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Mare sicuro a Livorno, ecco il piano-salvataggio: dal Boccale al Sonnino installati 14 atolli

di Flavio Lombardi
Mare sicuro a Livorno, ecco il piano-salvataggio: dal Boccale al Sonnino installati 14 atolli

Lazzerini: «Determinanti per i bagnanti in caso di difficoltà». Il servizio fu ideato nei primi anni del 2000 dal Comune poi lo stop A fine stagione saranno tolti e poi rimessi

06 giugno 2024
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Livorno Dal Boccale al Castel Sonnino. Sono 14 in tutto i presidi di sicurezza per la balneazione che, dopo anni, tornano in mare. Ieri secondo ed ultimo giorno di installazione dei cosiddetti atolli da parte i presidi da parte della Protezione civile e Demanio. «Si tratta di supporti di concreta utilità e determinanti per le attività di salvamento in caso di difficoltà, attendendo in piena sicurezza l’intervento dei mezzi dei vigili del fuoco o della guardia costiera», commenta il dirigente del settore Protezione Civile Lorenzo Lazzerini .

A cosa servono? Fanno parte di un importante piano di salvamento per l’estate lungo la costa del Romito. Gli atolli sono utili come presidi per soccorrere in mare persone che magari si trovano in difficoltà e vanno a ripristinare il sistema di servizio agli utenti del mare che già fu attuato dal Comune ai primi anni duemila ed ideato dall’allora dirigente Maurizio Lenzi e dal funzionario dell’ufficio demanio Armando Loddo.

Ha collaborato all’attuazione del progetto, la azienda NastrItalia, vincitrice dell’appalto, la Capitaneria di Porto, la Regione Toscana, la Soprintendenza, l’’Agenzia del Demanio e Assonautica.

Si tratta di un sistema che nella medesima area fu smantellato nel tempo dalle mareggiate, ma che può risultare di estremo aiuto ai bagnanti in difficoltà che, arrivati ad una certa distanza dagli scogli, circa cento metri, non riuscissero a rientrare a riva.

Grazie a questi atolli, di color arancio e quindi ben visibili fra le onde e costituiti di forma quadrata (come dei grossi salvagenti in pratica e dotati di maniglie), una persona in difficoltà può tranquillamente restare al riparo dai rischi della risacca e aggrapparsi tenendo forte uno degli appigli, in attesa di soccorso che giunga via acqua.

Tutte cose che sembrano non importanti, ma che specialmente in presenza di tanti turisti stranieri che si fermano per un bagno, o di toscani che arrivano lungo le nostre zone nei giorni del fine settimana, fanno la differenza e possono salvare anche la vita. Non solo.

Gli atolli, messi in fila come fosse un rosario, vanno a costituire un’area di balneazione sullo specchio antistante di tutte le discese a mare comprese fra i due tratti, segnalando un’area presidiata. Saranno quattordici in totale, ed ieri mattina, nel momento della ricognizione dedicata alla stampa, accompagnati su gommone dalla Polizia Provinciale e dalle Polizia Municipale, già la metà erano state fissate, per terminare le operazioni nel primo pomeriggio. Un sistema approntato per rendere le funzioni ottimizzate e garantire anche una maggiore durabilità nel tempo, avendo fatto un investimento sui materiali e dal costo complessivo di circa ottantamila euro.

«Terminata la fase di posizionamento - riprende il dirigente Lazzerini - si dovranno monitorare per verificare la resistenza alle mareggiate e anche l’usura in acqua. Salvagenti di forma quadrata color arancio abbiamo detto, sono ancorati al fondale attraverso un corpo morto in cemento armato di tre tonnellate che fa da basamento, adagiato dal bigo che sul posto è giunto grazie ad un pontone e che va su dei pedagni ( boe di segnalazione realizzate tramite un corpo pesante unito, tramite una corda o simili, ad un corpo galleggiante), posizionati mesi addietro dopo le indagini di tipo subacqueo, archeologico e tutte le attività necessarie, compresa la valutazione di incidenza ambientale, da svolgere all’interno di un Sic (sito di interesse comunitario) quale è quello di Calafuria».

Una procedura per intraprendere il percorso autorizzativo durata quasi due anni arrivata finalmente al termine e per la quale, uomini e mezzi hanno lavorato due giorni. Corpo morto sul fondale si è detto, al quale viene agganciata una catena messa in modo che non possa “scarrocciare” sul fondo causando danni a flora e fauna. Un sistema che funziona a molla come l’ancoraggio delle navi, sfruttando l’energia delle onde , consentendo che l’atollo di strappi. Nei prossimi giorni, si procederà a tarare tutto. In funzione della profondità e della risacca, la catena verrà così allungata o scorciata, affinché il sistema dei jumper lavori al massimo della sua efficienza. Poi gli atolli di 1,05 metri per 1,05, a fine estate, andranno “in letargo”. L’altra grande novità, infatti, è che a fine stagione gli atolli troveranno “rifugio” nella cantina sugli scali del Refugio che il settore Protezione Civile e Demanio ha acquisito da quest’anno dal settore Patrimonio.l

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