Il Tirreno

LIVORNO. È in forma Igorgol: 55 anni, ma solo sulla carta d’identità. Quando il re dei bomber fa il suo ingresso al Club Magnozzi, in via della Gherardesca ad Ardenza, s’accende l’entusiasmo tra i soci: applausi, sorrisi, abbracci, strette di mano. E il doppio presidente Enrico Fernandez (del Club e onorario del Livorno) gli si fa incontro, lo stringe. «Grazie per essere venuto». E Protti: «È un piacere essere qui». Fernandez gli consegna un pacco: «C’è una cornice d’argento. ..». E Igor: «La terrò per una foto del prossimo campionato, mi capite vero? ».

«MERITIAMO LA D».

Ancora applausi dalla platea. Poi un breve sguardo alla stagione appena conclusa. Igor si scurisce: «Comprendo l’amarezza di chi sperava nella promozione; quella amarezza è anche la mia. Ma sappiamo anche perché è finita così. Posso dire questo: io non mollo, non arretro, non mi arrendo. In maglia amaranto ho vissuto anche tante delusioni ma ho sempre saputo reagire e alla fine è andata come volevamo. E così faremo anche stavolta. Non vedo l’ora che inizi il ritiro a Pieve Pelago...».

«ASPETTO GIUSTIZIA»

Una pausa e chiude: «Tuttavia il Livorno merita di essere promosso, non ripescato, dico promosso, perché noi abbiamo onorato il calcio mentre c’è chi ha bluffato. Il presidente Toccafondi ha già mandato l’assegno da 50 mila euro per l’iscrizione in serie D. Spero che l’esito del processo in merito alla partita tra Figline e Tau sia equo. Non possono non salvaguardare i principi sportivi».

IL PRESIDENTE

Squilla il telefono di Fernandez prende il cellulare mette il vivavoce e lo passa a Protti: «Guarda chi è, rispondi tu...». E Igor: «Presidente Toccafondi, sono Igor, stavamo parlando male di lei...». E il numero uno amaranto sorride: «Non ho dubbi, salutami tutti i presenti...». Scatta l’applauso anche per lui.

RIDATECI I TROFEI

Enrico Fernandez ora si siede. «Lo sapete che quando sono andato in sede in via dell’Indipendenza a prendere i trofei e le coppe del Livorno sino al 1987 non mi hanno neppure aperto. È stata una umiliazione...». S’infervora: «È bene che si sappia che io quei trofei e quelle Coppe le avevo già pagate 700 mila lire con un assegno all’allora curatore...». Fernandez chiama Piero Mazzoni, tifoso specchiato, una istituzione del Club, che creò pure il Punto Amaranto, e ancora collabora con la società. «È vero, lo confermo – spiega Mazzoni _. Andammo io e l’amico Enrico Del Chicca (che annuisce) a portare l’assegno...». Sembra che Fernandez adesso abbia offerto 6 mila euro per tutti i trofei, anche quelli dell’era Spinelli. «Per il momento – e conclude – posso dirvi che alla questione lavorano un avvocato e un commercialista. E che sono preoccupato perché tutto il materiale è rimasto nelle sede chiusa di via Indipendenza e qualcuno potrebbe sottrarli...». Tra l’altro i proprietari del fondo hanno intentato causa perché la A.S. non ha pagato molte mensilità per l’affitto. Una fine meschina.

I PREMIATI DEL CLUB

Il primo a essere festeggiato è stato Curzio Galatolo, che tra l’altro compiva gli anni, per la sua infaticabile attività nell’ambito del Club. Applausi anche per Piero Mazzoni, un altro personaggio che ha vissuto gran parte della storia amaranto. Premi anche all’ex team manager Gianni Palumbo, sempre pronto a dare una mano e a dispensare consigli alla società e a Franco Ferretti, che ha visto oltre 2400 partite degli amaranto («Alla prima nel 1944 mi portò mio fratello più grande, io avevo nove anni, fu amore a prima vista...A») e lavorato per Radio Flash e Granducato. Un amico di decine e decine di trasferte. Riconoscimento anche allo scrivente che per oltre 35 anni ha seguito gli amaranto per il Tirreno.l