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Lucca, medici di famiglia: biennio di uscite. Ma c’è chi va avanti fino a 72 anni

di Gianni Parrini
Valeria Massei responsabile delle Cure Primarie nella zona Piana di Lucca
Valeria Massei responsabile delle Cure Primarie nella zona Piana di Lucca

La dottoressa Massei: «Situazione complicata ma confidiamo nei “corsisti”»

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LUCCA. Chi va e chi resta. Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per il turnover dei medici di famiglia. Alcuni professionisti lasceranno l’incarico, altri hanno chiesto di prolungare l’attività fino a 72 anni, mentre diversi sono ancora indecisi. Tutto questo in un contesto di attesa per l’entrata in convenzione dei “corsisti”, necessari per colmare i numerosi posti vacanti sul nostro territorio.

La carenza

È ormai risaputo che la sanità pubblica attraversa un periodo di difficoltà, causato da anni di cattiva programmazione. I medici che escono dalle università e dai corsi di specializzazione non sono sufficienti a garantire un pieno turnover rispetto a chi va in pensione. Questo fenomeno, definito “esodo bianco”, riguarda tutta Italia e colpisce in modo particolare i medici di famiglia, molti dei quali sono entrati in convenzione negli anni ‘80 con la nascita del sistema sanitario pubblico. Il risultato? Sempre più posti vacanti. Nel territorio di Lucca e della Valle del Serchio, ad esempio, si contano 37 “zone carenti”, con una mancanza di 13 medici di famiglia, 23 medici per la continuità assistenziale (ex guardia medica) e un pediatra a Pescaglia. Per far fronte alla situazione, la Regione ha innalzato l’età massima per esercitare in convenzione a 72 anni, purché i medici operino in una zona carente e ne facciano richiesta.

Classi ‘54 e ‘55

Nel 2024, molti medici nati nel 1954 hanno interrotto la convenzione. Tra loro Bruno Magrini, Claudio Mattioli, Amelia Mariani, Maria Piera Giusfredi, Giuseppe Luperini, Roberto Marchesini, Domenica Caniglia. Tuttavia, due professionisti – Marco Pelagalli e Fabio Napoli – hanno deciso di prolungare il servizio fino ai 72 anni.

Nel 2025, la situazione appare più incerta. Sei medici di famiglia compiranno 70 anni durante nei prossimi 12 mesi, ma solo Alessandro Stringari ha già fatto richiesta di proroga fino a 72 anni (ambulatori a Fornaci di Barga e Coreglia). Giorgio Donati, invece, ha lasciato in anticipo, ritirandosi ad agosto 2024. Gli altri (Alessandro Monachino, Teresa Malatesta, Riccardo Venturini e Daniele Marmugi) non hanno ancora preso una decisione.

Le uscite sicure

Tra i medici che interromperanno sicuramente l’attività nel 2025, spiccano Patrizia Martinelli, che lascerà il suo ambulatorio a Segromigno in Monte dal 1° febbraio, e Alessandro Salvi, che concluderà la sua carriera il 31 dicembre 2024 in Valle del Serchio (ambulatorio principale a Barga).

La speranza nei corsisti

Nonostante la complessità della situazione, l’Asl confida nei “corsisti”, ovvero medici in formazione specialistica, per affrontare l’emergenza. Come spiegato da Valeria Massei, responsabile delle Cure primarie nella zona distretto della Piana di Lucca, i corsisti sono già operativi in alcune aree del territorio e stanno dimostrando ottime capacità.

«Inizialmente – spiega la dottoressa Massei – potranno seguire fino a 1.000 pazienti (rispetto al massimale ordinario di 1.500, ndr ). Sarebbero dovuti entrare in servizio ma ci sono stati dei ritardi, in parte legati al “ruolo unico” introdotto dal nuovo contratto nazionale, che consentirà di impiegarli anche nelle nascenti Case di comunità. Li aspettiamo per l’inizio del nuovo anno, ma quanti ne arriveranno non è possibile dirlo: dipende anche dalle zone che indicheranno. Le aree più critiche al momento restano Pescaglia, Villa Basilica e la Garfagnana». Sulla possibilità di mantenere in servizio fino a 72 anni i medici che ne fanno richiesta, Massei non si sbilancia: «È una soluzione temporanea e funzionale al particolare momento storico che stiamo attraversando – spiega –. L’obiettivo rimane quello di favorire il ricambio generazionale e pertanto, ove possibile, si preferisce dare spazio ai giovani. Dovremo stringere i denti ancora per un po’: secondo la Fondazione Gimbe, il sistema dovrebbe tornare in equilibrio tra il 2028 e il 2030».

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