Il Tirreno

Livorno

Il lutto

Addio a Roberto Paoletti: era il volontario più anziano della Svs di Livorno

di Stefano Taglione

	Roberto Paoletti
Roberto Paoletti

Caposquadra ad honorem, era un faro per l’associazione: «Per la prima volta ha aperto lui la porta della nuova sede di Ardenza». Il figlio Cinirio: «Un esempio per giovani, è stato anche il mio primo datore di lavoro». Un lutto per tutto il terzo settore livornese e toscano

22 agosto 2024
3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Era il volontario più anziano della Svs. Un faro luminoso per l’associazione, dov’era soccorritore – ora caposquadra ad honorem – da 73 anni, da quando dodicenne entrò nel gruppo giovanile. La Società volontaria di soccorso piange Roberto Paoletti, 85 anni, morto alle 3 di notte del 22 agosto in ospedale, dove era ricoverato da qualche giorno. La passione per gli altri e la voglia di prendersi cura del prossimo le ha trasmesse anche al figlio Cinirio, un’altra colonna di via San Giovanni e responsabile dei servizi funebri, e al nipote Alessio, volontario come del resto anche suo trisavolo e suo bisnonno, premiati all’epoca con le “Barelle d’oro” del volontariato.

Paoletti, quando non montava sulle ambulanze, faceva il capofficina nell’officina di rettifiche dei motori Di Paco. «Era un grande lavoratore – spiega il figlio Cinirio – e fino a pochi mesi fa, nonostante i suoi 85 anni, continuava ad aiutarci in ambulanza, facendo parte dei nostri equipaggi rinforzati. È stata dura, durante l’emergenza Covid, convincerlo a restare a casa, perché voleva a tutti costi aiutare il prossimo. Addirittura una volta mi ha “minacciato” di andare a prestare servizio in altre onlus. Anche io, come lui, ho iniziato da Di Paco: Roberto è stato oltre a un padre anche il mio primo datore di lavoro. Quando sono entrato nell’Assistenza, invece, era ai vertici».

«Caposquadra, autista, formatore Anpas, vicecomandante dell’ufficio comando e membro del nascente coordinamento volontari – scrive l’associazione – insignito della Croce d’oro Svs per i 50 anni di volontariato, consigliere per lungo tempo, presidente del consiglio di disciplina e presidente in carica del consiglio dei probiviri, la sua dedizione e il suo impegno nel servire gli altri hanno toccato innumerevoli vite, e il suo insegnamento rimarrà per sempre, tramandato ai più giovani che si avviano al volontariato. Giovani in cui ha sempre creduto e che ha da sempre ritenuto il vero futuro del volontariato».

Da Di Paco, Paoletti, «ha continuato a lavorare fino a tre-quattro anni fa – prosegue il figlio Cinirio – andandoci dopo aver svolto la radioterapia. Una grande dedizione al lavoro, la sua: il suo spirito da volontario è rimasto sempre immutato, era un punto di riferimento per tutti, soprattutto per i giovani, che gli volevano tanto bene. Lui cercava di spingerli e anche quando montava in ambulanza, a 85 anni, era prezioso per i consigli che dava in virtù dell’esperienza maturata». «È stata una delle prime persone che ho conosciuto nell’Assistenza – le parole del direttore della Svs, Francesco Cantini – era responsabile dell’allora commissione volontari e dopo qualche anno, all’inizio del Duemila, mi propose di iniziare a lavorare nel suo ufficio per operare nel mondo dell’organizzazione dei volontari. Negli ultimi 20 anni si era dedicato molto alla sede di Ardenza, era un punto di riferimento per tutti noi».

All’inizio di luglio, quando è stata aperta per la prima volta per la nuova sede di via Ricci dopo i lavori di restyling, è stato lui con in mano le chiavi ad aprirla. L’inaugurazione ufficiale, tuttavia, ci sarà a settembre: lui ovviamente verrà ricordato, perché è il “padre” di tutti i volontari. Dalla mattinata del 23 agosto è stata allestita la camera ardente nella sede centrale della Svs, in via San Giovanni, dove venerdì 24, alle 11, ci saranno i funerali e dopo, al cimitero dei Lupi, la cremazione. 

Primo piano
Meteo

Maltempo in Toscana, il Lamma: «Perché questa ondata è diversa dall’ultima e le fasce orarie più a rischio di domenica»

di Tommaso Silvi