Livorno, la Caritas ferma la raccolta di abiti: «Siamo sommersi, senza contenitori vengono tutti qui»
Il presidente: «A malincuore siamo stati costretti a sospendere il servizio, non era più sostenibile». Per donare gli abiti si può utilizzare il servizio Aamps di ritiro a domicilio: come funziona
LIVORNO. Cumuli e cumuli di abiti usati. Talmente tanti che chi di dovere non sa più dove metterli. E gli manca pure il tempo per selezionarli. Ecco perché la Caritas è stata costretta a stoppare temporaneamente la raccolta. «Stiamo annegando nei vestiti», dice il direttore della Fondazione Caritas Livorno Guido De Nicolais. Ed è così da quando i contenitori stradali sono stati eliminati da Aamps, che ha deciso di puntare sul ritiro a domicilio. Probabilmente non tutti sono a conoscenza del nuovo servizio di ritiro a casa, fatto sta che c’è chi, non trovando più i cassonetti stradali al loro posto, porta gli abiti direttamente alla Caritas, che finisce per essere sommersa dai capi. Peraltro in via La Pira c’è anche il problema degli abbandoni. «Lasciano di tutto qui davanti, compresi gli ingombranti. Ma questo marciapiede non è un centro di raccolta». Ma andiamo con ordine.
Il servizio della Caritas
La Caritas, a cose normali, nella sua sede in Corea ha un punto di raccolta di abiti usati, che un tempo potevano essere inseriti nel bidone presente sulla strada. Questi vestiti venivano poi visionati dai volontari e suddivisi in due gruppi: da una parte quelli recuperabili, dall’altra quelli da gettare via. I primi erano poi destinati ai detenuti del carcere o ai bisognosi, mentre i secondi venivano consegnati alla cooperativa incaricata che provvedeva ad avviarli allo smaltimento.
Lo stop
Ultimamente però è successo che il numero di abiti portati in via La Pira è lievitato arrivando anche a quadruplicare. Il risultato è che i ritiri della cooperativa non bastano più, i volontari non riescono a far fronte alla mole di capi in ingresso e le stanze della Caritas sono stracolme. Con abiti ammucchiati ovunque e spazi che a stento riescono a contenerli. Ecco, dunque, che il servizio di raccolta è stato sospeso fino a data da destinarsi. «A malincuore abbiamo dovuto dire basta – sottolinea De Nicolais – siamo sommersi dagli abiti». Chi dovesse avere necessità di disfarsi dei vestiti usati, dunque, deve rivolgersi direttamente ad Aamps contattandolo per stabilire una data per il ritiro, che adesso è solo ed esclusivamente a domicilio.
Gli abbandoni
In tutto questo resta comunque chi, arrivando coi vestiti alla Caritas, decide di lasciarli comunque sul marciapiede davanti al cancello. Quindi, di fatto, li abbandona, impropriamente, trattandoli come rifiuti. E questo non capita solo con gli abiti. «Troviamo di tutto. Anche ingombranti e calcinacci, perciò poi dobbiamo chiamare Aamps per farli rimuovere». E in questa situazione, con i cumuli di abiti abbandonati in vista, c’è anche chi si mette a rovistare tra i rifiuti, cercando in via La Pira qualcosa che possa essere di suo gradimento. Col risultato che il marciapiede è diventato allo stesso tempo una sorta di discarica, un centro di raccolta e un mercatino dell’usato.
Il ritiro a domicilio: come funziona
Da un po’ di tempo a questa parte per gli abiti usati vige la stessa disciplina prevista per gli ingombranti e le potature: vengono cioè ritirati a domicilio. Il servizio può essere prenotato chiamando il numero 800031266 o direttamente sul sito di Aamps in cui sono indicate anche le regole per il conferimento. Orientativamente – si legge sul sito di Aamps – è possibile conferire un quantitativo di indumenti usati non superiore a un metro cubo per appuntamento. Gli indumenti usati devono essere conferiti in sacchi in materiale plastico trasparenti o semi-trasparenti. Sul rifiuto dovrà essere apposto il codice identificativo dell’appuntamento rilasciato al momento della prenotazione del servizio. Il materiale dovrà essere esposto al piano strada davanti al numero civico, nel giorno fissato per il ritiro. Il servizio di ritiro a domicilio degli abiti usati è riservato alle utenze domestiche. Sempre sul sito di Aamps si legge che nella fase iniziale, non sono previste limitazioni alle prenotazioni (si possono effettuare più prenotazioni anche nell’arco di una stessa settimana) con un conferimento massimo giornaliero non superiore al un metro cubo (si stimano massimo 20 sacchi con volumetrie non superiore ai 50 litri l’uno). Non sarà più possibile conferire gli abiti usati al centro di raccolta. Dal lunedì al venerdì, secondo calendario o appuntamento, dalle 7 alle 19, il sabato dalle 7 alle 13. È possibile modificare un appuntamento (entro le 12 del giorno feriale precedente) contattando il numero 800031266 (da rete fissa) o 0586416350 (da rete mobile) dal lunedì al sabato dalle 8 alle 13 e dalle 14,30 alle 17.
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