Controlli
Livorno, chi è l’idraulico inseguito e arrestato con 13 chili di hashish in auto
Sulla sua Mini Cooper rossa ha seminato il panico, scontrandosi con diverse macchine prima di arrendersi agli agenti. Ora è in carcere
LIVORNO. A bordo della sua Mini Cooper rossa ha tentato la fuga dalla polizia con 13,123 chili di hashish nascosti nel bagagliaio, seminando il panico a Stagno e danneggiando diverse auto in sosta.
Centotrenta panetti di droga leggera, quella che trasportava, per un valore complessivo fra i 39.000 e i 52.000 euro, considerando un prezzo medio sul mercato illegale fra i tre e i quattro euro al grammo.
L’arresto
È stato arrestato dalla Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca, l’idraulico ventitreenne marocchino Yassir Tiabi, originario del comune maremmano di Scansano, ma di fatto domiciliato nella frazione colligiana. Era vicino casa, secondo una prima ricostruzione, quando gli agenti della questura nel tardo pomeriggio di martedì 11 novembre lo hanno fermato dopo che aveva ignorato il loro alt per un controllo.
L’artigiano, cercando di sfuggire alla cattura, ha imboccato diverse strade contromano, urtando due macchine che stavano percorrendo regolarmente via Berlinguer (una Volvo e una Toyota), schiantandosi infine su altri mezzi in via di Suese, a poca distanza, rischiando chiaramente di provocare conseguenze ben peggiori per l’incolumità pubblica. A quel punto, senza più possibilità di far perdere le sue tracce, è stato bloccato.
In carcere
I poliziotti, trasferendolo nel carcere delle Sughere in regime di custodia cautelare su disposizione della pubblico ministero Alessandra Fera, sono riusciti ad arrestarlo con non poca fatica. Le accuse sono detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reato per il quale è finito in manette, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e per non essersi fermato dopo l’incidente (illeciti per i quali, gli ultimi tre, è stato denunciato). La sua, secondo l’accusa, è stata «una condotta di guida pericolosa per l'incolumità personale degli altri utenti della strada e del personale delle forze dell'ordine impegnato nell'inseguimento».
L’interrogatorio
Il 13 novembre nel penitenziario di via delle Macchie, davanti alla giudice per le indagini preliminari Francesca Mannini si è celebrata l’udienza di convalida dell’arresto. Per il giovane la procura aveva ribadito la custodia cautelare in carcere, poi accolta. A difenderlo l’avvocata Barbara Luceri.
Durante l’udienza in camera di consiglio ha raccontato di avere un lavoro regolare e aver solo trasportato il carico. Non era incaricato per la vendita, insomma, secondo quanto da lui testimoniato. Alla giudice non ha però fornito particolari su chi gli avesse consegnato l’hashish o a chi dovesse recapitarlo.
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