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Livorno Porto Pulito: «Tante cose fatte, tante ancora da fare»

di Iacopo Simoncini

	Uno scorcio del porto di Livorno (foto Silvi)
Uno scorcio del porto di Livorno (foto Silvi)

L’associazione traccia un bilancio del 2024 con uno sguardo al futuro

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LIVORNO. Il 2024 segna la conclusione di un anno cruciale per Livorno Porto Pulito, un’associazione nata a fine 2022 con l’obiettivo di affrontare il tema dell’inquinamento atmosferico portuale. Dopo un 2023 di “rodaggio”, l’associazione è ora pienamente operativa, con azioni che hanno già portato risultati significativi.

Dai primi passi ai risultati concreti

«Nel 2023 – si spiega dall’associazione – abbiamo intrapreso attività fondamentali per sensibilizzare la cittadinanza e costruire una solida base di conoscenze. Gli incontri di quartiere sono stati il primo passo per avvicinare le persone al problema, mentre tre centraline autonome per il monitoraggio del particolato fine emesso dalle navi hanno permesso di iniziare una rilevazione indipendente dei dati sull’inquinamento. Inoltre, abbiamo avviato un dialogo continuo con le istituzioni: Comune, Capitaneria, Autorità Portuale, Asl e Arpat, sostenendo la necessità di interventi urgenti».

Il 2024: azioni trasformate in progressi

Il 2024 si è tradotto in azioni concrete per l’associazione: «Una delle tappe più rilevanti è stata l’emanazione di una prima ordinanza sull’uso di combustibili a basso contenuto di zolfo da parte della Capitaneria, in collaborazione con il Comune. Anche se non riguarda ancora le manovre a ridosso della città e il carburante utilizzato è ancora cento volte più tossico di quello per autoveicoli, è un segnale importante verso una maggiore consapevolezza pubblica. Parallelamente, Arpat e Comune hanno completato un monitoraggio tramite una centralina mobile, sebbene con limitazioni significative per ubicazione e durata. Per questo, il nostro lavoro con le tre centraline della rete nazionale di Citizen Science “Che Aria Tira” si è rivelato essenziale: oltre cento picchi di particolato sono stati identificati in corrispondenza dei movimenti navali, fornendo dati dettagliati su navi coinvolte, orari, condizioni atmosferiche e livelli di inquinamento».

Collaborazioni e mobilitazione

Porto Pulito ha preso parte anche a importanti collaborazioni: «A marzo abbiamo partecipato a un confronto a Marsiglia con altri collettivi critici sul crocierismo». «Questo incontro ha ispirato il flash mob di giugno sotto i Quattro Mori, in occasione della prima giornata europea dedicata al tema. A ottobre, il nostro Convegno Internazionale ha visto la partecipazione di esperti europei e ha messo in luce dati preoccupanti sulle nanoparticelle misurate in porto».

La mission di Porto Pulito

«Durante l’estate sono state raccolte 1.200 firme per una petizione popolare che chiede: l’installazione di centraline fisse Arpat nelle vicinanze del porto, misurazioni “a camino” delle emissioni navali, l’effettivo collegamento delle navi alle banchine elettrificate entro il 2026. Queste richieste, che saranno discusse in Consiglio comunale all’inizio del 2025, mirano a garantire un equilibrio tra salute pubblica, tutela ambientale e attività portuale sostenibile. In un solo anno abbiamo più che raddoppiato i nostri iscritti, raggiungendo quota 126. Questo dato riflette un interesse crescente da parte della cittadinanza verso la salute, l’ambiente e un futuro realmente sostenibile per il lavoro portuale. Lo ribadiamo per l’ennesima volta, noi non vogliamo “chiudere il porto” come sostiene qualcuno», ha concluso l’associazione.

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