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Luca Angella e la scelta di cuore (amaranto): «Ho detto sì all’Us Livorno per crescere insieme»

di Simone Fulciniti
Luca Angella e la scelta di cuore (amaranto): «Ho detto sì all’Us Livorno per crescere insieme»

La presentazione del nuovo coach nelle sale del Grand Hotel Palazzo. E sulle livornesi: «Peccato per la Pielle, la Libertas ha esperienza, può farcela»

06 giugno 2024
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Livorno Luca Angella, dopo una vita trascorsa nel settore giovanile del Pistoia Basket, nelle ultime quattro stagioni è stato vice allenatore della prima squadra tra A2 e A1. Ieri è stato presentato, nelle sale del Grand Hotel Palazzo, come nuovo coach dell’Us Livorno Basket Uappala, campionato di serie C interregionale. La chiamata del presidente amaranto Paolo Vullo è stata accolta a braccia aperte da un livornese desideroso di tornare a casa e cominciare una nuova e avventura.

Angella, la domanda che tutti si fanno: cosa l’ha ha convinta a scendere 4 categorie ed accasarsi all’Us?

«Dico sempre che occorre fare le cose con entusiasmo. A Pistoia avevo perso certe motivazioni. Mi piace esser parte di un progetto che trasmette tanta voglia di fare».

Un progetto per il quale servirà tempo...

«Roma non è stata costruita in un giorno. Noi ci siamo dati tre anni. C’è la volontà di far crescere i giovani, portarli alla loro migliore versione possibile. Così come la società e il gruppo di allenatori».

Cosa le ha insegnato l’esperienza di assistente al massimo livello?

«In serie A sei allenatore certo, ma soprattutto gestore di personalità: americani, giocatori con caratteri molto forti, professionisti veri. Questo aspetto è quello che ho appreso di più affiancando i due coach coi quali ho collaborato. Poi c’è il lato tecnico, che, facile immaginare è molto sviluppato. Per i miei giovani attingerò da quel bacino, ma fino a un certo punto, perché i livelli sono differenti».

Ha mai avuto un punto di riferimento professionale?

«Sì. Il compianto professor Nicola Salerni, che a Pistoia è una leggenda: fece un lungo percorso dalla serie B negli anni 70’, fino ai gruppi under nel 2010 con me. È stato fondamentale per capire come si lavora coi giocatori cercando di migliorarli, dal lato umano e da quello tecnico. È stato il mio vero insegnante, a 360 gradi».

La sua vita familiare la porterà a viaggiare molto...

«Ormai sono abituato a girare il Granducato di Toscana. Ho una figlia che abita ad Asciano, vicino Siena. Adesso dovrò andare Pistoia per questioni sentimentali e ad Asciano per mia figlia. Saranno ancora più chilometri del solito».

Qual è il piano campionato?

«Migliorare di partita in partita. Avremo quattro senior, quelli che trascineranno la squadra dal punto di vista dell’esperienza. Il resto sarà composto da giovani che partiranno con qualche difficoltà, ma arriveranno a giugno, speriamo, col bagaglio pieno di esperienze».

Livorno sta tornando ad essere "basket city". Questo ha influito nella scelta di rientrare?

«Assolutamente si. Anche la collaborazione della società con la Pielle a me interessa. Per le persone che ci lavorano dentro, che conosco da una vita. Il programma è di poter progredire insieme. Ho grandi stimoli».

Pielle eliminata. Se lo aspettava?

«Ero al palazzetto da buon tifoso Piellino; mi è molto dispiaciuto. Ma dopo aver visto la stanchezza mostrata ad Avellino, il fatto di giocare davanti tutta quella gente, col pallone che pesa cinque chili più del solito, sapevo che sarebbe stata molto difficile».

Poi l’addio di Cardani...

«Se fossero andati in A2 immagino che sarebbe rimasto. Ma con la squadra in B, dopo una stagione dominante, il fatto che la categoria superiore chiami e puoi anche avvicinarti a casa, penso che accettare sia una scelta comprensibile».

La Libertas può farcela?

«Credo di sì. Ci sono gli elementi giusti per gestire i finali, gente d’esperienza come Fantoni, Fratto, Saccaggi, giocatori che hanno vinto campionati da protagonisti. Componente fondamentale nei play off». Le è mancata la sua città?«Tantissimo, ogni volta che potevo ci tornavo. Specie il mare».

E Pistoia?

«Laggiù lascio tanti amici, e persone alle quali sono legato. Tanti ragazzi meravigliosi. Me li porterò nel cuore per sempre»

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