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Allarme bronchiolite nei neonati, il primario di pediatria a Livorno: «Vaccinateli, il 20% dei contagiati va in terapia intensiva»

di Martina Trivigno
A sinistra le culle di un reparto di Neonatologia e Roberto Danieli, primario dei reparti di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale di Livorno
A sinistra le culle di un reparto di Neonatologia e Roberto Danieli, primario dei reparti di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale di Livorno

Al via la campagna di somministrazione degli anticorpi monoclonali. Il monito del medico: «Così riduciamo i ricoveri, ecco i sintomi»

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LIVORNO. È partita la campagna di immunizzazione gratuita della Regione Toscana per proteggere con gli anticorpi monoclonali le bambine e i bambini nati dal 1° aprile di quest’anno dal virus respiratorio sinciziale, responsabile delle bronchioliti, gravi infezioni delle vie respiratorie.

«Non dimentichiamo che per i bambini sotto l’anno di vita, in particolare sotto i tre mesi di vita (63 per cento), la malattia può assumere un decorso grave. Per questo l’immunizzazione è fondamentale», è il monito del dottor Roberto Danieli, primario dei reparti di Neonatologia e Pediatria dell’ospedale di Livorno.

Dottore, prima di tutto perché è così importante l’immunizzazione?

«Si calcola che, in fase epidemica, un bambino su 50 viene ricoverato dopo aver contratto la bronchiolite e il 20 per cento dei neonati contagiati dal virus finisce in terapia intensiva. Inoltre il virus lascia delle conseguenze tangibili: oltre la metà dei bambini che contrae la bronchiolite soffre di broncospasmo ricorrente (una contrazione anomala ed eccessiva della muscolatura liscia bronchiale, che provoca un restringimento dei bronchi, ndr) e asma. Ecco perché è così importante».

Ci parli del virus respiratorio sinciziale.

«Ha un’incubazione di tre-cinque giorni, poi si manifestano i sintomi: rinite, febbre e tosse. Questa fase dura tre-cinque giorni, dopodiché il quadro può evolvere nella vera e propria bronchiolite con evoluzione anche rapida verso l’insufficienza respiratoria: respiro rapido, affannoso, con incapacità a mantenere un’adeguata ossigenazione e un’adeguata capacità di alimentarsi».

Che dire della bronchiolite?

«È una malattia che ha un andamento stagionale, indicativamente dal 1° ottobre al 30 marzo anche se, in genere, il picco si registra tra dicembre e gennaio. E negli ultimi due anni abbiamo assistito a epidemie gravi sia in termini numerici che sul fronte dei sintomi: nel periodo di maggiore intensità, abbiamo registrato anche 12 bambini ricoverati in contemporanea nel nostro reparto e attaccati all’ossigeno o al respiratore. E la malattia ha una mortalità dieci volte superiore a quella dell’influenza».

E qui entra in gioco l’immunizzazione.

«Sì, di recente è stato sviluppato e messo in commercio un nuovo anticorpo monoclonale che ha mostrato un’ottima efficacia nella prevenzione delle infezioni pediatriche da virus respiratorio sinciziale».

Con quali risultati?

«Una riduzione di oltre l’80 per cento dei ricoveri ospedalieri, un calo del 90 per cento in terapia intensiva e una diminuzione pari al 50 per cento delle visite dal pediatra di famiglia. E ovviamente un significativo impatto sulla riduzione della gravità delle condizioni dei piccoli pazienti».

A chi si rivolge l’immunizzazione?

«A tutti i bambini nati tra il 1° aprile 2024 e il 31 marzo 2025, indipendentemente dalla presenza di patologie concomitanti e dall’eventuale prematurità. I bambini nati tra il 1° aprile 2024 e il 30 ottobre di quest’anno saranno quindi immunizzati a seguito di chiamata attiva nell’ambulatorio del pediatra di famiglia, mentre i bambini nati dal 30 ottobre di quest’anno al 31 marzo 2025 saranno immunizzati nei punti nascita prima della dimissione ospedaliera. Servirà il consenso dei genitori».

Ci sono in genere effetti collaterali?

«Praticamente no. Soltanto in pochissimi casi si manifestano febbricola e tumefazione nel sito di iniezione. Nel rapporto costo- beneficio questo tipo di profilassi è fortemente raccomandata».

Come si somministra?

«Con un’iniezione intramuscolare: una dose da 50 milligrammi per i neonati fino a cinque chili e un’altra da 100 milligrammi oltre i cinque chili. Per l’immunizzazione è sufficiente una sola iniezione».

Ci sono delle eccezioni?

«Sì, fanno eccezione i grandi prematuri, i cardiopatici gravi e chi soffre di disturbi da immunodeficienza, i quali devono ripetere la somministrazione nel secondo anno di vita. Il neonato o il bambino sarà protetto contro la malattia molto presto, entro sei-sette giorni dalla somministrazione dell’anticorpo monoclonale. La nostra Regione è stata molto virtuosa: l’immunizzazione è un’importante opportunità e, in questa direzione, un ruolo fondamentale nel sostenere la campagna è ricoperto dal personale infermieristico e ostetrico che ringrazio per la preziosa collaborazione».

Infine cosa consiglia di fare ai genitori se si accorgono che il bambino ha i sintomi tipici della bronchiolite?

«Di rivolgersi subito al pediatra di famiglia che valuterà l’eventuale necessità di ricovero del bambino o meno».

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