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La sentenza

Lucca, tetraplegico dopo lo schianto in auto: maxi risarcimento da due milioni di euro

di Pietro Barghigiani

	L'auto dopo il fuori strada contro una recinzione
L'auto dopo il fuori strada contro una recinzione

L’ex cameriere 43enne era un passeggero nella vettura finita fuori strada nello scontro lungo la Sarzanese-Valdera

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LUCCA. Uno schianto a 120 km orari contro una recinzione con i quattro occupanti dell’auto che vengono proiettati fuori dall’abitacolo. Non ci sono morti, ma uno dei trasportati esce da quel pauroso incidente da tetraplegico. Le lesioni al rachide cervicale e al midollo non gli danno speranze. Non è una beffa del destino la causa di una vita annientata. C’è l’incoscienza di chi era alla guida all’origine di un episodio che dalla strada agli ospedali è finito in Tribunale.

La ricostruzione

Per quel fuori strada maledetto il conducente della Renault Mégane e l’assicurazione sono stati condannati a risarcire un 43enne e la moglie, residenti a Lucca, con circa 2 milioni di euro (almeno 1,8 sono stati pagati nel corso della causa, ndr). Lui, professione cameriere, con la passione per il ballo e l’animazione nei locali della Lucchesia e della Versilia, dalle 4,30 del 28 novembre 2018 è diventato un tetraplegico che passa dal letto alla carrozzina. Con la moglie che viene aiutata da diverse badanti per garantirgli un’esistenza dignitosa. Evaporati i sogni di una famiglia, azzerati i progetti per il futuro. C’è solo un presente di assistenza continua senza possibilità di riacquistare una parvenza di autonomia.

La consulenza tecnica

Nessun margine di valutazione nell’addebitare la colpa dell’incidente al conducente, positivo all’etilometro (0, 79 g/l) , ma soprattutto folle nell’affrontare una curva della Sarzanese-Valdera nella frazione di Cascine di Buti a 120 km/h. Un missile che nella notte, dopo aver superato un’auto, si era infilato in una recinzione in metallo. La Mégane disintegrata, i quattro amici sparati fuori dalla Renault. L’automobilista, per sgravarsi un minimo da una responsabilità che lo inchiodava senza margini di difesa, aveva sostenuto che l’amico con cui, insieme ad altre due persone, aveva fatto serata in un locale, non indossava le cinture di sicurezza. La consulenza tecnica ha chiarito che, se anche avesse avuto le protezioni, la lesione al collo e quella midollare sarebbero state lo stesso devastanti.

La sentenza

«La condotta di guida è stata valutata non consona allo stato dei luoghi, trattandosi di centro abitato, avendo il conducente del tutto perso il controllo del mezzo condotto – si legge nella sentenza del giudice Maria Giulia D’Ettore – . Dalla documentazione in atti emerge che il conducente viaggiava alla velocità di circa 120 km/h e che era sotto l’influenza dell’alcool (è stato rilevato un livello di etanolo nel sangue pari a 0,79, mentre la relativa contravvenzione elevata dai carabinieri intervenuti è stata annullata dal giudice di pace solo per vizio di forma e non per insussistenza di stato di ebbrezza)».

Sull’assenza o meno della cintura, «il consulente ritiene che il danno patito, consistente nella lesione del rachide cervicale, si sarebbe ugualmente verificato, anche in caso di corretto uso della cintura e che pertanto il mancato utilizzo dei presìdi di sicurezza non ha causalmente inciso sul verificarsi dell’evento» ancora la sentenza.

Il risarcimento

Nel calcolo del danno, il Tribunale attribuisce un 25 per cento anche all’aspetto dei rapporti con la moglie da parte dell’ex cameriere e ballerino con una vita piena inghiottita in una invalidità permanente.

«La condizione di tetraplegia impedisce una piena partecipazione attiva nella sfera intima, limitando necessariamente l’interazione con il partner» sottolinea il giudice che cita la relazione del Ctu secondo la quale sono gravi «le ripercussioni sulla sfera intima e sessuale e su tutte le attività ed iniziative che prima erano portate avanti insieme (con la moglie, ndr) nella gestione della casa e familiari. Sono attualmente preclusi i viaggi, gli spostamenti in modo libero ed autonomo, le attività che prima svolgeva ed a cui era dedito, il ballo, la guida dell’auto, così come risulta preclusa una serie di attività connesse alla sfera in ambito domestico». Senza aiuto può solo respirare e parlare.

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