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Vernacoliere, una speranza di futuro. La discussione in redazione e le parole di Aldo Cazzullo

di Redazione Livorno

	La riunione di redazione al Vernacoliere
La riunione di redazione al Vernacoliere

Riunione di redazione del direttore Cardinali con i fedelissimi. A ruba l’ultimo numero uscito a ottobre

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LIVORNO. Il Vernacoliere al time-out. Dopo la chiamata della pausa editoriale annunciata giovedì scorso da Mario Cardinali con un post su Facebook, nel pomeriggio di lunedì la redazione e i collaboratori si sono ritrovati presso la storica sede del mensile per una riunione fiume presieduta dal direttore in persona, che ha dipanato una serie di scenari possibili per il futuro del mensile di satira più irriverente d’Italia.

Niente di ufficiale del contenuto del lungo dibattito è trapelato al di fuori delle stanze dei “poteri forti della satira”. Ma c’è una discussione in corso sul futuro, anche dopo le numerose attestazioni di affetto e le richieste di ripensamento giunte da tutta Italia.

Erano presenti, insieme a Mario Cardinali: Valter Cardinali, Andrea Camerini, Ettore Ferrini, Claudio Marmugi, Tommaso Eppesteingher, Pardo Fornaciari e Daniela Mazzoni.

Secondo quanto annunciato dallo scritto di Cardinali affidato ai social la settimana scorsa, “Il Vernacoliere”, dopo un numero ancora da realizzare in uscita nel mese di novembre, si fermerebbe per una non meglio precisata pausa di riorganizzazione editoriale.

Il comunicato, di base, era rivolto ai collaboratori, però è stato diffuso a tutti i lettori e al pubblico attraverso la pagina Facebook del Vernacoliere che vanta oltre ducentomila follower, ottenendo l’effetto di deflagrare come una bomba atomica in tutta la Penisola e in tutte le sfere della cultura, locale e nazionale.

Virzì, Bobo e Paolino

Migliaia le testimonianze di affetto alla redazione per il lavoro svolto e gli incitamenti ad andare avanti, nonostante tutto.

Il sindaco Luca Salvetti, il presidente della regione Eugenio Giani, il regista Paolo Virzì, lo showman Paolino Ruffini, il trasformista Dario Ballantini, il cantautore Bobo Rondelli, tra gli altri, hanno subito teso una mano alla testata e decine sono state le trasmissioni televisive e radiofoniche che si sono occupate della vicenda.

Numero a ruba

Tra le idee sul piatto anche quella lanciata dal sindaco di Livorno di una mostra permanente a tema “Vernacoliere” al Museo della Città.

Nel frattempo, il numero in edicola in questo momento è andato a ruba dopo l’annuncio, lasciando tutti in attesa del prossimo, che arriverà tra la metà del mese e gli inizi di dicembre.

Discussione in consiglio

È di queste ore, poi, la notizia che il Gruppo Consiliare del Partito Democratico ha depositato una mozione a “Tutela del patrimonio satirico e culturale del Vernacoliere”, dove si ribadisce che la testata rappresenta da decenni una delle più significative espressioni della cultura popolare di Livorno, che la storia editoriale del “Livornocronaca” è un unicum nel panorama italiano e che la libertà di satira, attraverso l’articolo 21, è un pilastro fondante della Costituzione. Per tutti questi motivi, si legge, il Consiglio Comunale si impegna ad attivarsi per sostenere la salvaguardia del valore storico e culturale del mensile e per sostenere tavoli di dialogo tra le parti per garantire un futuro al giornale pur nella sua totale indipendenza editoriale. «Il consiglio si terrà a fine mese, ma una mozione può vivere anche fuori del Consiglio Comunale», sottolinea Valerio Ferretti vice capo gruppo del Pd, «segno dell’urgenza, dell’attenzione e dell’interesse che c’è verso questa causa, che è della città».

Il plauso di Cazzullo

Tra coloro che si sono dichiarati grandi estimatori della rivista in queste ore spicca Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore piemontese, che sulle pagine del “Corriere della Sera” ha ricordato quando a vent’anni, a Pisa, ha visto per la prima volta Il Vernacoliere, mentre era studente di una scuola di giornalismo. Scrive Cazzullo: “Il titolo era: «A Rambo ni ciondola l’uccello». Insomma, nel pieno degli anni 80 e del machismo, il Vernacoliere metteva in dubbio la virilità del guerriero di Hollywood. Da allora non l’ho mai perso di vista. È stata una grande avventura editoriale e direi anche intellettuale, che ha ispirato testate fondamentali per capire gli anni 80 e 90, come Cuore e il Satyricon di Repubblica”.


 

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