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Eurovision, bambino livornese punito per la maglietta: il caso in una scuola in Svezia

di Claudio Marmugi

	Leonardo La Bruna con la maglia indossata a scuola in una foto concessa dalla famiglia. A destra la cantante Eden Golan con la bandiera di Israele
Leonardo La Bruna con la maglia indossata a scuola in una foto concessa dalla famiglia. A destra la cantante Eden Golan con la bandiera di Israele

Leonardo, 9 anni, vive a Malmö coi genitori: il padre fotografo, la mamma ricercatrice. La preside gli ha chiesto di togliersi la t-shirt e al suo rifiuto sono scattati i provvedimenti

13 maggio 2024
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LIVORNO. Un bimbo livornese di nove anni, residente a Malmö, è al centro di un caso politico in Svezia che coinvolge, seppur indirettamente, l’Eurovision Song Contest, l’istituzione scolastica svedese e i diritti fondamentali di ogni individuo, come la libertà di espressione e di parola.

L’Eurovision Song Contest è il Festival di musica leggera internazionale, conclusosi sabato scorso proprio a Malmö, in Svezia, vinto dalla Svizzera e nel quale Angelina Mango ha rappresentato l’Italia – in gara ci sono 24 Paesi facenti parte dell’Unione Europea più Israele, che partecipa dal 1973 ed è stato presente in 45 edizioni, tra cui quella di questi giorni.

Il protagonista di questa storia si chiama Leonardo La Bruna ed è nato in Svezia da genitori livornesi – Gianluca La Bruna, fotografo professionista, e Irene Lami, linguista e ricercatrice alla Lund University.

«Leonardo è italiano – spiega il padre –. In Svezia non c’è lo Ius Soli. Adesso ha la cittadinanza svedese perché l’abbiamo presa noi, di base ha la doppia cittadinanza, quindi doppio passaporto».

La t-shirt rossa

Mercoledì scorso, Leonardo si è recato a scuola con una t-shirt rossa con la scritta stampata sopra “Boycott Eurovision!” (boicotta l’Eurovisione) e sotto, piccolo, l’hashtag “Cease fire” (cessate il fuoco) e l’effige della bandiera della Palestina e questa cosa non è piaciuta affatto alla Malmö International School che il bambino frequenta e dove hanno reagito in malo modo all’iniziativa del piccolo.

Le proteste

Leonardo non è stato certo l’unico in Svezia, la settimana scorsa, a dissentire (civilmente) della partecipazione di Israele all’Eurovision 2024. Durante le dirette delle tre serate del Festival (le semifinali su Rai Due, la finale su Rai Uno) si sono uditi diversi fischi all’indirizzo della cantante israeliana Eden Golan (sono comparse anche in eurovisione delle bandiere della Palestina) e si sono svolte manifestazioni in varie città, tra cui in migliaia scese in strada anche nella stessa Malmö, durante i giorni della kermesse.

I provvedimenti

Eppure contro Leonardo sono stati presi provvedimenti severi (e anche un po’ sui generis), per una nazione civilissima come la Svezia. «Mercoledì alle 9.30 del mattino ci ha chiamato la vice direttrice della scuola arrabbiatissima», raccontano i genitori di Leonardo. «Quella mattina la Malmö International aveva in programma di festeggiare il Glitter Day, una festa direttamente collegata all’Eurovision e Leo, per sua volontà, dato che non era d’accordo con l’iniziativa, si è presentato con la maglietta in questione».

Al bambino, una volta giunto in classe, è stato impedito di partecipare alla festa scolastica. Subito dopo è prelevato dalla vice preside dell’istituto, Rosa Blanco, e da un’insegnante, ed è stato isolato, condotto in una stanza senza nessun altro compagno, dove i docenti hanno iniziato a fargli una serie di paternali su quello che era giusto e quello che era sbagliato fare e sul dovere assoluto di rispettare le regole.

«La vice preside della scuola per telefono mi ha detto che il Comune aveva dato direttive per le quali non si poteva protestare contro l’Eurovision né manifestare il dissenso, cosa che al momento ci sembra molto improbabile, intendo che dall’amministrazione comunale arrivino queste direttive. Anche di questo, comunque, abbiamo chiesto chiarimenti e siamo in attesa di risposta».

Ovviamente, l’accusa/difesa principale della scuola è l’attacco ai genitori: sono stati loro a mettere strane opinioni nella testa del minore. «Le telefonate tra noi e la dirigenza dell’istituto, a causa del loro atteggiamento ostile, sono state molto sgradevoli, erano totalmente trincerati nella loro ottusità».

«Togliti quella maglietta»

Il bambino ha raccontato ai genitori che i docenti lo hanno invitato a togliersi la maglia o a coprirla con una felpa, pena l’esclusione dalla manifestazione. Il bimbo si è rifiutato, accompagnando il suo rifiuto con l’affermazione: «Il corpo è mio, le opinioni sono le mie, faccio quello che mi pare. Se volete, mandatemi a casa». E sostanzialmente, così è stato fatto.

La denuncia

Alcuni giornali in Svezia si sono interessati alla vicenda, anche le autorità di Malmö stanno seguendo il caso. La famiglia di Leonardo auspica un provvedimento da parte di Stoccolma verso la scuola, in particolare verso l’atteggiamento della vice direttrice.

Sconcertati, infatti, i genitori, che proprio in Svezia hanno trovato una terra fertile e accogliente dove far crescere con una visione aperta del mondo i loro tre figli. «Non comprendiamo questa democrazia a senso unico - concludono Gianluca e Irene –. Se la scuola impone in classe una festa legata all’Eurovision in questo periodo storico, quando è in atto un genocidio di bambini in Palestina, fa una scelta politica. Quindi, chi non è d’accordo ha il diritto di dissentire. Nostro figlio ha una sua coscienza libera e vuole esprimere le sue idee. E se gli viene impedito non è più democrazia, è fascismo». 
 

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