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Lucchese, l’Australia è vicina: inizia l’era della famiglia Scali

Lucchese, l’Australia è vicina: inizia l’era della famiglia Scali

Il nuovo amministratore delegato sarà un giovane ex calciatore. Dimissionario anche il ds Deoma
nonostante due anni di contratto

03 luglio 2022
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Conto alla rovescia per l’operazione futuro. Bruno Russo e Alessandro Vichi hanno scelto di affidare la Lucchese nelle mani della famiglia Scali. Poco importa che si tratti del capostipite Rick, 89 anni, ben portati o dei figli Anthony o Ricky o di altri parenti e familiari. Ormai il dado è tratto e già da lunedì – adesso che la «due diligence» (la verifica dei dati del bilancio di una società) è stata ultimata con successo in uno studio professionale del centro Italia – i nuovi padroni del club che il 25 maggio ha compiuto 117 anni di vita potranno presentarsi al Porta Elisa o – se per impegni di lavoro o di altra natura non potranno farlo – inviare i loro emissari: professionisti (avvocati e commercialisti) e soprattutto l’amministratore delegato che avrà il compito, difficile e delicato, di scegliere il direttore generale o il direttore sportivo e l’allenatore.

Staff dimissionario Panta rei (tutto scorre). Sono passati 35 mesi e due giorni da quando quattro amici innamorati di calcio e della Lucchese con una corsa in auto verso la capitale giunsero in Figc e iscrissero in soprannumero la vecchia Pantera al campionato di serie D dopo l’ennesimo fallimento – il terzo nel giro di undici mesi – dell’As Lucchese Libertas 1905. Mario Santoro, Bruno Russo, Daniele Deoma e Alessandro Vichi – dopo aver battuto la concorrenza di altri proponenti (il gruppo Corda e quello Mariani) – ottennero dall’amministrazione comunale targata Alessandro Tambellini il via libera a ricostruire la squadra rappresentativa della città che ripartì dalla A della dilettanti. Un merito che – al di là di polemiche, dissapori, alti e bassi, fischi e applausi – andrà sempre riconosciuto a prescindere da tutto e da tutti. In fondo il palmares dei quattro soci-amici non è da buttare: una promozione in Lega Pro con la squadra in testa a nove turni dal termine quando la pandemia bloccò i campionati; un’amara retrocessione nella stagione successiva frutto evidente di un salto di categoria non preventivato (all’inizio della loro avventura i quattro soci avevano indicato in 24 mesi il ritorno nei professionisti) e quindi senza quella necessaria esperienza per capire le difficoltà di un campionato distante anni luce dalla serie D e infine un ripescaggio oneroso e una stagione di ottimo livello con l’allestimento di una compagine giovane e competitiva guidata da un ottimo allenatore come Guido Pagliuca e capace di sciorinare, almeno a tratti, un calcio divertente in grado di mettere in difficoltà le prime delle classe e ottenere un ottavo posto e la conquista dei playoff che mancavano dal 2017.

I quattro soci si presenteranno tutti dimissionari di fronte ai nuovi padroni del club che hanno chiesto tra le condizioni essenziali l’azzeramento di tutte le cariche. Cosa che è nel calcio, come in politica e nei vertici delle aziende, è ormai prassi consolidata, ma che poteva anche essere rifiutata visto che, per quanto riguarda il ds Daniele Deoma, c’erano altri due anni di contratto da onorare. Il direttore però non ha fatto storie e si è distinto per aver fatto un passo indietro. Assieme ai dirigenti anche i dipendenti – dalla segretaria, all’addetto stampa sino al magazziniere – non faranno più parte della Lucchese a meno che, l’amministratore delegato, non decida di riassumerli nella nuova società.

Il Dominus Con l’addio di Deoma e di mister Pagliuca (finito al Siena dove lo seguirà anche il match analyst Carbone) resteranno, per ora, i giocatori ancora sotto contratto ( Coletta, Papini, Bachini e pochi altri) con Belloni che si sta per accasare in un club di C del girone tosco-emiliano. Adesso le decisioni spetteranno a un ex calciatore di 28 anni di origini calabresi che vive e lavora a Milano nel settore amministrativo di un gruppo che offre servizi integrati per cliniche e ospedali. Sarà lui a decidere a nominare il direttore sportivo e quindi l’allenatore. Dalle sue scelte capiremo molto del futuro prossimo della Lucchese.

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