Il Tirreno

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Addio reddito di cittadinanza: 1.200 lucchesi rischiano di perderlo

Addio reddito di cittadinanza: 1.200 lucchesi rischiano di perderlo

Gli “occupabili” potranno percepirlo per un massimo di 7 mesi

02 febbraio 2023
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Lucca “Addio, addio amore, io vado via”. Parafrasando Modugno si potrebbe dire che la terra è diventata assai amara per i percettori del reddito di cittadinanza che in questo 2023 vedono allontanarsi la tanto agognata misura di contrasto alla povertà. Dal 1° gennaio è in vigore il “taglio” voluto dal governo Meloni: il reddito potrà essere percepito dai cosiddetti “occupabili” per un massimo di sette mesi. Dopodiché stop. Ma su chi siano davvero gli occupabili il dibattito resta aperto. «Su questo non abbiamo avuto istruzioni – spiega Giuseppe Fanucchi, direttore del Centro impiego di Lucca –. Sia noi che l’Inps siamo in attesa dei decreti attuativi che, tra le altre cose, dovrebbero chiarire questo punto. In ogni caso spetterà all’istituto di previdenza identificare i cosiddetti occupabili, noi entreremo in gioco solo successivamente per aiutarli a trovare un lavoro. Per quel che sappiamo, il termine identifica i percettori del reddito che hanno tra 18 e 60 anni, che non hanno figli a carico o disabilità che impediscono loro di lavorare. Diciamo che dovrebbe essere una buona parte di coloro che firmano il Patto per il lavoro qui al Centro impiego, mentre sono esclusi coloro che firmano il Patto per l’inclusione sociale nei Comuni. Ma ripeto, al momento questo punto deve ancora essere chiarito. Preoccupazione? Sì, da parte dei percettori c’è un po’ di timore e anche ai nostri operatori in tanti chiedono chiarimenti su cosa succederà nei prossimi mesi. Il problema è che ancora non siamo in grado di dare risposte chiare e definitive perché sono molti gli aspetti da chiarire».

Certo è che in Lucchesia il reddito di cittadinanza ha aiutato migliaia di famiglia ad affrontare un periodo difficile come quello della pandemia e ancora oggi è una misura assai utilizzata. Secondo l’osservatorio che l’Inps dedica a questa materia, a dicembre 2022 le famiglie della provincia che hanno percepito il reddito di cittadinanza sono state 3.413, mentre le persone che complessivamente hanno beneficiato della misura ammontano a 6.894. L’importo medio ricevuto dai percettori è di 523 euro.

Sin dalla sua istituzione il reddito di cittadinanza ha fatto discutere e ancora oggi resta divisivo: secondo le associazioni imprenditoriali è una delle cause della mancanza di personale da impiegare in attività indispensabili ma non particolarmente ben pagate (camerieri, aiuto cuochi, baristi). Secondo la Cgil, invece, rappresenta un sostegno indispensabile per chi non riesce a trovare lavoro, soprattutto se scarsamente qualificato e in età avanzata. «In genere – spiega Cristina Moriconi, direttrice provinciale del patronato Inca Cgil – abbiamo un’idea sbagliata del reddito di cittadinanza: pensiamo che sia un beneficio a pioggia per giovani fannulloni. In realtà c’è una discreta fetta di persone che lo utilizza come barriera anti-povertà, perché non riesce a trovare un impiego. E poi ci sono lavoratori e lavoratrici, pensiamo ad esempio al settore delle pulizie, che incassano 300 euro al mese e quindi hanno bisogno di un’integrazione. Anche sul limite dei sette mesi per gli occupabili sono tante le cose da chiarire: ad esempio, per chi fatto domanda prima del 31 dicembre valgono i 18 mesi della vecchia legge o i sette di quella nuova? Non è chiaro. E poi bisogna domandarsi cosa succederà quando centinaia di persone non avranno più questo strumento di difesa. Sarà una vera bomba sociale». l

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