa al Consorzio Zia e, di converso, ai sensi della recente sentenza del Tar Toscana, non risulterà alcun supposto “mancato incasso” al Consorzio)».

E ancora: «Le risorse di cui stiamo trattando, sono infatti (e lo sono sempre state) solo ed esclusivamente in disponibilità del Ministero dello Sviluppo Economico, quali risorse pubbliche da erogarsi, all’interno dei Patti Territoriali, alle singole iniziative (imprenditoriali e pubbliche) incluse nei singoli Patti che, a suo tempo, sono stati dichiarati eleggibili al finanziamento Ministeriale, come nel caso del Patto di Massa-Carrara. Ed anche nel caso di Area Spa, a seguito della revoca parziale e per l’importo di euro 266.984,18 (oltre ad interessi), è stato, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico che ha richiesto, tramite la cartella esattoriale impugnata da Area, la restituzione di tali risorse e non il Consorzio. Occorre, inoltre, precisare, che ciò che il Tribunale Amministrativo fiorentino ha censurato, non è stato, nella sostanza e se non di conseguenza, il provvedimento del Consorzio Zia – emanato in data 15/06/2019 e che, per altro, solo a seguito del relativo parere di conformità Ministeriale, ha acquisito efficacia in data 27/06/2019 – ma il presupposto fattuale ed endo-procedimentale sulla base del quale è stato formato il suddetto provvedimento e, quindi, il verbale della Commissione Ministeriale, nominata con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 1211755 del 20 febbraio 2009, relativo all'accertamento del 10 giugno 2009; accertamento in cui la Commissione Ministeriale (e solo la medesima Commissione), a seguito di sopralluogo di collaudo del progetto di Area nel giugno 2009, ha stabilito (a proprio giudizio) che la vendita, effettuata da Area di “quattro carrelli elevatori” avvenuta nell’anno 2006, si sarebbe qualificata quale operazione non in regola con le norme ministeriali, questo perché, come ha scritto la stessa Commissione, gli stessi risultavano essere stati venduti “sei mesi e ventidue giorni prima della scadenza dell’impegno sul mantenimento dei beni previsto dalla normativa”, questo – sempre a giudizio della Commissione».

«Il Consorzio Zia quale soggetto Responsabile del Patto, non aveva (e non ha) alcuna competenza rispetto alle suddette attività di accertamento, verifica e controllo, attività che sono state oggetto della censura del Tar (tanto è vero che la recente sentenza dello stesso Tar recita sul punto “La decisione della suddetta commissione, che è alla base degli atti gravati, per come motivata, non appare reggere ad un vaglio di legittimità”) e neppure avrebbe potuto sindacare l’operato dei soggetti preposti rispetto a tali attività, potendo, esclusivamente, prendere atto di quanto realizzato dai suddetti soggetti. L’atto del Consorzio Zia del giugno 2019 non poteva, quindi, che “basarsi” sul verbale della Commissione Ministeriale dell’anno 2009. Infine, con riferimento alla tempistica complessiva del procedimento, che come indicato vede un lasso di tempo decisamente “lungo”, possiamo solo rammentare che, almeno nel caso del Consorzio Zia, non sono stati i Soggetti Responsabili dei Patti a “ritardare” la chiusura delle singole pratiche, ma si è, purtroppo, assistito, negli anni ad un “rallentamento” di tutta la procedura statale relativa ai Patti». 

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