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Costa disegna il futuro PL

di Alessandro Bernini
Costa disegna il futuro PL

«La mia non è un’avventura di un anno, con Farneti e Rossi c’è un progetto importante Io salvatore? No, ho avuto rispetto dei tifosi come ho rispetto dei miei 1500 dipendenti»

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LIVORNO. «Sa, non mi sono mai piaciute le scommesse. Non gioco a carte, non gioco al Superenalotto, non gioco praticamente a nulla. Preferisco gli impegni e i progetti. Quindi la mia, con la PL, non sarà un’avventura di un anno». La frase più importante il cavalier Giuseppe Costa («ma chiamatemi Beppe») la pronuncia mentre vicino a lui Francesco Farneti e Matteo Rossi si regalano finalmente un sorriso. Costa c’è. Costa ci sarà.

L’ottimismo

Nel giorno della presentazione ufficiale della società, è questa la notizia più importante. Nel gioiellino dell’Acquario (riportato in vita proprio da Costa), per un giorno al blu delle vasche si aggiunge il bianco, colore considerato dei “nuovi inizi”. E il biancoblù che si crea, fa vibrare d’ottimismo la stanza. C’è il coach Turchetto, il dg Petronio e David Fini a rappresentare la squadra; ci sono Elena Spinelli e Giulia Perni di Sillabe che finalmente si godono il momento dopo un’estate di tormenti, ci sono gli sponsor, c’è Giannone per il Coni e anche lo storico dirigente Riccardo Masini che è rientrato in società. Il volto nuovo è “il maestro” Mario Menicagli a cui è stata affidata la carica di Responsabile eventi.

A tutto Costa

Schiva i riflettori, evita parole roboanti. Va dritto al sodo. «Non mi piaceva la situazione in cui era finita la PL. Io sono abituato ad affrontare le questioni societarie sempre in maniera positiva e ho detto subito a Farneti e Rossi «Forza, ce la faremo». Vuole sapere perché sono qui? Perché la PL ha un pubblico che non meritava che la società saltasse in aria. Oltre 2000 spettatori a partita, 1300 abbonati, una passione pazzesca: no, questo tesoro non poteva essere disperso. Io ho semplicemente dato ai tifosi PL lo stesso rispetto che ho per i miei 1500 dipendenti in Italia».

Poi un passetto avanti. «Ora concentrarci sul campo, al resto ci penseremo noi con la struttura societaria. Abbiamo un ottimo allenatore, mi piace. L’obiettivo? Chiaro che la serie A sarebbe un sogno, adesso ci siamo assestati come società e inizieremo tutti insieme a lavorare per dare il massimo. Lo ripeto: intervenire è stato un dovere verso i tifosi, chi compra biglietti, chi compra la maglia. Le società sportive hanno un’anima e noi dobbiamo vendere emozioni. Ecco, la PL e la sua anima sono vivi, e con la voglia matta di crescere ancora. Di questo siamo tutti orgogliosi».

Il presidente

Probabile che nel Cda di fine mese, Francesco Farneti venga eletto presidente. «La PL in questi anni è cresciuta tanto -spiega Farneti - e una crisi prima o poi doveva arrivare; bisognava trasformare questa crisi in una opportunità. E ci siamo riusciti. É stata dura, col rischio reale di non iscriversi e anche di arrivare al fallimento. Ora ci sono tre soci uniti, la fase emergenziale è finta. Di cosa vado fiero? Della grande vicinanza di chi ama questa maglia: gli sponsor hanno praticamente rinnovato tutti, a dimostrazione che la PL è la squadra della città. Ora vogliamo cercare la massima unità non solo in società ma anche coi tifosi, che in estete hanno subito questa situazione».

Il ruolo di Rossi

Entrato come sponsor, diventato socio, Matteo Rossi si è ritrovato in mezzo alla tempesta. Invece di fare un passo indietro, ne ha fatti due avanti. «Era una PL che non riconoscevo più. Vedevo una grande famiglia che affrontava insieme le difficoltà ma purtroppo le fondamenta non erano così solide. Dico il mio grazie a chi ha sempre creduto nella PL, da dentro e da fuori».
 

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