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Il Black Friday non convince i negozianti: «Rischia di convenire solo alle catene»

di Rossella Lucchesi
Il Black Friday non convince i negozianti: «Rischia di convenire solo alle catene»

In tanti si dicono contrari all’iniziativa, anche per i bassi margini di guadagno

27 novembre 2022
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LUCCA. Non sembra avere contagiato troppo i lucchesi, la febbre da Black Friday, anche se per fare un bilancio bisognerà attendere lunedì, quando le offerte del “venerdì nero” termineranno per tornare ai prezzi originali. Un avvio senza il botto, dovuto senz’altro alle condizioni meteo assolutamente non incoraggianti, ma anche alla crisi economica che invita ad essere parsimoniosi e limitarsi a spendere il giusto, perché le tasche sono sempre più vuote e il futuro, almeno quello prossimo, non promette rose e fiori. Poche le persone in giro con borse e sacchetti e negozi sempre più vuoti, salvo rare eccezioni. La corsa agli acquisti dei primi anni dell’iniziativa è ormai un ricordo, soppiantata anche dalle vendite online che certo non favoriscono gli affari dei commercianti, gran parte dei quali sembrano non essere favorevoli a quella che definiscono “un’americanata” che giova soltanto alle catene di franchising e mortifica il commercio.

«Peggio di così la partenza non poteva andare – tuona Giancarlo Puttini del negozio di abbigliamento Diffusion in via Fillungo –: speriamo di vedere qualcuno domenica, ma non credo nel miracolo, perché i soldi non ci sono e quel poco si spende per i beni di prima necessità. Non è solo colpa della crisi se il commercio non funziona più come un tempo, quando c’erano regole precise per orari, chiusure e promozioni che dovevano essere rispettate, pena multe salate della polizia annonaria che vigilava costantemente sulle attività. Adesso invece ciascuno fa ciò che vuole e anche il mercato ne risente. Senza parlare dei saldi che ormai non possono dirsi di fine stagione, visto che partono ai primi dei mesi di gennaio e luglio, quando la stagione sta per iniziare».

Bisognerebbe tornare ai “santi vecchi” anche secondo Stefano Vinci dello storico negozio in piazza Bernardini che per principio non ha mai aderito al Black Friday e si dice dispiaciuto per i colleghi che lo fanno «illudendosi – dice – di affrontare meglio la crisi, mentre alla fine è solo un miraggio. Non siamo d’accordo con l’iniziativa che reca danni al commercio a ridosso delle festività natalizie, così come non condividiamo la pessima scelta di lanciare la campagna promozionale agli inizi e non al termine delle stagioni, come si usava un tempo, quando veramente si poteva parlare di saldi di fine stagione, praticati su rimanenze e merce invenduta». È di questi giorni la proposta di Confesercenti Toscana Nord di spostare a febbraio l’avvio dei saldi invernali, che sembra trovare il gradimento di parecchi commercianti lucchesi. «Perché no? – esordisce Alessio Vastano, titolare dei negozi di abbigliamento uomo Quintessence in via Fillungo e Bobbins in via Beccheria –. Ma meglio ancora farli a primavera, per non prendere in giro i clienti che sempre più spesso attendono gennaio per fare gli acquisti di Natale. Siamo a Lucca da dieci anni, dove lavoriamo molto bene, ma siamo contrari al Black Friday che congela le vendite del mese di novembre, costringendoci a lavorare con margini bassi. Per fortuna i nostri clienti non badano a questo tipo di offerte e vengono regolarmente in ogni momento dell’anno».

Si dichiara invece soddisfatto dell’iniziativa, Luca Melani del negozio Montezemolo che ha venduto molti capi di abbigliamento e accessori anche a turisti di passaggio sin dalle prime ore di apertura di venerdì. «L’idea – commenta – non è così malvagia, poiché ci permette maggiori vendite in questo periodo morto dell’anno che per noi è un sollievo, visto l’incremento di acquisti per i regali natalizi, dettato da sconti fino al 30 per cento. E poi è un modo per distogliere l’attenzione della clientela dai centri commerciali e portarla nel centro storico, dove l’offerta è sempre maggiore e più allettante».

Buoni affari anche alla Primula Verde, dove si registra un forte aumento di vendite e si fa la fila per farsi confezionare pacchi regalo. «Ci accontentiamo – affermano Marco e Andrea Gennazzani – anche se non è più come una volta, quando non si badava a spese e anche i regali erano più consistenti. Però bisogna adattarsi anche a progetti come il Black Friday che certo non ci permettono forti guadagni, ma alla fine ci consentono di tirare un sospiro di sollievo».

Del tutto contraria al Black Friday Angelica Esposito del negozio di abbigliamento Reo Galante in via San Paolino che non aderisce all’iniziativa neppure come cliente. «È una strategia commerciale assolutamente inutile per le piccole attività – dichiara – e un suicidio per la nostra categoria in prossimità del Natale. Ne beneficiano le catene, con le quali non possiamo competere attuando le stesse strategie di mercato. Sono delusa nel vedere commercianti storici che aderiscono a questa iniziativa assurda, senza pensare che stanno contribuendo a distruggere l’immagine del “salotto buono” della città che meriterebbe davvero maggiore rispetto».


 

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