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Livorno e l’università dei bimbi a Calignaia: in cattedra il “prof del salmastro”

di Franco Marianelli
Livorno e l’università dei bimbi a Calignaia: in cattedra il “prof del salmastro”

Mario Navarrete, 76 anni, maestro d’arte il sabato mattina tra creazioni e ambiente

09 luglio 2024
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Livorno All’ Università del mare di Calignaia col prof Mario Navarrete e i suoi bambini-studenti di natura, arte, bellezza, ambiente e cura della scogliera. Le “lezioni”? Si tengono il sabato per il prof di lingua spagnole e di arte, colombiano, naturalizzato fiorentino: da Firenze arriva sul Romito da anni quel giorno della settimana. Una love story tra lui e l’angolo di paradiso marino cominciata l’estate del ’78.

Ed è lui a raccontare come tutto è cominciatoquel giorno di 46 anni fa: stava andando a un matrimonio a Quercianella. «Passato il ponte di Calignaia fui rapito dalla bellezza del luogo: un colpo di fulmine, tanto da parcheggiare la mia 500 sotto un albero per scendere, pur agghindato com’ero a festa, sino al mare. Giunto sulla scogliera una simpatica “matrona” livornese, là con i “bimbi”, mi chiese cosa ci facessi addobbato in quel modo sul mare. Le spiegai del matrimonio e lei mi rispose “Dè, visto che sei qui almeno fai il bagno”. “Ma non ho il costume” - fu la mia scontata osservazione” - e lei di rigetto: “dè: fallo in mutande” ». Navarrete obbedì, fece un tuffo.

«Poi - continua - mangiai mezzo panino che la signora sottrasse a sé e ai suoi figli per dividerlo con me. Come vorrei rivedere quella donna».

Ieri. Oggi. L’ Università del Mare di Calignaia è una realtà. Qui il prof esercita l’insegnamento di attività artistiche ai bambini frequentatori del posto. «Oggi faremo oggetti con la creta», risponde Navarrete a una mamma che chiede lumi, sabato scorso. Nelle “lezioni” precedenti i piccoli hanno costruito “fischi” romani ovvero oggetti con fessura atti al sibilo, poi delle girandole realizzate con le canne che il mare restituisce e chi ne ha più ne metta. La storia umana e artistica di Mario Navarrete è tutta da raccontare: nato a Bogotà da una famiglia di origine europea («Io e i miei fratelli alti e biondi venivamo chiamati “i polacchi” in contrasto coi tratti fisici della maggioranza della popolazione») prima benestanti, poi, dopo la morte del padre per Mario e famiglia arrivarono problemi economici.

«Ma io ero caparbiamente determinato a finire i miei studi. Mi sentivo artista e mi laureai in Belle Arti». Poi comincia a viaggiare: varie città dell’Europa e quindi Firenze città nella quale da 45 anni lavora al Mosaico Firenze ricevendo importanti riconoscimento come quello avuto nel 1979 dalle mani dell’allora sindaco Elio Gabbuggiani.

L’educazione che impartisce il prof non è solo artistica ma pure ambientale: coi piccoli bagnanti ha creato il “Giardino dei Bambini” a metà sentiero dove sulla destra. «Oltre alle attività artistiche ciclicamente organizziamo il ritiro dei rifiuti dalla scogliera e dai sentieri - va avanti -. E posso garantire che sono sempre tanti. Cosa costerebbe depositarli nei bidoni ?». C’è da precisare come le lezioni abbiano luogo solo il sabato mattina, giorno nel quale Navarrete arriva sul Romito da Firenze, e come tutto il materiale usato per la didattica sia completamente a sue spese. «Mi piacerebbe almeno che qualcuno mi aiutasse per la stampa del mio “libricino” ovvero “L’Università dei bimbi”». Si tratta di un quaderno scritto in corsivo dove l’autore racconta dei propri giochi, di Calignaia con un minimo di autobiografia. «Ho scritto anche al sindaco Luca Salvetti», prosegue. L’inventore dell’Università di Calignaia racconta che in loco esiste anche una “piccola Capalbio” frequentata da molti esponenti dell’”intellighentia” livornese.

«Discutere con loro è sempre un gran piacere, anche se un mio amico ristoratore della zona, con idee diverse dalle mie - sorride il professore -per questo mi chiama ironicamente “Mariaccio”». Il racconto di un sabato mattina a Calignaia con Navarrete e i “suoi” bimbi si chiude con 2 desideri.

«Mi piacerebbe fossero esauditi: il primo riabbracciare quella signora del tuffo e del panino e poi che un giorno le mie ceneri siano disperse a Calignaia. Ma non nel mare. Proprio sulla scogliera dei “bimbi”».l

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