Il Tirreno

Livorno

L’operazione

Droga e allucinogeni in Toscana: preso nel Senese il quattordicesimo indagato

di Stefano Taglione

	Un carabiniere con un cane antidroga in piazza Garibaldi, a Livorno (foto d'archivio)
Un carabiniere con un cane antidroga in piazza Garibaldi, a Livorno (foto d'archivio)

Il giovane, un ventunenne che festeggerà il compleanno il 5 settembre, è già in carcere. La procura lo accusa di aver spacciato hashish e cocaina

03 settembre 2024
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LIVORNO. Durante i 13 arresti di lunedì 2 settembre, insieme a un indagato al momento in Tunisia, era l’unico a non essere stato trovato nell’ambito dell’operazione “Mexal", che ha sgominato una banda della droga in provincia di Livorno. Ma nella notte fra il 2 e il 3 settembre è stato rintracciato: è stato portato in carcere a Siena il ventenne tunisino Mohammed Alii Otay, che proprio il 5 settembre festeggerà, a questo punto in cella, il suo ventunesimo compleanno. Il giovane è accusato aver ceduto «in modo continuativo e in più occasioni hashish a Bruno Bugliesi» (il sessantasettenne livornese già in carcere) e «cocaina» all’imprenditore e gelataio di Castiglioncello Bernardo Bartoletti, anch’egli in cella in regime di custodia cautelare.

«Prima di essere localizzato in provincia di Siena – spiegano i militari dell’Arma – aveva imperversato a vendere stupefacenti sia nei boschi di Castiglione della Pescaia (Grosseto) che a Montalto di Castro (nel Viterbese). Centro nevralgico e punto di approvvigionamento delle sostanze era sempre il centro di Livorno, fra via della Bassata e piazza della Repubblica. Le ricerche si sono protratte a lungo e sono servite prolungate osservazioni nei boschi messe costantemente a sistema dagli investigatori dell’Arma di Livorno con avanzate attività di tipo tecnico.

«Hanno partecipato alle ricerche per la cattura dell’indagato, che sono state protratte per circa due giorni, anche i militari del sesto battaglione “Toscana” di stanza a Firenze; si tratta delle squadre operative di supporto, costituite nel 2016 e inserite negli organici dei reggimenti mobili dei carabinieri, impiegate prioritariamente nel contrasto immediato alle eventuali minacce terroristiche, ma impiegate anche in supporto all’Arma territoriale nell’esecuzione di operazioni in cui è previsto un determinato livello di criticità, nonché in particolari e delicati ambiti operativi», spiegano dal comando provinciale riepilogando l’ultima cattura. Il giovane è stato dapprima portato negli uffici del comando della Compagnia di Poggibonsi per poi, ultimate le formalità, essere rinchiuso nel carcere di Siena.

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