Livorno, tragedia alla Rosa: aiuto-cuoco muore a 65 anni soffocato
L'uomo aveva lasciato una sigaretta accesa in casa, poi il principio di incendio che lo ha ucciso. Il fratello: «Gli volevamo tutti un gran bene»
LIVORNO. È morto a 65 anni soffocato dal fumo di una sigaretta lasciata accesa, con il principio di incendio che nel frattempo aveva attaccato alcuni arredi. Tragedia in via Machiavelli, nel quartiere della Rosa, dove ieri ha perso la vita Mauro Serpan, ex aiuto-cuoco in vari ristoranti della Toscana e in Romagna ma purtroppo, da tempo, costretto a muoversi in carrozzina perché tetraplegico. Abitava da solo, Mauro, ed è stato trovato cadavere nel bagno del suo appartamento al primo piano di un condominio dalla sorella, avvertita da una vicina perché da una delle finestre usciva il fumo. La donna, una volta entrata nell’abitazione con le chiavi che le aveva lasciato il fratello, è dovuta subito uscire per l’aria diventata irrespirabile e ha dovuto attendere i vigili del fuoco, già avvertiti attraverso il 112.
I soccorsi
I pompieri, una volta fatto ingresso con i dispositivi di protezione, hanno aperto tutte le finestre, facendo uscire il fumo, scoprendo purtroppo nel bagno il corpo senza vita del sessantacinquenne. Per cercare di salvarlo sono intervenuti i volontari della Svs di Ardenza, insieme ai colleghi su un’ambulanza sempre della Pubblica assistenza labronica partita da via San Giovanni con il medico del 118, ma purtroppo per Serpan non c’è stato niente da fare. La casa, invasa dal fumo, non sarebbe stata comunque eccessivamente danneggiata. Per le indagini sono poi sopraggiunti gli agenti delle volanti della polizia di Stato, insieme ai colleghi della scientifica.
Chi era la vittima
Serpan era molto conosciuto in città, perché nonostante la malattia non rinunciava a muoversi con la sua carrozzina elettrica. Fino a qualche anno fa, inoltre, si spostava per la città con un’auto speciale, alla quale solo recentemente aveva dovuto rinunciare. Una persona che quindi, nonostante gli enormi problemi di salute, non rinunciava alla vita. La sorella, come il resto della famiglia, se ne prendeva cura amorevolmente, andandolo a trovare tutti i giorni, ogni mattina. La tragedia, quindi, è avvenuta nelle ultime ore, dato che pur vivendo da solo Serpan non viveva mai continuamente in solitudine. «Mia sorella – spiega il fratello Silvano – andava sempre a casa sua, Mauro non era stato abbandonato. Per tutti è una gravissima perdita, gli volevamo tutti un mondo di bene».
Il lavoro come cuoco
Serpan è stato, da giovane, un preparatissimo e stimato aiuto-cuoco. Aveva lavorato in vari ristoranti in provincia di Firenze e a Rimini, in Romagna. «Parliamo di tantissimi anni fa, prima che si ammalasse – prosegue il fratello – ed era un lavoro che faceva molto volentieri, infatti lo ricordo come un gran lavoratore». «Di lui ho ricordi di quando ero bambino – racconta il nipote della vittima, Dario Serpan, che ieri ha saputo la notizia dal padre che si è recato immediatamente sul posto –. Mi aveva comprato il pallone del mondale di calcio di Italia ’90 e ricordo che insieme giocammo a calcio in quell’occasione, poco dopo l’acquisto del pallone. Era una bravissima persona, buona e fragile: fisicamente in molti sostenevano che ci assomigliassimo parecchio». Secondo il nipote, Mauro, «ha avuto molta sfortuna nella sua vita, ma l’ha sempre affrontata a testa alta». Le indagini Oltre agli agenti delle volanti, sul posto, sono intervenuti i colleghi della scientifica, che hanno cercato di ricostruire con esattezza quanto accaduto su disposizione del pubblico ministero di turno in procura. In ogni caso, come evidenziato già dai primi accertamenti, Serpan sarebbe morto intossicato a causa del fumo inalato di una sigaretta rimasta accesa.