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PL, contro Salerno un altro babà in attesa di Crema

di Federico Lazzotti
PL, contro Salerno un altro babà in attesa di Crema

Arriva la tredicesima vittoria consecutiva: in cinque in doppia cifra. Dopo lo strappo nel primo quarto, il break decisivo firmato da Laganà e Loschi

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Livorno Un babà, dolce e succoso, leggermente bagnato nell’alcol, da mangiare in un morso solo, fino a farsi coccolare da un lieve giramento di testa, una vertigine di felicità in attesa di Crema. La Pielle batte come da pronostico Salerno, firma la tredicesima vittoria consecutiva in campionato e poi impazzisce di gioia quando da Piacenza arriva la notizia della sconfitta della Libertas che adesso è terza a meno sei dai biancoblu (con una partita in meno) a quattro giornate dal termine della regular season. Con la sola Herons Montecatini che resta in scia, a meno quattro dalla Cardani band e che tra due settimane sarà a Livorno per la super sfida prima del derby.

Tornando alla sfida con Salerno si è trattato più di una partita che la Pielle gioca contro le proprie debolezze che contro gli avversari (34-18 alla fine del primo quarto): spazio per tutti i dodici convocati e dieci che vanno a referto, di cui cinque in doppia cifra.

Cosa non va

Se c’è un difetto in questa squadra che a tratti è bella come una campagna pubblicitaria di Elisabetta Canalis, è quello di essere talmente consapevole dei propri mezzi che certe volte si addormenta, sia in attacco che in difesa, sapendo che la partita in ogni caso tornerà nelle proprie mani. Chiamiamola riflessività rallentata. L’esempio l’avvio dei primi due quarti: Salerno si mette a zona 3-2 e la Pielle inizia prendendosi il primo tiro che la difesa concede (2/7 da tre nei primi cinque minuti) . Poi aggiusta bussola e mira (8/14 dopo dieci minuti) e facendo circolare la palla tocca il massimo vantaggio (34-18 con la tripla di Lo Biondo) . Salerno all’inizio del secondo quarto scegli di difendere a uomo. E serve qualche minuto per capire che adesso bisogna dare la palla dentro a Pagani per avere un vantaggio. Ma nel frattempo gli ospiti trascinati da Acunzo (ragazzo da tenere d’occhio) tornano addirittura a meno quattro (51-47 a due minuti da metà gara).

Cosa va

Chi può permettersi di far entrare capitan Luca Campori come nono uomo della rotazione? Rispondete a questa domanda e capirete dove sta la forza di questa squadra in prospettiva finale di stagione e playoff. Se non vi basta guardate la seconda e terza a azione del terzo quarto: è vero la Pielle non segna, perché sbagliano Pagani e Chiarini, ma andatevi a rivedere la circolazione di palla, tutti e cinque i giocatori in campo toccano il pallone almeno due volte. Ci sono allenatori che alla propria squadra non lo vedono fare una volta in tutta la stagione. Se questo non vi basta e siete appassionati della fase difensiva potete prendere come cartina tornasole il terzo quarto: otto punti concessi in dieci minuti. Quelli che di fatto segnano la resa di Salerno che all’ultimo intervallo si trova sotto di quindici (70-55) con il fiato corto e una montagna troppo alta da scalare davanti a sé. Anche perché appena provano a guardare la vetta (70-60) , ci pensano Loschi e Laganà a ricacciarli a valle (76-60) .

Il sesto uomo

Inutile girarci intorno, da qui alla fine della stagione chiunque venga a giocare in casa della Pielle dovrà fare i conti con il muro biancoblu. Duemilacinquecento innamorati della propria squadra, «fuori di testa» anche di mercoledì sera: cantano, ballano, incitano per quaranta minuti. E se prendono di mira un avversario – per conferma suonare a Pietro Agostini (l’ex Libertas punito con un tecnico dopo un bacio ironico alla curva sud ndr) – possono far perdere il carattere perfino a San Nikola Jokic da Denver. Ma quando urlano: «Salutate la capolista» e «Serie A». Allora sembra di gustarsi un altro babà. l
 

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