La Libertas fa una passeggiata
Amaranto travolgenti e sempre padroni contro un Forlì che affonda presto. Subito un break di 15-0, Woodson e Tiby scavano il solco e poi si gioca sul velluto
LIVORNO. Max Allegri direbbe che ci sono “le categorie”. Ecco, Libertas e Forlì sembravano squadre di categorie diverse. Tosta e brillante la Libertas, incartocciata su se stessa una Unieuro Forlì finita in una partita troppo più grande di lei.
Ma niente arriva per caso. Se oggi tra Libertas e Forlì ci sono oltre 20 punti di distacco (e il margine non è casuale), il merito è di un organico costruito meglio e del lavoro di coach Diana che sta alzando l’asticella dei valori di questo gruppo.
Altra partita di altissimo livello firmata da Woodson e Tiby, due super-prese, giocatori di qualità che non forzano ma scelgono sempre le soluzioni migliori per la squadra. Loro hanno scavato il solco, poi si sono messi a fare i gregari lasciando i riflettori ai compagni. Tanto di battaglie ce ne saranno ancora molte. E loro lo sanno.
Partita dominata da un capo all’altro, dentro alla quale ci sono tanti segnali positivi arrivati da Tozzi, da Piccoli, da Fantoni, ma soprattutto dall’organizzazione di squadra.
Forlì da brividi
Impressionante il numero di errori di Forlì in avvio di partita. La Libertas balbetta per qualche minuto (1-2 dopo addirittura 3’30”) poi sull’1-5 l’Unieuro diventa una squadra quasi da Promozione: tosta la difesa LL ma incredibili gli errori al tiro da ogni posizione degli ospiti. Pensate, da 1-5 si va a chiudere la prima frazione sul 16-5, un break di 15-0 con Forlì che non segna per 6 minuti e mezzo. Al primo intervallo l’Unieuro viaggia con un 2/13 al tiro da mani nei capelli, mentre Tiby e Woodson garantiscono comunque un minimo sindacale in fase offensiva alla LL.
Allen ko
Momenti d’ansia a inizio secondo quarto, quando Allen (già fuori nel primo quarto per un dolore alla caviglia) esce con grosse difficoltà respiratorie che costringono anche i medici della LL ad intervenire. La guardia di Forlì è costretta ad uscire ma per assurdo Forlì si compatta e una tripla di Pietro Aradori riporta i romagnoli a meno 4 sul 20-16.
Ma tranquilli, ci pensa Tiby, l’uomo che trasforma in oro tutto ciò che tocca: un paio di bombe e siamo subito 29-18. Da qui la Libertas viaggia a vele spiegate ed una tripla da applausi di Woodson fa chiudere il secondo quarto sul 39-25.
Sul velluto
L’inerzia è tutta per la Libertas. Che a tratti regala sprazzi di pallacanestro da leccarsi i baffi. Forlì prova a cambiare qualcosa, accenna una zona 2-3 e subito Woodson piazza una tripla tanto per chiarire che qui c’è poco da inventare. Diana non esagera con le rotazione, toglie Woodson e Tiby solo per pochi attimi di respiro. Ed è quasi sempre Tiby ad aprire la difesa: Forlì chiude e raddoppia spesso su di lui sottocanestro ma Matt è un maestro nello scaricare fuori. Il risultato? Bombe che piovono a grappoli (sarà un super 15/32 finale) e Forlì che affonda sempre più, arrivando a meno 20 sul 56-36. Il fiume amaranto tracima e il terzo quarto si chiude sul 65-42.
Il resto è garbage-time, Diana manda in campo anche Genty e Pacitto, Forlì non dà più segni di vita. E finisce tra gli applausi di un PalaModì che si gode una Libertas sempre più a suo agio nei quartieri nobili della classifica.
Ciao Sugar
Toccante il minuto di raccoglimento in memoria di Micheal Ray Richardson, uno che con la maglia amaranto della Baker aveva illuminato per due anni e mezzo il basket livornese. In curva anche un bello striscione “Ciao Sugar Ray, eterno campione”.
A.B.
