«Poco personale e ci laviamo con l’acqua fredda». Nuova protesta da Gorgona: appello al ministero
Il sindacato Sinappe: «Detenuti da 93 a 140 e la penitenziaria ancora in calo». Il bar degli agenti chiuso il pomeriggio e la sera: «Mancano spazi di socialità»
GORGONA. «La realtà penitenziaria di Gorgona, situata in un contesto ambientale di straordinaria bellezza e parte integrante del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, continua a rappresentare un presidio penitenziario dalle grandi potenzialità, purtroppo penalizzato da isolamento operativo, carenze strutturali e gravi deficit di organico. Ora la struttura ospita 93 detenuti, ma la capienza è destinata a crescere fino a 110 nelle prossime settimane, con una prospettiva di raggiungere 140 presenze».
Inizia così la nota di protesta del sindacato Sinappe, che martedì scorso ha svolto un sopralluogo nell’ex colonia penale agricola, da tempo accorpata alle Sughere, con il segretario provinciale Agostino Candia e l’omologo locale Francesco Ardovini. «Una realtà isolata e abbandonata, servono interventi urgenti», spiegano in sintesi i due sindacalisti.«A fronte di questo aumento il personale in servizio si riduce a 24 unità – si legge ancora nella nota inviata dalla sigla di rappresentanza dei lavoratori del settore – comprendenti coordinatore, sottufficiali e agenti. Un dato allarmante se si considera che la pianta organica minima per garantire i livelli di sicurezza con circa 80 detenuti prevedrebbe 35 agenti, mentre in regime di piena capienza ne servirebbero oltre 50». Più volte il sindacato ha richiesto «la sostituzione delle unità mancanti a seguito di trasferimenti e pensionamenti, anche in occasione di incontri ufficiali con le autorità ministeriali, tra cui quello con il sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Delmastro, avvenuto proprio sull’isola. Nonostante le promesse di sei nuovi agenti da assegnare attraverso interpello straordinario, ad oggi tali immissioni non si sono concretizzate». Le proteste del Sinappe seguono quelle di altri sindacati nei mesi e negli anni scorsi, che hanno più volte posto l’accento sui problemi dell’isola.
«Solo nel corso di quest’anno – prosegue la sigla di rappresentanza dei lavoratori della polizia penitenziaria – si sono registrate otto mancanze di personale, compensate solo da tre sostituzioni. Alle carenze di organico si sommano gravi disagi logistici e strutturali. Da oltre cinque mesi – si spiega – il personale è costretto a lavarsi con l’acqua fredda, a causa della caldaia guasta che alimenta la caserma degli agenti e la foresteria, ancora non riparata. A questo si aggiungono mezzi di movimento ormai vecchi e inadeguati, che rendono difficoltosi gli spostamenti e le attività operative sull’isola, aggravando ulteriormente le condizioni di lavoro del personale. Inoltre, la chiusura del bar per i poliziotti nelle ore pomeridiane e serali priva il personale di un essenziale spazio di ristoro e socialità, incidendo ulteriormente sul benessere e sulla motivazione di chi già opera in condizioni di forte isolamento. Non meno preoccupante è il crollo del muro sottostante il giardino in via del Porto, prospiciente la caserma degli agenti, che testimonia lo stato di abbandono manutentivo in cui versa l’isola».
«Gorgona, un tempo fiore all’occhiello dell’amministrazione penitenziaria e modello di custodia attenuata, oggi rischia di diventare un simbolo di incuria e disattenzione istituzionale – dichiara il segretario provinciale del Sinappe, Agostino Candia – ed è urgente un piano straordinario di intervento non solo per ripristinare condizioni dignitose di lavoro e sicurezza, ma anche per valorizzare le potenzialità produttive e ambientali dell’isola, favorendo l’apertura alla vendita dei prodotti agroalimentari e artigianali generati all’interno del penitenziario. Questo consentirebbe, almeno in parte, di recuperare gli ingenti costi di gestione pubblica che da anni gravano sull’amministrazione». Il Sinappe, conclude la nota sindacale, «ribadisce la propria vicinanza al personale di polizia penitenziaria in servizio sull’isola di Gorgona e sollecita l’amministrazione a intervenire con tempestività per garantire sicurezza, dignità e valorizzazione di un presidio penitenziario unico nel suo genere, che non può e non deve essere – ribadisce – lasciato al proprio destino».
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