Libertas, Andreazza e la sfida salvezza: «Lo zoccolo duro è la nostra garanzia»
Il coach amaranto spiega le scelte di mercato e le strategie: «Hooker giocatore perfetto: lo volevano in A1 e sembrava irraggiungibile. E invece...»
LIVORNO. Marco Andreazza, siamo ripartiti. Cosa prova?
«Grandissima emozione perché proveniamo da un campionato vinto e la ripresa dopo una stagione così è sempre importante. Approfitto per ringraziare quanti non giocano più o non lavorano più con noi perché sono stati artefici fondamentali per la riuscita del progetto. C’è anche responsabilità perché oltre alla gioia di aver riportato la LL ion serie A dopo 33 anni c’è la voglia di dare continuità tecnica al progetto che potrà essere confermata solo dal lavoro quotidiano, dai risultati e da una grandissima compattezza».
Qual è la prima cosa che serve a una matricola come la Libertas?
«Serve umiltà proprio perché ci riaffacciamo in un campionato che non conosciamo con qualche giocatore all’esordio in questa categoria e con qualche veterano importante. Tutti dobbiamo avere l’umiltà per capire dove siamo arrivati, però c’è voglia di competere e vogliamo essere la squadra rognosa e cattiva che nessuno vuole incontrare».
Che mercato è stato quello di A2?
«Di alto livello. Forse è la A2 più dura degli ultimi anni. C’è una serie di piazze storiche, ci sono squadra che sono partite con largo anticipo, magari mentre noi eravamo impegnati nella semifinale con Jesi. In questo mercato tanti giocatori che era impensabile potessero firmare per la seconda serie italiana, sono poi approdati in A2. Vuoi per offerte economiche allettanti, vuoi perché hanno visto giocatori importanti firmare per la seconda lega».
E quello della Libertas?
«Importante, perché abbiamo deciso di tenere un nucleo numeroso che servirà nei momenti di difficoltà. Al suo interno ci sono giocatori che conoscono già questo campionato e altri che potranno rendersi utili pur non avendolo mai fatto. Sarà decisivo il lavoro quotidiano per migliorarci. Lo zoccolo duro ha il mix giusto per competere in questo campionato».
E poi ci sono gli acquisti.
«Abbiamo inserito due giocatori esperti come Ariel Filloy e Nazzareno Italiano. E poi abbiamo preso due americani di assoluto livello e quindi siamo molto contenti di quello che siamo riusciti a fare e perché lo abbiamo fatto nei limiti di un budget prestabilito».
L’idea iniziale era quella di prendere un play italiano, più un realizzatore e un 5 stranieri. Perché avete cambiato strategia?
«Essere partiti con delle idee e averle cambiate in corso d’opera, fa parte delle dinamiche di mercato dove non abbiamo trovato quel tipo di playmaker italiano che volevamo e quindi, avendo bisogno di punti e imprevedibilità sul perimetro, abbiamo scelto come fanno molte squadre della nostra fascia, di prendere due americani sugli esterni».
A tal proposito, quali sono le caratteristiche di Quinton Hooker?
« "Quando abbiamo pensato a lui, abbiamo affondato il colpo. Non pensavamo fosse un giocatore prendibile, perché ha sempre giocato in prime leghe e perché aveva mercato anche in A1. Ma lo abbiamo corteggiato a lungo, gli abbiamo fatto capire che non volevamo un giocatore con le sue caratteristiche, ma volevamo lui».
Ed è andata bene.
«Quinton ha apprezzato molto questa cosa e quando ha firmato ha mostrato grande senso di responsabilità e sebbene non sia ancora arrivato è in contatto quotidiano con noi. Ha visto l’amichevole contro Pistoia. Al di là del valore del giocatore, portiamo una persona di spessore umano notevole. L’anno scorso ha viaggiato in doppia cifra nel campionato francese e in Champions League».
Caratteristiche tecniche?
«Può giocare anche da guardia perché è molto bravo nel tiro da tre punti in uscita dai blocchi. E volevamo un play rispettabile sul pick and roll. Pur non essendo altissimo, ha grande fisicità anche difensiva. È il profilo tecnicamente più adatto a noi. Ringrazio la società per lo sforzo economico prodotto».
Il precampionato come sta andando?
«Bene. Stiamo andando secondo i ritmi e il programma prestabilito. Abbiamo fatto un’ottima settimana in ritiro perché ci siamo sottratti al caldo di Livorno. L’impatto di Banks al momento è mediatico, ma anche importante con la squadra perché si è subito calato con grandissima umiltà nel clima amaranto. Questo sebbene non abbia lavorato molto con i compagni di squadra, perché è stato affidato alle attenzioni del preparatore atletico. Il primo allenamento lo ha sostenuto lunedì, ma anche quando non era coinvolto in prima persona, non ha fatto mai mancare il suo calore, il suo incitamento alla squadra. Insomma anche da questo punto di vista siamo molto soddisfatti».
A2 che ricorda l’A1?
«Sarà un campionato difficilissimo con moltissime squadre che vogliono vincerlo. C’è una promozione diretta e questo porterà qualche società a programmare le cose a partire bene per rimanere in testa fin dall’inizio. C’è la formula nuova del play-in, la novità del calendario asimmetrico: tante incognite, tanti turni infrasettimanali. Al momento ci sono sei-sette squadre fortissime anche se possono esserci sempre sorprese in positivo o in negativo».