Livorno, finalmente giù i palazzi a Fiorentina: «La demolizione partirà a ottobre»
Espropriati gli ultimi proprietari del blocco popolare di via Bruno 16-18
LIVORNO. I foglietti colorati appesi accanto ai citofoni – avvisi di raccomandate che risalgono a mesi fa e mai recapitate – sono il sentore di ciò che è successo in quel palazzone oggi fatiscente a Fiorentina, in via Giordano Bruno, civici 16 e 18, all’incrocio con via Dodoli (lato Mura Lorenesi): chi ha potuto se n’è andato da tempo, altri sono stati ricollocati in altri alloggi popolari. E ora anche gli ultimi proprietari di appartamenti (sulla carta sono quattro) hanno accettato l’esproprio e a breve lasceranno il palazzone. Un passaggio essenziale senza il quale non sarebbero riusciti a procedere con l’abbattimento.
La storia
È una storia infinita quella del palazzo popolare iniziata nel 2011 quando il Comune di Livorno approvò il Piano attuativo di iniziativa pubblica che prevedeva una serie di interventi di edilizia residenziale sociale con interventi di recupero e di nuova edificazione sia nell’area del Mercato ortofrutticolo sia a Fiorentina. L’obiettivo era duplice: far vivere le famiglie in sicurezza e contribuire a riqualificare il quartiere Garibaldi. Un investimento complessivo che, soltanto per i civici 16-18, ha un valore di circa 10 milioni di euro (di cui 8,5 finanziati dalla Regione Toscana). Nel 2016 il Consiglio comunale decise di modificare in parte il progetto, prevedendo un unico corpo di fabbrica per i 40 alloggi da fare dove oggi ci sono i civici 16 e 18, ma poco più di un anno fa sempre il consiglio ha deliberato il progetto definitivo, predisposto da Casalp, titolare della gestione del patrimonio edilizio Erp: in pratica dovranno essere costruiti due edifici, uno da 40 e l’altro da 20 appartamenti.
Il progetto
Si arriva così al progetto – approvato con la delibera del Consiglio comunale del 10 maggio 2023 – finalizzato alla demolizione del palazzo per poi realizzare i 60 nuovi alloggi Erp. Ora, però, anche l’ultimo ostacolo è stato abbattuto: anche gli ultimi proprietari lasceranno l’immobile e la spesa totale prevista per l’indennità di esproprio ammonta a 593.745 euro. «Ormai siamo alle battute finali – spiega l’assessore alle Politiche di coesione sociale e per la casa, Andrea Raspanti – . Abbiamo concesso ai proprietari altri 30 giorni di tempo e a settembre ci sarà la presa di possesso dell’immobile. A Casalp il compito di predisporre le procedure di gara per l’affidamento degli interventi ma se non ci saranno intoppi la nostra idea è di avviare i lavori di demolizione tra ottobre e novembre di quest’anno. Serviranno sette mesi di lavoro, comprese le bonifiche belliche e il piano di caratterizzazione del suolo».
Il futuro
Per riqualificare il quartiere servirà tempo, ma con gli espropri l’obiettivo finale è ora più vicino per buttare giù il palazzo popolare e, con lui, provare a dare un taglio al degrado. Quello di via Giordano Bruno, infatti, è un immobile fatiscente, dove le finestre sono chiuse ormai da tempo. Qualche asciugamano colorato è appeso fuori da una finestra al secondo piano, ma ovunque c’è un grande senso di abbandono: davanti al portone, si moltiplicano gli avvisi di raccomandate mai giunte a destinazione, ormai da mesi. Soltanto un paio di macchine si trovano nel parcheggio condominiale, ora troppo grande per quello spazio in gran parte disabitato.
D’altra parte, tra il 2021 e il 2022, il Comune e Casalp hanno trasferito in altre case popolari gli assegnatari Erp regolari; poi c’è stato da murare, sgomberare e di nuovo murare gli appartamenti che via via sono stati occupati abusivamente (e tutto a poche decine di metri da dove morì tragicamente Denny Magina). Ora, gli ultimi quattro proprietari del palazzone di via Giordano hanno finalmente accettato l’esproprio, chiedendo però l’indennità aggiuntiva relativa alla reiterazione del vincolo espropriativo: a un proprietario sono dunque toccati 61.812 euro, a un altro 68.313, a un altro ancora 46.498 euro, all’ultimo 47.274 euro e, infine, a Casalp 284.440 euro (più 36.351 euro di Iva). Ma l’assessore Raspanti non ha dubbi: si riparte da qui per restituire un volto più ordinato a Fiorentina.
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