Il Tirreno

Livorno

Il nodo

Porto di Livorno, l’allarme dei terminalisti: «Vincoli regionali allo sviluppo»

di Giulio Corsi
Porto di Livorno, l’allarme dei terminalisti: «Vincoli regionali allo sviluppo»

Arriva il limite di ampliamento del 10% e la tutela paesaggistica delle aree portuali

5 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Oggi il consiglio comunale approverà il piano operativo comunale, noto con l’acronimo Poc, strumento urbanistico che disciplina l’attività edilizia e urbanistica di un comune, specificando le regole per interventi sul territorio, sia per le aree edificate che per quelle libere.

È la conclusione di un percorso infinito e travagliato, con polemiche politiche anche aspre, maratone notturne in aula a colpi di emendamenti, uno stallo lunghissimo in Regione.

Per la maggioranza di centrosinistra è una vittoria, perché dal punto di vista urbanistico “aumenterà il verde e si ridurrà il cemento”, come più volte ha avuto modo di dire il sindaco Salvetti, perché ci saranno semplificazioni importanti a livello di edilizia privata, e perché soprattutto, sempre citando Salvetti, “finalmente si sbloccherà lo sviluppo della città”.

La bega del porto

Ma non ci sarà tempo per festeggiare perché la giunta si ritroverà fin da subito con una nuova patata bollente tra le mani (senza però averne la responsabilità e gli strumenti amministrativi per risolvere la questione) legata al porto. Dove col nuovo Poc ci saranno limitazioni pesanti rispetto a quanto è accaduto fino ad oggi grazie ad una deroga che consentiva all’interno dell’area portuale interventi urbanistici di ampliamenti e innalzamenti sulla base del piano regolatore generale, mentre da ora tutto l’ambito portuale sarà considerato assoggettato alla tutela paesaggistica e servirà dunque sempre il placet della Soprintendenza per qualunque intervento, e per di più scatterà la novità del tetto vincolante del 10% massimo per gli aumenti delle dimensioni fisiche delle infrastrutture, capannoni, magazzini ma non solo, in considerazione del fatto che il Poc dovrà rispettare i dettami del Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana con valenza paesaggistica (approvato nel 2015) il quale prevede un vincolo “estensivo” su tutto il territorio costiero assoggettato a tutela paesaggistica, che limita al 10% massimo gli ampliamenti degli edifici esistenti.

Industriali preoccupati

C’è agitazione nel cluster portuale livornese: tanto che ieri mattina c’è stata una riunione al termine della quale il presidente della sezione terminalisti portuali di Confindustria Toscana Centro e Costa, Roberto Alberti, ha rappresentato al sindaco Salvetti e al presidente della Regione Giani le preoccupazioni emerse negli incontri con le aziende associate per gli effetti che si verificheranno in ambito portuale con l’approvazione del Poc.

«Le aree portuali, con la normativa corrente, sono escluse dalla tutela paesaggistica costiera e comunque soggette a controlli ed autorizzazioni da parte di altri enti primi tra tutti le autorità portuali e marittime – spiega il presidente Roberto Alberti -. La nuova normativa imporrà l’applicazione di vincoli regionali, che andranno a limitare le possibilità di sviluppo portuali, anche nelle aree ricomprese nella zona logistica semplificata. Confindustria ovviamente condivide la tutela delle ricchezze paesaggistiche della costa che non sono in contrasto con la deroga fino ad oggi prevista per le aree portuali».

«La sezione terminalisti portuali – conclude Roberto Alberti – ha ritenuto, nel rappresentare il problema alle istituzioni interessate, di proporre la propria collaborazione costruttiva, suggerendo una modifica al “Piano di Indirizzo Territoriale” della Regione Toscana del 2015, che supererebbe il problema».

Freno allo sviluppo

Toni soft e collaborativi dietro ai quali però, come dicevamo, i timori sono forti e maturati da mesi di monitoraggio e di confronti. La questione è legata ai costi aggiuntivi e agli allungamenti dei tempi che ci saranno per ogni istanza delle imprese, ma anche alle maggiori limitazioni che le aziende si troveranno di fronte nel momento in cui dovessero investire in infrastrutture. Di fatto queste ulteriori limitazioni sono lette come un possibile freno allo sviluppo. E qualcuno evidenzia il paradosso di ulteriori paletti urbanistici proprio nel momento in cui decolla la Zls, la Zona Logistica Semplificata tra porto e retroporto per attrarre investimenti.

Senza considerare la questione Darsena Europa: come potrebbe incastrarsi la nuova disciplina urbanistica nella partita? L’equazione degli imprenditori è semplice: più vincoli metti più ritardi fai più scoraggi gli investimenti.

Le vie d’uscita

Un coinvolgimento maggiore del mondo portuale avrebbe potuto evitare o limare certe asperità normative e ciò non è accaduto poiché nella procedura di approvazione del piano operativo comunale e contestuale variante al piano strutturale del Comune di Livorno l’Autorità di Sistema Portuale non è stata inserita tra gli enti competenti all’epressione di pareri. Ma il problema, come dicevamo, è a monte, perché la questione è regionale (Pit) e anche nazionale (Soprintendenza e ministero).

È tutto perduto con l’approvazione del Poc prevista per oggi? Non proprio. Le strade possibili, secondo il comune sentire degli imprenditori di banchina, sono due: 1) la comunità locale (Comune, Authority, parti datoriali e sindacali) producendo ulteriore documentazione esplicativa, possono tentare di convincere la Soprintendenza che le aree portuali rientrino tra le deroghe come lo erano fino ad oggi. In questo caso il problema si eradicherebbe a monte in quanto tale classificazione escluderebbe le aree dalla tutela paesaggistica. 2) La Regione Toscana potrebbe adottare una variante al piano di indirizzo territoriale regionale nella quale si chiarisce che le limitazioni con valenza di Piano Paesaggistico non si applicano nell’ambito delle aree normate dal piano regolatore portuale.

Un percorso che ieri pomeriggio ha trovato fin da subito sponda nell’amministrazione comunale col sindaco Salvetti che al Tirreno annunciava di essere pronto a sostenere la battaglia degli imprenditori portuali e non da solo: «I terminalisti e con loro tutto il mondo portuale fanno bene ad essere preoccupati. Sono mesi che stiamo dicendo alla Paesaggistica in Regione che il ministero non doveva dare il via libera alla Soprintendenza per apporre il vincolo sulle aree portuali. Lo abbiamo detto a tutti ministero, politici, autorità di sistema. Nessuno si è agitato e ha alzato la voce. Ora noi approviamo il Poc perché è già troppo tempo che la città aspetta dopodiché siamo pronti con prefetto, operatori e governo a riaprire la questione per modificarla. Dove stanno le responsabilità è ben chiaro». 

Flash di cronaca

Scuola

Voto in condotta, passa la riforma: per la promozione serve almeno il 7, col 6 “compito di cittadinanza”

Estate