Il Tirreno

Lucca

Il caso in tribunale

Lucca, niente cattedra per la dietista diventata prof: orari di ambulatori e lezioni non conciliabili

di Pietro Barghigiani
Lucca, niente cattedra per la dietista diventata prof: orari di ambulatori e lezioni non conciliabili

La professionista aveva continuato a lavorare anche senza autorizzazione e il suo appello è stato respinto

26 agosto 2024
3 MINUTI DI LETTURA





LUCCA. Niente da fare anche in appello. La professionista lucchese, specializzata in dietologia, ha ricevuto un secondo no alla richiesta di essere reintegrata in cattedra dopo il licenziamento firmato nel giugno 2021 a causa di un doppio lavoro non autorizzato andato avanti per anni.

La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la sentenza di primo grado condannando la donna a pagare oltre 4mila euro di spese di lite al ministero dell’Istruzione e del merito.

Esperta in diete e collaboratrice di studi medici, la dottoressa nel settembre 2018 era entrata di ruolo in un istituto superiore di Viareggio.

Incompatibilità e decisione di optare per il nuovo lavoro

Al momento di dichiarare eventuali incompatibilità, la docente aveva dichiarato di “trovarsi in una delle suddette situazioni di incompatibilità e di optare per il nuovo rapporto di lavoro”, laddove “optare per il nuovo rapporto di lavoro” avrebbe dovuto comportare la cessazione della situazione di incompatibilità, «ovvero la cessazione dell’attività professionale di dietista, mai avvenuta nel caso di specie» scrivono i giudici. Che aggiungono: «Né, tanto meno, all’atto della presa di servizio, la docente aveva formalmente richiesto la prescritta autorizzazione ai fini dello svolgimento di tale attività, né ha poi cessato tale attività in sede di avvio della procedura disciplinare». In realtà aveva barrato anche la casella di assenza di incompatibilità.

Ma questo è niente rispetto alle contestazioni concluse con il decreto di decadenza firmato dal dirigente scolastico. Un provvedimento impugnato dalla ormai ex insegnante e sempre confermato in due gradi di giudizio.

Le giustificazioni per aver continuato

Quando le venne fatto notare era incompatibile la sua libera professione con l’insegnamento, la dottoressa rispose di aver svolto nel corso degli anni attività privata di dietista in assenza di richiesta di autorizzazione e relativa concessione del provvedimento, «deducendo a sua discolpa che la circostanza era nota a tutti nell’istituto presso cui insegnava e che comunque tale attività non aveva mai intralciato il corretto svolgimento della propria docenza».

Al di là dell’autorizzazione non richiesta e poi come gesto riparatore quello di cancellare le visite successive alla lettera di diffida, la partita Iva non era stata chiusa.

La sua attività era pubblicizzata sul web e anche i rapporti di collaborazione con alcuni studi medici venivano divulgati con la massima diffusione a sostegno dell’attività privata. Sui tempi dedicati alla libera professione la scuola ha avuto da ridire a livello di impegno richiesta.

Si legge nella sentenza che «il ministero in giudizio ha evidenziato che la ricorrente era stata assunta come docente a tempo pieno, mentre l’esercizio dell’attività libero-professionale di dietista risultava di notevole impegno, considerati gli orari di uno (solo) degli studi medici presso i quali la stessa aveva l’ambulatorio, ovvero tutti i giorni dalle 14,30 alle 19 e il sabato mattina dalle 8 alle 13, elementi che fanno propendere nel senso del rigetto dell’autorizzazione».

Come funziona l'altro lavoro

Infatti, non sarebbe escluso in assoluto il permesso di fare altro per un docente assunto a tempo indeterminato.

Secondo una legge del 1992 «al personale docente è consentito, previa autorizzazione del dirigente scolastico, l'esercizio di libere professioni che non siano di pregiudizio all'assolvimento di tutte le attività inerenti alla funzione docente e siano compatibili con l'orario di insegnamento e di servizio».

Il ragionamento dei giudici, a fronte degli orari di ambulatorio della dietista, è che «non si vede come detto impegno possa essere compatibile con un rapporto di lavoro come docente a tempo pieno, chiaramente non limitato al solo insegnamento frontale nelle ore mattutine». E per la seconda volta è arrivato il no al ritorno in cattedra.


 

Italia e Mondo
Parma

Neonati sepolti, i Ris tornano a scavare nel giardino degli orrori – Video

Sportello legale