Il Tirreno

Livorno

Basket: Serie B

La Libertas cancella la capolista: a Treviglio è amaranto show


	I tifosi della Libertas Livorno a Treviglio
I tifosi della Libertas Livorno a Treviglio

I passaggi a vuoto degli amaranto con Desio e Crema sono un puntino lontano. Contro Rieti il grande malato prese un brodino. A Montecatini ha avviato le pratiche della convalescenza. Ora ha compiuto un passo decisivo verso la guarigione definitiva

05 novembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Signore e signori, tutti in piedi: passa la Libertas. A Treviglio, nel palasport intitolato al grande Giacinto Facchetti, gli amaranto hanno indossato l’abito buono e hanno letteralmente cancellato dal campo la capolista Lissone, nella serata di sabato 4 novembre. Impietosi i parziali dei primi 20’. 10-22 a fine primo quarto, poi 15-29 per un terrificante 25-51 con cui si è andati al riposo, sigillato con la ceralacca della valutazione di squadra: 21-71 per la LL. Riposo di nome e di fatto perché le successive due frazioni sono solo 'garbage time'. La sfida nella trana del lupo brianzolo è stata una cavalcata solitaria. Veloce e gioiosa perché quando la squadra diverte e si diverte, tutto scorre rapidamente. Vincere in trasferta di 37 non accade tutti i giorni.

Farlo in casa della prima in classifica, una volta ogni mille anni. “Vi vogliamo così” hanno gridato al mondo i cinquanta tifosi giunti nella bergamasca. Già, ma così come, perché questa vittoria larghissima non può essere circoscritta solo all’enunciazione delle crude cifre. No: dentro c’è tanto di più. Una difesa aggressiva fin dal primo minuto che ha fatto sembrare la capolista, una squadra di Juniones che affrontava vecchi bucanieri del parquet. C’è la voglia di non alzare il piede dall’acceleratore e di continuare ad azzannare l’avversario quando lo si vede in difficoltà. C’è la conferma di Allinei in quintetto (fiducia ripagata alla grandissima), c’è Lucarelli che quando esce dalla panchina fa sfracelli. E dire che Andreazza si è potuto concedere il lusso di gettarlo nella mischia dopo ben 8’ del primo quarto. C’è tutto il talento cristallino di Tozzi (100% dal campo nei primi due quarti) che, come ebbe a scrivere il suo omonimo Umberto, ‘è benzina che incendia il motore’ amaranto. Ci sono i muscoli di Fratto, il cervello di Bargnesi, la ritrovata autostima di Saccaggi e gli assist di Williams abile a mettere in ritmo i compagni di squadra e in riga gli avversari.

C’è il bisturi del chirurgo di Vasto, Amos Ricci che quando c’era da dare lo strappo decisivo ha messo i canestri che hanno fatto evaporare la fiducia di Lissone. Infine, c’è stato Dorin Buca. Il ragazzone rumeno fin qui poco utilizzato, è rimasto in campo oltre 24’. Ha sfruttato l’occasione arrivata per caso quando al 15’ sul 15-33, in uno scontro con Ceparano, Fantoni ha ricevuto un colpo che gli ha lacerato la pelle nella zona della tempia: copiosa perdita di sangue, quattro punti di sutura praticati nello spogliatoio, vistoso bendaggio e poi di nuovo pronto a rientrare stoicamente. Ma del rientro del capitano non c’è stato bisogno. La partita era già in ghiaccio e Buca ha consegnato un compito senza errori impreziosito da una doppia doppia: 14 punti, 6/8 dal campo, 2/2 ai liberi, una continua presenza intimidatoria sotto il canestro amico (3 stoppate e 11 rimbalzi totali). Adesso lui per primo, sa di poter dare una mano vera al gruppo ed è salito sul pullman per il ritorno con la convinzione di essere meno gregario di prima.

I passaggi a vuoto degli amaranto con Desio e Crema sono un puntino lontano. Contro Rieti il grande malato prese un brodino. A Montecatini ha avviato le pratiche della convalescenza. Ora, con la febbre a...37 (56-93) ha compiuto un passo decisivo verso la guarigione definitiva.

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni