Amarcord
Villa Basilica: Recard, l’ora del fallimento
La storica azienda di macchinari per cartiere rinuncia al concordato preventivo. Fatale la condanna inappellabile a pagare 7 milioni di euro a una società serba
VILLA BASILICA.Alza bandiera bianca una storica azienda meccanica datata 1961 che sino a un paio d’anni fa contava su 52 dipendenti.
Liquidazione giudiziaria per la Recard Spa in località Biecina a Villa Basilica che – dopo aver chiesto il concordato preventivo al tribunale fallimentare di Lucca – ha rinunciato a presentare la domanda al giudice delegato Carmine Capozzi con la conseguenza che oggi l’azienda è in esercizio provvisorio e il tribunale ha già nominato come curatore il commercialista versiliese Alessandro Sisti fissando per il 9 aprile 2024 l’esame dello stato passivo.
Un debito verso fornitori che ammontava a quasi quattro milioni di euro (3, 9) – di cui gran parte scaduti e senza possibilità di saldare per intero le ritenute fiscali e i contributi assicurativi – con versamenti ai vari fondi pensionistici dei lavoratori non effettuati per l’importo dovuto mentre gli incassi previsti (1, 3 milioni) che già non erano sufficienti a estinguere i debiti avrebbero subito un ulteriore ritardo. La crisi aziendale dell’impresa produttrice di macchine per cartiere si era manifestata alla fine di febbraio quando il legale della Recard aveva presentato in tribunale la domanda di accesso alla procedura di concordato preventivo con riserva di deposito della proposta del piano concordatario in continuità. Un piano che prevedeva un ridimensionamento della struttura aziendale, la destinazione dei flussi di cassa che sarebbero stati prodotti nel quinquennio 2023-2027 al pagamento dei creditori privilegiati e anteriori compresi i lavoratori ancora in azienda, la dismissione di un macchinario di produzione, l’aumento del capitale sociale di 500mila euro subordinato all’omologa del concordato. Ma a fine giugno, prima della scadenza della presentazione della domanda, l’azienda ha rinunciato al ricorso. Il motivo? Il 3 agosto scorso lo stato d’insolvenza emerge in modo ancor più evidente e impossibile da arginare dopo che la Camera Arbitrale Internazionale di Parigi con sede a Milano condanna in modo inappellabile la Recard Spa a pagare 7 milioni di euro a una società serba “Vibac”.
Gli atti del procedimento sono stati inviati alla procura della Repubblica e il sostituto Laura Guidotti a fine settembre, in considerazione della situazione economico-finanziaria e visto il debito particolarmente ingente con la conseguenza dell’irreversibilità della crisi e l’impossibilità ad assolvere alla proprie obbligazioni, ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti della Officina Meccanica Recardl
Luca Tronchetti
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