Lucca, rischiò la paralisi per la caduta in bici: Comune condannato a risarcirlo
Ciclista finì a terra in una strada piena di buche non segnalate
LUCCA. Una caduta dalla bici a causa di una delle numerose buche che vennero ricoperte in fretta e furia subito dopo l’incidente. E una strada lastricata di crateri che il mese successivo fu asfaltata e rimessa a nuovo con una tempistica di ispirazione riparatrice.
Lui, il ciclista all’epoca 41enne, rischiò di restare paralizzato dal collo in giù dopo essere finito a terra fermando la sua corsa con la testa sotto un guard rail: riportò fratture vertebrali al rachide cervicale che gli crearono forti disagi per almeno 5 mesi.
L’altro, il Comune, che inizialmente aveva scaricato su una ditta la responsabilità del fondo sconnesso, alla fine è stato condannato a pagare un risarcimento che con le spese legali supera di 60mila euro.
È la storia finita davanti al giudice Alice Croci dopo la richiesta danni presentata dal cicloamatore che il 19 agosto 2019 con un gruppo di amici aveva organizzato un’uscita in bici nelle campagne lucchese tra Nozzano Castello e Castiglioncello.
La caduta
Era in sella alla sua bici di pregio, una Specialized Tarmac SL 5 Sagan limited edition, quando imboccò via della Stazione – strada mai percorsa in precedenza – dove con la ruota anteriore incappò in una buca. Istantanea la carambola che lo proiettò sull’asfalto con l’impatto della testa sulla strada capace di provocargli lesioni alle vertebre, ma senza intaccare il midollo spinale. Si riprese, con postumi, nel gennaio 2020. Il medico legale gli riconobbe un’invalidità permanente del 12 per cento.
La strada
La responsabilità del Comune è stata accertata per le pessime condizioni in cui si trovava la strada di Nozzano Castello. La custodia del bene è un obbligo per l’ente proprietario. E quel manto non era affatto curato. Inoltre, il cartello con cui si avvisava del pericolo era a meno di 300 metri dal punto di caduta. Troppo lontano per sostenere che l’avviso in zona avrebbe potuto sgravare il municipio ventilando un concorso di colpa del ciclista negato dal Tribunale. Che fosse in pessimo stato lo ammise anche l’amministrazione dell’epoca con i lavori di completa riasfaltatura eseguiti nel settembre del 2019. Un passaggio entrato con forza nel processo.
I testimoni
Un amico di pedale ha ricordato in Tribunale di essere andato a soccorrere il ciclista dolorante sdraiato a terra.
«Era rimasto incastrato con la testa sotto al guard rail, poi sono andato a vedere nel punto della caduta ed ho visto l’asfalto sciupato, c’era un avvallamento, ossia una buca, forse più buche» ha fatto mettere a verbale. Un altro teste: «Nel punto della caduta la strada era tutta buche, c’era un tratto di circa 20 mq tutto buche. Nel tratto di via della Stazione prima della caduta l’asfalto era normale. Quando è entrato in quel tratto di 20 mq pieno di buche è stato disarcionato».
La Municipale
Furono gli stessi agenti a scrivere nel rapporto quello che era palese a occhio nudo: «Il tratto su cui si è verificato il sinistro risultava interessato da varie buche di piccole dimensioni, il ciclista dichiarava di aver perso il controllo del velocipede transitando su una di esse, di aver attraversato la strada in direzione Nozzano/Castiglioncello terminando la propria corsa contro il montante del guard rail ivi posto». La pattuglie richiese l’intervento del tecnico reperibile del Comune che, insieme a due operai, coprirono con asfalto a freddo 12 piccole buche presenti sul fondo stradale.
La sentenza
Per il giudice quanto scritto dalla Municipale e il racconto dei testimoni, oltre alle foto della strada, confermano «le cattive condizioni della strada nel punto della caduta, tanto da necessitare del tempestivo intervento dei tecnici per il ripristino dell’asfalto». Sul segnale di pericolo per strada deformata la sentenza sottolinea che «non solo esso è collocato 289 metri prima del tratto di strada sul quale è avvenuta la caduta, trovandosi quindi oggettivamente distante dalla situazione di pericolo della quale si discute nel presente giudizio, ma inoltre tale segnale è collocato in via di Filettole e non è ripetuto dopo l’intersezione con via di Carraia, ossia all’inizio di via della Stazione. In ragione delle concrete condizioni della strada, non può dirsi idoneo a fornire una corretta rappresentazione del pericolo».
I danni
Nel conto dei danni, il Tribunale ha inserito anche 6. 100 euro per la rottura della costosa bicicletta e l’equipaggiamento ammaccato del cicloamatorel
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