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Il lutto

Addio ad Alessandro Disegni: è stato il magazziniere della Primavera del Livorno

di Stefano Taglione
Alessandro Disegni
Alessandro Disegni

Nella vita è stato calciatore, muratore, idraulico, tipografo al Tirreno, allenatore alla Rosa e presidente del Corea. Aveva 82 anni. Il ricordo dei familiari

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LIVORNO. Ha lavorato per una vita intera come tipografo e centralinista al Tirreno. Ma non solo: è stato anche un personaggio centrale nel mondo del calcio labronico, prima come giocatore nella Pro Livorno, al tempo in Serie D, poi come allenatore alla Rosa, come presidente del Corea e infine come magazziniere della Primavera del Livorno quando gli amaranto tornarono ai piani nobili del campionato. Ma ha anche vogato, sia nell’Ovosodo che per l’Ardenza.

Tutta la città piange Alessandro Disegni, morto a 82 anni. Tifosissimo della Juventus, e ovviamente del Livorno, abitava dal 1959 in Coteto e si è spento circondato dall’affetto dei suoi amati familiari. «Adorava i suoi quattro nipoti – spiega commossa la figlia Alessandra – e se la morte gli faceva paura era solo perché non avrebbe più potuto stare con loro». Sposato da 55 anni con la moglie Irma Stefanini, oltre ad Alessandra lascia il figlio Ilio, che spesso da piccolo portava con sé nelle trasferte a vedere la Vecchia signora e il Livorno, e i nipoti Beatrice, Alessandro, Cristian e Noemi. «Andavamo insieme al vecchio comunale di Torino – racconta Ilio – ma anche per assistere ai match degli amaranto. Mio padre era un grandissimo appassionato di calcio e mi ha seguito ovunque anche quando giocavo».

Fra i suoi hobby la pesca e le passeggiate nel bosco per raccogliere i funghi, di cui era grande esperto. Come lavoratore, prima di approdare nella sede del Tirreno di viale Alfieri, aveva lavorato come manovale e muratore. «Era veramente un “tuttofare” – prosegue la figlia Alessandra – e, iniziando come manovale, si è poi specializzato come muratore e idraulico. Non c’è bagno o cucina che lui non abbia ristrutturato in famiglia, era bravissimo. Aveva le mani d’oro. Oggi di persone così ce ne sono poche, lo diceva sempre anche lui». Il nipote di Alessandro porta il suo stesso nome, anche il cognome. Il figlio Ilio spiega il motivo: «Mio padre nel 2005 rischiò di morire a causa di un infarto – le sue parole –. Mia moglie era incinta e insieme avevamo deciso che se fosse sopravvissuto, nostro figlio lo avremmo chiamato come lui. Così abbiamo fatto». Il funerale dell’ottantaduenne si è svolto alle 16,30 di mercoledì 15 ottobre al cimitero dei Lupi. «Ciao “roccia”», è stato il messaggio scritto su Facebook dal figlio Ilio, con moltissime persone che si sono strette al suo dolore, a quello della sorella Alessandra e di tutti gli altri familiari. «E quest’anno mancherai te “babbino” mio, non ci sarà niente da festeggiare per Natale», ha concluso in un messaggio sul social network la figlia, ricevendo tantissimi messaggi di cordoglio.

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