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Case popolari

Gli espropri, poi si demolisce, la storia infinita di Fiorentina: ora ci sono i soldi

di Juna Goti
I civici 16 e 18 di via Giordano Bruno
I civici 16 e 18 di via Giordano Bruno

In via Giordano Bruno devono essere ricostruiti 60 alloggi. La commissione in municipio ha dato via libera allo stanziamento

24 febbraio 2024
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LIVORNO. I panni stesi solo a un paio di finestre raccontano che oggi, nel blocco popolare fatiscente di via Giordano Bruno (civici 16 e 18 all’incrocio con via Dodoli) non vive quasi più nessuno. Resistono solo due famiglie, che sono proprietarie di altrettanti appartamenti comprati qui anni fa, chi da Casalp chi da un privato che a sua volta aveva già acquistato. Tutti (o quasi) gli altri alloggi sono vuoti: prima, tra il 2021 e il 2022, Comune e Casalp hanno trasferito in altre case popolari gli assegnatari Erp regolari; poi c’è stato da murare, sgomberare e di nuovo murare gli appartamenti che via via sono stati occupati abusivamente (e tutto a poche decine di metri da dove morì tragicamente Denny).

Qual è la novità? Che ieri mattina, in municipio, la quarta commissione si è riunita per dare il via libera ai soldi per espropriare gli ultimi proprietari del blocco (sulla carta sono quattro). Tecnicamente si è trattato di approvare “l’aggiornamento dei piani particellari di esproprio delle unità immobiliari di proprietà privata”. E stessa cosa farà il 29 febbraio il consiglio comunale. Ma anche se la discussione ieri è stata veloce, poco più di un quarto d’ora, in realtà è un passaggio fondamentale perché Casalp possa finalmente mandare a gara i lavori e cominciare le demolizioni.

La dice così la stessa assessora all’urbanistica e ai lavori pubblici, Silvia Viviani: «Questo atto permette a noi, da domani, di mettere a disposizione le somme, e ai proprietari, se accetteranno, di ricevere l’indennità di esproprio e uscire dalle abitazioni, per poi procedere con le demolizioni. Un aggiornamento tecnico, ma comunque l’ultimo atto di una lunga vicenda che arriva finalmente a chiudersi». Più che lunga infinita.

Forse fuori dai confini di Fiorentina e della Guglia non tutti se lo ricordano, ma questo blocco popolare aspetta di essere demolito e ricostruito da un’eternità. Dell’operazione si parla almeno dal 2011, tredici anni fa, quando il consiglio comunale approvò il piano attuativo di iniziativa pubblica che prevedeva interventi di recupero e di nuova edificazione sia nell’area del Mercato ortofrutticolo di Garibaldi (anche quella parte è ancora in attesa) sia a Fiorentina.

In ballo per via Giordano Bruno c’erano e ci sono quasi 10 milioni di euro, tra risorse regionali (8 milioni e mezzo) e fondi della legge 560: soldi che devono ancora servire per demolire i vecchi edifici popolari (il civico 14 nel frattempo è andato giù) e tirare su 60 appartamenti, sempre popolari.

La proposta, ribattezzata Piano dell’abitare sociale, fu approvata dalla Regione nel 2013, con Casalp nel ruolo di soggetto attuatore. Nel 2016 il consiglio comunale decise di modificare in parte il progetto, prevedendo un unico corpo di fabbrica per i 40 alloggi da fare dove oggi ci sono i civici 16 e 18. Un anno fa, è il 10 maggio del 2023, sempre il consiglio ha deliberato il progetto definitivo, predisposto da Casalp: in sintesi dovranno essere costruiti due edifici da 40 e da 20 appartamenti, per poco meno di 10 milioni.

Nel mezzo, da un anno all’altro, si sono rincorsi gli annunci di inizio lavori, poi puntualmente frenati da qualche complicazione: nell’ottobre del 2021, per esempio, in Comune fu detto che l’obiettivo era «svuotare i due palazzi entro primavera, per poi demolirli in tempi brevi». In realtà da quel momento sono passati altri due anni. Per un progetto che, considerando tutta la sua storia, ha visto passare ben tre sindaci.

Ora la speranza è che sia arrivata la volta buona. Il presidente di Casalp, Marcello Canovaro, contattato dal Tirreno risponde che «il progetto è pronto, mancava questo passaggio, perché se non si sbloccano gli espropri non può essere pubblicato il bando per fare i lavori, per farlo occorre che ci sia la piena disponibilità dell’immobile». Quindi «fatto questo passaggio possiamo pubblicare la gara e partire con la fase operativa». Quando, realisticamente, potranno cominciare le demolizioni? «Si può pensare che sarà il primo passo della nuova amministrazione». Che si insedierà, chiunque vinca, a giugno.

Guardando al capitolo espropri e alle somme messe nere su bianco: nell’atto approvato ieri si parla di 615.832 euro, ma dentro sono calcolati anche i soldi dovuti a Casalp per i suoi appartamenti, quelli necessari per espropriare alcune particelle dei cortili dei blocchi vicini (dal 2 al 10), le spese di imposta e l’Iva. L’indennità effettiva di esproprio per i quattro proprietari privati è in totale di 223mila euro, una media di 55mila euro ad alloggio (poi le proposte variano in base alla grandezza degli appartamenti).

Ieri siamo andati a fare un giro nel blocco da demolire. Uno degli ultimi proprietari rimasti ha ironizzato: «Sa quando sono venuti a fare le prime valutazioni delle nostre case? Dodici anni fa». Accanto a lui un altro proprietario, che non vede l’ora che l’iter burocratico si chiuda: «Siamo venuti a stare qui vent’anni fa, prima non era così, vogliamo andare via il prima possibile. Appena ci danno i soldi ce ne andiamo. Guardi...». E mostra la finestra della camera del figlio: «Qualcuno ha provato a entrare proprio due giorni fa, forse voleva occupare».

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