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Morte in fabbrica

L'addio a Nicola a Barga, appello del parroco: «Imploriamo dignità nel lavoro»

L'addio a Nicola a Barga, appello del parroco: «Imploriamo dignità nel lavoro»

Al funerale dell’operaio della Kme colleghi, sindacati e anche i vertici dell’azienda. Una comunità in lutto, don Stefano: «Queste morti non sembrano diminuire»

25 maggio 2024
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BARGA. Una marea di persone commosse ha dato l’addio a Nicola Corti, l’operaio barghigiano 50enne, rimasto incastrato in un macchinario e deceduto sul posto di lavoro lo scorso mercoledì 15 maggio, nel reparto laminatoio dello stabilimento Kme a Fornaci di Barga. Il rito funebre s’è svolto in una Barga avvolta nel lutto cittadino, con una funzione silenziosa e composta svolta sul sagrato antistante la chiesa del Sacro Cuore.

Una scelta che ha permesso di accogliere chi voleva bene a Nicola, una folla addolorata che si è dimostrata come un enorme abbraccio carico d’affetto per i famigliari.

Fra i più stretti all’operaio non sono mancate sua mamma Antonia, la moglie Raquel e l’amata figlia. Erano in prima fila con lo sguardo fisso al loro Nicola, nella bara impreziosita da un cuscino di bellissime rose rosse, un feretro arricchito con palloncini e sciarpa dai toni bianco-azzurri a ricordare la grande passione dell’operaio per la squadra calcistica della Lazio. Chiunque, dagli amici ai conoscenti, ma anche i numerosi colleghi che Nicola aveva collezionato lungo la sua trentennale carriera in Kme, guardavano con commozione quel punto e il cielo. Così, anche la sindaca di Barga Caterina Campani. Non sono mancati alle esequie, i principali vertici dell’azienda con sede a Fornaci: il presidente del gruppo e cioè Vincenzo Manes insieme alla vicepresidente Diva Moriani, il direttore generale operativo per sud Europa e centri servizi Michele Manfredi, il direttore dello stabilimento fornacino Manuele Fanucci. C’erano anche sindacalisti appartenenti a Fiom, Fim, Uilm (in quest’ultimo caso, sigla a cui Corti apparteneva) .

Proprio sul tema del lavoro, dopo la lettura di un passo dal Vangelo, s’è concentrata l’omelia di don Stefano Serafini. Il proposto di Barga, a questo punto del rito funebre da lui officiato, ha iniziato dicendo che le «morti sul lavoro sono un numero che non sembra diminuire. Dietro a questi fatti ci sono persone, storie, padri di famiglia, sposi, figli, chi ha sperato per il bene del proprio nucleo familiare».

Come nel caso di Nicola, la cui morte ha prodotto un incolmabile dolore nella famiglia e scosso l’intera comunità.

«Quindi, -ha proseguito il parroco- vogliamo implorare attenzione, rispetto e dignità nel mondo del lavoro. Oggi è difficile trovare parole per lenire e comprendere il dolore che voi state vivendo, -ha aggiunto rivolgendosi ai famigliari- ma tutte queste persone sono qui per testimoniare la loro vicinanza».

Presenza da intendere calore che, una volta finita la messa, chiunque era presente al Sacro Cuore ha ribadito con un lunghissimo e affettuoso applauso tutto dedicato a Nicola. Sempre come dimostrazione di ulteriore vicinanza e sostegno da chi era lì, i componenti della famiglia di Nicola Corti hanno raccolto un’interminabile marea di abbracci densi di significati. L’ultimo momento della commuovente mattinata è stato la partenza del feretro, diretto verso il luogo della sepoltura: il camposanto di Barga, cimitero situato fra il capoluogo e la frazione di San Pietro in Campo. l

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