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Francesco Bruni e la magia di Livorno su Rai 1: «Per me una grande soddisfazione»

Francesco Bruni e la magia di Livorno su Rai 1: «Per me una grande soddisfazione»<br type="_moz" />

Il suo film “Cosa sarà” con Kim Rossi Stuart conquista 2 milioni di spettatori: "Inondato dai messaggi sulla bellezza della città"

29 marzo 2024
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Livorno Un film meraviglioso con una Livorno splendidamente fotogenica è andato in onda mercoledì sera su Rai 1 in prima serata, totalizzando un ottimo risultato di share e di gradimento.

Oltre due milioni di persone hanno visto “Cosa sarà”, storia in parte autobiografica del regista e sceneggiatore livornese Francesco Bruni (romano di nascita ma cresciuto a Livorno), già sodale di Paolo Virzì nonché regista in autonomia di 4 gioielli cinematografici (Scialla, Noi 4, Tutto quello che vuoi e, appunto, Cosa sarà), più la serie cult di Netflix “Tutto chiede salvezza”, di cui sta ultimando la post-produzione della seconda stagione.

«Sono stato molto sorpreso dalla collocazione in prima serata sulla rete ammiraglia - spiega il regista raggiunto al telefono - in questo nuovo ciclo di film inaugurato la settimana scorsa da 'Ennio' di Tornatore».

La pellicola di Bruni, del 2020, ha avuto un percorso distributivo sfortunato, perché, come ha raccontato lo stesso regista sui social, «si è scontrato ben due volte col Covid». La prima volta perché il film era stato ultimato nel 2019 col titolo di “Andrà tutto bene”, frase che poi è diventata un triste tormentone durante la Pandemia, quindi fu modificato in “Cosa sarà”; la seconda perché fu programmata la distribuzione per il 19 marzo 2020, momento esatto in cui scattò il primo Lockdown. L’opera, che racconta la storia di un regista romano che per tentare di salvarsi la vita da una brutta leucemia deve convincere una sorella che non sapeva di avere (e che vive a Livorno) a donargli il midollo, ha messo d’accordo critici e pubblico, e ha vinto svariati premi. Molto soddisfatto Bruni degli ascolti: «E’ andata bene, c’era comunque una controprogrammazione importante. I riscontri che mi arrivano via social sono entusiasmanti perché io forse non mi ero reso conto di quanto le persone lo amassero al punto da rivederlo in tv. Mi stanno arrivando anche dei messaggi molto sentiti sulla bellezza di Livorno».

Proprio la nostra città nel film è un vero e proprio personaggio che fa da sfondo alle vicende, ma anche le anima, con i suoi luoghi simbolo, come il quartiere La Venezia e la Terrazza Mascagni. «E' vero, Livorno fa un figurone, anche se ci accolse con un meteo scozzese - continua Bruni - ma anche questo ha un suo fascino nel film, è un tempo insolito per la città. Poi si aprì al Sole, proprio quando dovevamo girare la scena più importante, alla Terrazza Mascagni. Tra l’altro, nella storia, l'apparizione della città risalta perché prima veniamo da ambienti chiusi e costretti, come l'ospedale, che dà un senso di oppressione, mentre Livorno offre proprio un’apertura scenografica/atmosferica che effettivamente dà molto respiro alla vicenda». Livornese è anche l'aiuto-regista, Elisa Becchere.l

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