Livorno, il dottore arrestato per violenza sessuale sui pazienti interrogato per tre ore: «Erano manovre mediche»
L’infettivologo Claudio Pantini ascoltato in procura si è difeso dalle accuse: «Non si è limitato a negare gli addebiti, come ha sostenuto fin dall’inizio, ma ha circostanziato con estrema precisione tutti i fatti contestati»
LIVORNO. Un interrogatorio lungo tre ore in cui «il mio assistito, con estrema precisione, ha risposto alle domande del pubblico ministero, ripercorrendo tutte le contestazioni mosse dalla procura». Claudio Pantini - l’infettivologo di 62 anni in servizio nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno e originario di Orbetello, ai domiciliari dal 9 agosto scorso per violenza sessuale e corruzione, ora sospeso dall’Asl e dall’Ordine di medici di Grosseto, dov’era iscritto - è stato ascoltato, come da sua richiesta, dal procuratore facente funzione Massimo Mannucci e dalla pm Alessandra Fera, la titolare dell’inchiesta che un mese e mezzo fa ha portato al suo arresto.
La difesa
In merito ai presunti abusi sui pazienti - 12 diversi episodi andati avanti, secondo l’accusa, dal 2012 al 2019 - il dottore ha spiegato molto chiaramente di non essersi mai reso protagonista delle violenze, sottolineando come si trattasse di «manovre mediche», supportato anche dalla documentazione scientifica presentata e che verrà prodotta dalla difesa nell’ambito del procedimento penale.
Parla l’avvocato
«Il dottore - spiega l’avvocato che lo difende, Renato Luparini - ha risposto in modo molto esauriente e preciso. In queste settimane di arresti domiciliari, a casa sua, ha potuto consultare agende, diari e documentazioni generali non attinente ai casi specifici, ma a tutta la sua carriera sanitaria, fornendo alla pubblico ministero precisi elementi in merito a tutti i punti dell’accusa. Non si è limitato a negare gli addebiti, come ha sostenuto fin dall’inizio, ma ha circostanziato con estrema precisione tutti i fatti contestati. Ora, le decisioni, spettano ai magistrati». Pantini, che è stato interdetto per un anno dall’esercizio della professione medica e per lo stesso periodo sospeso e lasciato con metà retribuzione dall’Asl Toscana nord ovest, spera chiaramente in un alleggerimento o in una revoca della misura cautelare, attualmente gli arresti domiciliari. «Questi elementi - conclude il legale - a nostro avviso potrebbero cambiare il quadro delle cose, ma naturalmente aspettiamo le decisioni da parte del tribunale. Gli aspetti nuovi che abbiamo presentato saranno sicuramente presi in considerazione».
I familiari ringraziano
Attraverso l’avvocato parlano anche i familiari del medico orbetellano, a Livorno da oltre 20 anni, che gli sono sempre rimasti vicini dal momento dell’arresto avvenuto lo scorso agosto e che ringraziano «le tantissime persone che hanno ribadito la stima nei confronti del dottor Claudio Pantini, che appresa la notizia dell’arresto hanno contattato la famiglia per esprimergli la propria solidarietà e stima».