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Comunali a Livorno, la delusione di Guarducci: «Troppa gente sul divano»

di Martina Trivigno
Comunali a Livorno, la delusione di Guarducci: «Troppa gente sul divano»

Festa in via Marradi e il silenzio di piazza Attias

11 giugno 2024
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LIVORNO. Sulla vetrina, Alessandro Guarducci sorride in una gigantografia, le braccia incrociate, sguardo dritto verso l’obiettivo. Ore 15, 20 di ieri, piazza Attias. Le risate squillanti dei bambini si confondono con le voci dei genitori, seduti sulle panchine. Lo scrutinio per le comunali è in corso ma lì, in quello spicchio di città, nessuno (o quasi) sembra accorgersene. Il fondo che ospita il comitato elettorale del candidato a sindaco sostenuto dal centrodestra è chiuso, le luci spente. Alcuni fogli abbandonati dentro, sulla scrivania, poi solo silenzio.

A una manciata di metri, in via Marradi, la festa invece è già iniziata. Il sindaco Luca Salvetti è seduto al centro, accerchiato dai suoi fedelissimi. Sorride, anche se non si sbilancia, ma dopo ogni sezione in più scrutinata la speranza della riconferma – quindi della vittoria al primo turno – diventa sempre più una certezza. Le dita si muovono veloci sugli smartphone, aspettando i dati, gli occhi, concentrati sul pc, consultano i numeri. Il tempo passa e il comitato elettorale si riempie di gente. Giornalisti, ma soprattutto elettori e simpatizzanti si stringono intorno al primo cittadino, tra un caffè e una fetta di torta. Strette di mano e abbracci, sorrisi e pacche sulle spalle.

Di là, in piazza Attias, il silenzio è quasi innaturale. Verso le 17, 15, il candidato Guarducci fa la sua comparsa. Arriva a piedi, in completo scuro e camicia bianca, scortato da alcuni collaboratori. Saluta chi c’è, poi entra nella sede del comitato e si siede. «A che punto siamo? », chiede. È stata scrutinata circa la metà delle sezioni, ma lui non ha già più dubbi: non ci sarà il ballottaggio, figurarsi la vittoria. «La sconfitta è netta e va accettata. Non bisogna avere il sorriso soltanto quando si vince, bisogna avere dignità e rispetto anche nella sconfitta. Sto andando dal sindaco Salvetti per congratularmi con lui per la sua rielezione», sottolinea sportivamente Guarducci che poi fa un’analisi del voto. «Non ha funzionato l’affluenza: se a Livorno è andato a votare soltanto il 55% degli aventi diritto vuol dire che la città si è rassegnata a un destino triste come quello che purtroppo ci toccherà nei prossimi cinque anni – attacca – Chi va a votare ha sempre ragione: i sostenitori del centrosinistra, e quindi di Salvetti, sono andati in massa a votare come dimostra il risultato della vittoria al primo turno». Ma per Guarducci gli elettori del centrodestra non avrebbero reagito allo stesso modo. Anzi. «Tanti di coloro che ho incontrato in questi mesi che si lamentavano, brontolavano e si stracciavano quasi le vesti su tanti temi, a quanto pare sono rimasti sul divano di casa – rincara la dose – E così si è costruita una sconfitta. Chi non va a votare perde sempre e direi che oggi, in questo caso, molti livornesi hanno perso perché rassegnati a non credere che potesse esserci una prospettiva differente. Un aspetto preoccupante per il futuro della città».

Per Guarducci, un altro motivo della sconfitta è che nel centrodestra c’è stata anche una divisione elettorale. «La candidata Costanza Vaccaro non ha fatto una campagna elettorale contro il sindaco Salvetti o contro la sinistra, ma contro il sottoscritto – denuncia Guarducci – Non so quale strategia fosse. Capisco che lei è di centrodestra e quello è il suo bacino d’utenza però, pur andando a prendere qualche voto dalla coalizione di centrodestra, alla fine i nostri voti sempre quelli sono rimasti. Quando sono sceso in campo e ho messo la mia faccia in questa sfida ho pensato al bene della città, al bene comune. Qualcuno invece ha pensato al suo tornaconto personale: questo è costato cinque punti alla mia coalizione. In più sono mancati i voti da parte della destra più estrema che ho quantificato in circa il 3%, fra le europee e le comunali. Avrà visto in me un candidato moderato e rassicurante».

E ora inizia una nuova fase. «Siederò in consiglio comunale – conclude il candidato a sindaco del centrodestra – e faremo un’opposizione moderata ma convinta perché dovremo, per quanto sarà possibile, arginare gli errori che purtroppo commetterà questa amministrazione di centrosinistra, condannando Livorno ad altri cinque anni di futuro incerto. Ma i livornesi hanno scelto così».

Guarducci esce fuori dal comitato, chiudendosi la parte alle spalle. Si sofferma sull’uscio, lo sguardo verso piazza Attias. «Mi domando proprio dove siano finiti tutti quei livornesi che brontolavano», dice, scuotendo la testa. Poi va verso il Comune.


 

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