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Livorno, don Ramon dopo la scomunica: «Ora dico messa negli alberghi. E non mi pento di quell’omelia»

di Claudia Guarino

	Don Ramon
Don Ramon

L’ex prete di Guasticce abita a Fauglia: «Faccio il sacerdote fuori dalle parrocchie»

01 aprile 2024
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LIVORNO. «Non rinnego ciò che ho fatto. Il vescovo si metta il cuore in pace, sui miei passi non torno». L’ex parroco di Guasticce, don Ramon Guidetti, parla da Fauglia, dove si trova da circa tre mesi. Cioè da quando è stato scomunicato per aver definito papa Francesco un usurpatore. Era il 31 dicembre scorso e quella messa fece il giro del web e di mezzo mondo. «Ho fatto una scelta doverosa e continuo sulla mia strada», dice adesso, contattato dal Tirreno dopo che il vescovo di Livorno in un’intervista ha sostenuto di aver con lui «riannodato un certo tipo di rapporto. Stiamo cercando di vedere – ha detto monsignor Simone Giusti – che si renda conto di ciò che ha fatto. E le porte sono aperte». Ma lui, a quanto pare, quelle porte non ha alcuna intenzione di varcarle. Ma facciamo un passo indietro.

L’omelia

È l’ultimo giorno dell’anno 2023 e il parroco di Guasticce – don Ramon Guidetti – sale come sempre sul pulpito della piccola chiesa della frazione per pronunciare la sua omelia. Si sistema il microfono, si schiarisce la voce e comincia. Mezz’ora di discorso che fa trasalire i più. E che scrive la parola fine sulla carriera dell’allora sacerdote. O almeno di quella ufficiale, ecclesiasticamente riconosciuta. Perché Guidetti viene ripreso col telefonino mentre dice che Papa Ratzinger sarebbe stato vittima di un golpe ordito da forze massoniche-gesuitiche all’interno della chiesa. E per questo motivo Papa Francesco sarebbe da considerarsi un usurpatore. Guidetti cita poi un episodio avvenuto il 17 dicembre a Buenos Aires, dove Bergoglio fu arcivescovo. Parla cioè di un fulmine entrato in un santuario che avrebbe incenerito l’aureola e le chiavi della statua di San Pietro. «Questo – ha detto Ramon dal pulpito – perché Pietro (leggi Papa Bergoglio, ndr) non è più santo, ma un gesuita massone».

La scomunica

Il filmato dell’omelia finisce online e la reazione della Diocesi non si fa certoattendere. Ecco la scomunica. O meglio, una sorta di autoscomunica. Perché, ha chiarito allora la Diocesi, l’ha ottenuta «per il fatto stesso di aver commesso il delitto, vale a dire in modo immediato, non perché un’autorità esterna lo disponga formalmente». In sostanza le parole di Guidetti durante l’omelia di fine anno equivalgono a un atto di natura scismatica. L’omelia 2.0, insomma, è costata all’ex prete livornese collarino e tonaca. Dopo un’apparizione a Radio Domina Nostra con don Alessandro Minutella – altro prete spretato – per dire che con la scomunica ricevuta «farò un quadretto e lo appenderò al muro», Guidetti comincia il suo buen retiro fuori città. A Livorno non è più tornato, tanto meno a Guasticce. Lo dice lui stesso. «Non sono più tornato. Non ho più messo piede a Livorno e non mi manca. Sto bene in mezzo al verde». Cioè a Fauglia, dove nel frattempo si è trasferito.

«Vado avanti»

Ramon Guidetti dice di non pentirsi dell’omelia della discordia. «Non rinnego niente. Bergoglio non è il Papa. Io mi prendo le mie responsabilità. Il vescovo e Bergoglio si prendano le loro». Smesso il collarino ufficiale, Ramon Guidetti ha però tutta l’intenzione di continua a esercitare. Chiaramente non in parrocchia e non seguendo la liturgia di una chiesa da cui è evidente abbia preso le distanze. Ecco, dunque, la sua discesa in campo col sodalizio mariano. «Mi chiamano e vado a dire messa fuori dalle parrocchie – racconta –. Negli alberghi, per esempio, o in altre strutture private». E in tutto questo, tra la scomunica e il trasferimento a Fauglia, Ramon Guidetti non ha trascorso molto tempo col vescovo. «Uno può esprimere il dissenso – ha detto il vescovo al Tirreno –. Si può esse d’accordo col Giusti o no, ma cosa vuol dire andare a coinvolgere gli atti liturgici e fare un attacco sui social al Santo Padre? Ma le porte sono aperte. A lui come agli altri cristiani che si sono messi sull’Aventino».

Ramon Guidetti, da parte sua, dice di aver parlato ormai parecchio tempo fa col vescovo. Chissà che cosa si saranno detti, nel loro ultimo incontro. «Questo dovrebbe essere il vescovo a raccontarlo, non io».

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