Pride Pardini: «Data infelice Io la penso come Giulietti»
Il sindaco si schiera con il vescovo di Lucca ma ribadisce: sull’evento le uniche perplessità sono legate all’organizzazione a settembre
LUCCA. Su famiglia e diritto alla genitorialità non ci cono dubbi: «La penso come il vescovo Giulietti». Ma la “distanza” sulla piattaforma dei temi, chiamiamola così, rispetto ai promotori del Toscana Pride, non significa una contrarietà alla manifestazione in sé «che ha tutto il diritto di svolgersi». Il problema è il quando: «settembre è il periodo meno indicato». E forse anche il dove anche se «sul percorso non abbiamo voce in capitolo».
Parole del primo cittadino di Lucca, Mario Pardini, a pochi giorni dall’atteso Toscana Pride che “casca” a Lucca nel bel mezzo delle celebrazioni (anche religiose, ma in realtà di ogni genere) del Settembre Lucchese, il 7 settembre per la precisione: una settimana prima della processione di Santa Croce.
Sindaco qual è la sua posizione sul Pride del 7 settembre?
«Quella che ho sempre espresso. Sono e sarò sempre per la difesa di tutti i diritti, sono e sarò sempre per combattere ogni forma di discriminazione. E in particolare sul Pride ci mancherebbe di violare la libertà di espressione! Quello che ho sempre detto dal primo giorno che ho incontrato gli organizzatori è che ritenevo al data del 7 settembre non particolarmente felice per motivazioni che però non hanno niente a che vedere con il tipo di manifestazione in sè. Il dubbio espresso è proprio quello sull’opportunità di farla a settembre, per motivazioni logistiche e di tradizione della città».
Nel merito dei temi? Ha letto la posizione del vescovo Giulietti affidata, in questi giorni a una lettera aperta, nella quale ha parlato di tutele per «il superiore interesse dei bambini» esprimendo contrarietà, ad esempio, rispetto «alcune forme di procreazione assistita, dalla pratica dell’utero in affitto e dall’adozione a single o coppie omogenitoriali».
«Sono assolutamente d’accordo con le parole del vescovo Giulietti che ho letto in questi giorni».
Sul piano organizzativo ci sono stati diversi passaggi, intanto sul percorso del corteo. È preoccupato?
«Siamo coinvolti indirettamente. È una manifestazione, non un evento organizzato, e in quanto tale, in virtù della libertà di espressione, è disciplinata da normative che attengono alle competenze della questura. Non siamo mai stati interpellati su percorso e orari. E neppure sulla data che ci fu comunicata e sulla quale abbiamo espresso le nostre perplessità. Abbiamo poi avuto tavoli tecnici ma con comunicazioni a posteriori rispetto alle decisioni della questura. So che inizia alle 16 fuori Porta San Pietro e prosegue per Corso Garibaldi, sopra le mura fino a piazzale Verdi e poi la discesa sempre in zona piazzale Verdi».
La Regione, e non solo quella, invita i partecipanti a «colorare Lucca». Che invito fa, invece, il Comune?
«Io rispetto tutte le opinioni, invito chi verrà naturalmente a manifestare in maniera pacifica».