Il Tirreno

LIVORNO. I lunghi rasta, lo sguardo sicuro, la loquacità di chi, a 38 anni e mezzo, non può avere paura di nulla e di nessuno sul campo da pallacanestro. Adrian Banks è sceso dal frullatore di emozioni e si è fermato per la presentazione ufficiale alla stampa e ai tifosi dopo una settimana da urlo: volo Miami-Londra-Pisa, poi visite mediche, notte a Livorno e via a Lizzano in Belvedere per conoscere i nuovi compagni di squadra. Banks è disposibile.

Racconta sorridendo come si è sviluppata la trattiva con la LL: «Un buon amico che mi sono conquistato per rispetto e sana competizione, Walter De Raffaele, mi scrisse un messaggio per descrivermi questa opportunità: lui è stato il gancio, il collegamento».

Ovviamente della Libertas sapeva poco o nulla…

“Eh sì. Non sapevo nulla della Libertas finché non ho parlato con coach De Raffaele. Lui mi ha detto che Livorno è la sua città natale e questo mi ha fatto interessare perché si tratta di un posto a cui lui tiene in modo particolare. Mi ha colpito che abbia pensato a me per rappresentare questa città. Questo mi ha spinto a cercare informazione sulla squadra e a scoprire molto della sua storia».

Si aspettava quell’accoglienza all’aeroporto?

«No. Quell'accoglienza mi ha fatto aprire di più la mente e il cuore al viaggio che sto per intraprendere con questi ragazzi e questa città. Viaggiare oltreoceano è sempre difficile per noi giocatori, soprattutto quando ci sono problemi nei voli. Quei tifosi, però erano lì alle 21 ad attendere un volo in ritardo e dopo un altro perso. Basti pensare che sono arrivato nove ore più tardi rispetto al previsto! Mi hanno accolto, hanno subito fatto il tifo per me e sono venuti a prendermi».

Cosa ha provato?

«Dico la verità: mi hanno emozionato e quell’emozione non passa».

Primi giorni in amaranto. Sensazioni sui nuovi compagni?

«Innanzitutto sono felice di non essere il giocatore più vecchio della squadra (ride, ndr). Ma ho l'impressione che la Libertas sia composta da un gruppo giovane, umile e pieno di energia. Ho giocato 10 anni in Italia e quindi ho un piccolo vantaggio: la maggior parte dei compagni di squadra italiani ha sentito parlare di me o ha avuto un compagno o un amico che ha giocato con me nelle stagioni passate: quindi questo rende un po' più facile il contatto con loro».

Obiettivo salvezza?

«L'obiettivo è continuare il processo di crescita. Qui hanno fatto tanto e hanno investito molto tempo, sforzi e denaro per arrivare al punto in cui si trova ora la squadra. Sono qui per aggiungere qualcosa a ciò che hanno già iniziato a costruire. Dobbiamo rimanere affamati e lavorare sodo».

Lei è esperto, non sente la pressione, ma sa che qui tutti si aspettano tanto dal suo talento…

«L’esperienza porta con sé una grande responsabilità. Amo la pressione e la sento. Credo che questa sia la forza trainante della mia carriera in questo momento. Posso andare a giocare a pallacanestro ovunque, ma non tutti i giocatori riescono a giocare per qualcosa o, meglio ancora, a rappresentare una città di persone bellissime. Lo ammetto, sono nervoso, ma è perché ci tengo e voglio che tutti noi proviamo il piacere di questo grande sport. Il rispetto e l'apprezzamento che la dirigenza mi ha dimostrato mi fanno sentire in debito con questo club. Grazie a tutti per l'affetto, ora è tempo di lavorare».

Oggi prima amichevole

Intanto stasera ci sarà la possibilità per i tifosi di vedere per la prima volta la squadra all’opera. Appuntamento alle 19 al PalaMacchia per una amichevole contro Pistoia, squadra di A1 allenata da Dante Calabria. Ingresso gratuito. Partita trasmessa in diretta da TVL sul canale 14 e sulla sua app.l