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Livorno, Cisternino di Pian di Rota oggi come una piccionaia tra infiltrazioni e degrado: «È un gioiello sprecato»

di Francesca Suggi
Livorno, Cisternino di Pian di Rota oggi come una piccionaia tra infiltrazioni e degrado: «È un gioiello sprecato»<br type="_moz" />

Ceccarini (Fermodellismo): «Coinvolgere le associazioni»

13 maggio 2024
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LIVORNO «Due anni fa ne avevo denunciato lo stato di degrado, durante una mia passeggiata: niente è cambiato, anzi la situazione per ovvie ragioni è peggiorata», afferma con amarezza Stefano Ceccarini. È un livornese impegnato, lui che è nel gruppo Fermodellistico e ama la città. Sa bene che il 16 maggio ricorrono i 250 anni dalla nascita di Pasquale Poccianti, colui che quel tesoro ha progettato. «Sarebbe stato bello fargli un regalo per questo anniversario, ma invece passa il tempo e dopo il restauro finito nel 2008 fino ad oggi non c’è un progetto reale e concreto per valorizzare il Cisternino di Pian di Rota e il gioiello dell’Acquedotto Leopoldino». Vorrebbe rivedere il Cisternino fruibile. «Che siano coinvolte le associazioni magari con un patto di collaborazione per ridare vita a questo monumento». Oggi quel monumento è diventato una «piccionaia», come lo definisce Ceccarini. Piccioni, infiltrazioni, degrado: è ammalorato l’esterno di quel serbatoio neoclassico progettato da Poccianti nell’ambito dell’acquedotto di Colognole. «È un edificio tutt’altro che secondario nella produzione architettonica della Toscana del XIX secolo, lo testimoniano le citazioni di pubblicazioni nazionali e straniere. Il contesto è della Livorno di Leopoldo II di Lorena».l

F.S.

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