La guida
La doppietta più giovane della storia. «Parente è un piccolo-grande gioiello»
Classe 2006, lo voleva anche Braida, il suo procuratore è il figlio di Bagnoli
LIVORNO. «Per lui è stata una giornata da sogno. Mi ha raccontato che da bimbo andava in Curva Nord e che sentire il boato dello stadio dopo un suo gol è stata un’emozione unica». Parla così Nicholas Bagnoli, agente Fifa che ha seguito le orme del padre, Andrea, “la volpe rossa”, e procuratore di Mattia Parente, classe 2006 del Livorno che domenica scorsa contro il Grosseto ha segnato una doppietta che si ricorderà a vita.
«Aveva il telefono - dice Bagnoli - pieno di messaggi e telefonate. É stato un momento speciale, perché da livornese, da uno che sente addosso la maglia della propria città, essere decisivo in una partita così è qualcosa di unico. E’ una grande soddisfazione, ma sa bene che questo deve essere solo l’inizio».
Nel mirino di Braida
In estate è stato proprio Bagnoli a indirizzarlo sulla via di Livorno. «C’era un personaggio della caratura di Ariedo Braida (ex direttore del Milan e del Barcellona, ndr) che voleva portarlo a Ravenna. Parlando con l’Empoli abbiamo deciso che innanzitutto sarebbe stato utile mandarlo a giocare tra i grandi, anziché in Primavera, e che un’occasione come Livorno non ha eguali. É un’esperienza che può farlo maturare come poche altre».
L’obiettivo del ragazzo è quello di fare un percorso verso l’alto, insieme al Livorno. «Abbiamo pensato subito che potesse essere un trampolino di lancio. L’idea è quella di costruire con la società amaranto un percorso continuativo. Ovvio, l’Empoli è proprietaria del cartellino e ha l’ultima parola, ma la nostra speranza è che il Livorno riesce a tornare nei professionisti come merita e Mattia possa crescere insieme alla squadra».
Le qualità
Per Parente sono le prime presenze tra i grandi, sicuramente un cambiamento netto rispetto al calcio giovanile, dove comunque ha avuto esperienze di alto profilo in un vivaio come quello dell’Empoli dove lo scorso anno giocava nell’Under 18. «Per me è un ottimo quinto, visto come sa fare le due fasi, però nel modulo che fa il Livorno anche da terzino ha dimostrato di potersi esprimere al meglio. E’ normale che abbia bisogno di tempo, visto che dal settore giovanile a una prima squadra c’è grande differenza. Deve trovare le giuste misure in un gioco che è diverso da quello che faceva fino allo scorso anno, ma ha tutte le qualità per confermarsi sui livelli visti col Grosseto al di là dei gol».
Di padre in figlio
Da un giovane all’altro, perché anche Nicholas Bagnoli, ex giovanili del Livorno e ora calciatore in Eccellenza al Mobilieri Ponsacco, a soli 25 anni di età sta già seguendo le orme di babbo Andrea. É stato lui a segnalare al babbo il nome di Parente. «A 16-17 anni, quando ho iniziato a seguirlo, avevo in mente altri ruoli che nel mondo del calcio mi interessavano di più. Poi ho iniziato a fare un po’ di scouting per lui e da lì è cominciato tutto. Parlo diverse lingue, questo mi ha aiutato. Poi ho sempre visto la passione con cui babbo porta avanti questo lavoro. E, come nel mio caso, quando lavori con passione è veramente un piacere farlo. So di avere un’opportunità da non perdere».
Bagnoli e il Livorno
Chiamato in causa la “volpe rossa” non può non spendere due parole sul Livorno, da un punto di vista privilegiato come è quello di un addetto ai lavori . «L’accoppiata Indiani-Bicchierai non ha bisogno di presentazioni. Mi sembra ci siano tutti i presupposti perché possa essere l’anno buono. La squadra è completa in ogni ruolo e l’ho vista giocare a Gavorrano nel primo tempo: mi ha fatto una grande impressione. Alla guida ha il top allenatore per la categoria e con una tifoseria così ha tutto per arrivare in fondo».