Livorno, parco della Ceschina ancora chiuso e si fa un mutuo per il torrino sempre più a pezzi
Cambiato il progetto M5S: ora il Comune dice di voler aprire l’area entro fine anno
Livorno Non c’è livornese che non passi almeno una volta al giorno, o quasi, davanti al parco della Ceschina, che per la cronaca corre lungo il viale Italia, tra l’ippodromo e la rotatoria di via dei Pensieri. Ma per trovare un livornese che sia entrato almeno una volta nella vita dentro a quello che è a tutti gli effetti un bosco in riva al mare bisogna girare parecchio. Salvo poche parentesi, il parco della Ceschina è infatti chiuso da mezzo secolo. Di progetti per riaprirlo negli anni se ne sono letti, discussi, approvati tanti: da ultimo i 5 Stelle volevano farne il “parco del mare”, la giunta Salvetti ha cambiato in corsa il progetto per farne il “parco della biodiversità”. Di fatto i cancelli fino a oggi sono sempre rimasti chiusi, nonostante gli annunci (nel maggio del 2022, per esempio, si parlava di lavori da iniziare entro giugno, ma di due anni fa). Ora il nuovo obiettivo-speranza è di riaprire l’area verde «entro la fine dell’anno».
Il tema è tornato di attualità dopo che ieri mattina il consiglio comunale ha approvato una maxi variazione di bilancio per una serie di opere in programma. Nell’elenco ecco spuntare, per l’esercizio 2024, l’accensione di un mutuo da 500mila euro “per dare copertura finanziaria ai lavori relativi alla ristrutturazione del torrino belvedere all’interno del parco della Ceschina”. Quel torrino che era un gioiello dell’Ottocento e che nel frattempo è in gran parte crollato.
Chiariamolo subito: torrino e riapertura del parco ormai viaggiano su due binari diversi. E nonostante questo via libera al mutuo da mezzo milione, è più probabile che si arrivi prima alla riapertura del parco e solo successivamente all’avvio dei lavori alla struttura, che è sempre più a pezzi. Per quelli non c’è ancora una data, neanche indicativa.
«L’indicazione avuta dalla Soprintendenza per fare un restauro filologico (mattone per mattone, ndr) e lo stato dell’arte del torrino – ricorda il dirigente del Comune, Roberto Pandolfi – non permettevano di proseguire con il progetto affidato a suo tempo». Le condizioni contrattuali sono cambiate completamente e il vecchio contratto con le ditte è stato rescisso consensualmente. Quindi «abbiamo dovuto reinserire l’intervento nella programmazione (da qui il passaggio di ieri in consiglio, ndr) per poter rifare la progettazione e partire con i lavori».
«Abbiamo rimesso in pista il restauro del torrino con questo mutuo, è un segnale che si vuole fare», risponde l’assessora Silvia Viviani: «È vero che oggettivamente ci vorrà tempo, incontreremo di nuovo la Soprintendenza prima di affidare la nuova progettazione, sarà un lavoro che faremo di concerto, un po’ come alle Terme». Ma è evidente che siamo ancora lontani, lontanissimi dal rivedere il belvedere in piedi, senza impalcature.
E il parco? L’amministrazione, come è noto, ha deciso di rivedere il progetto del “parco del mare” approvato nel 2018 dai 5 Stelle. «Con una decisione della giunta del dicembre scorso – riferisce Viviani – sono stati definiti i contenuti della revisione del progetto in chiave di sostenibilità e di conservazione del capitale naturale verso la definizione di un parco della biodiversità». Tradotto: niente più chiosco per la ristorazione o area per i giochi, come previsto in precedenza. Il Comune ha incaricato un agronomo, Renato Ferretti, vice presidente nazionale del Conaf, che «ha dimostrato che è possibile intervenire con una revisione progettuale fortemente orientata agli elementi naturali già presenti, per riqualificare il patrimonio arboreo e arbustivo arricchendolo di specie caratteristiche e presenti in numero minore. Non saranno realizzate le aree di trasformazione per servizi né saranno inseriti giochi con le conseguenti artificializzazioni dei terreni. In funzione delle attività di educazione ambientale si sfrutterà la naturalità dell’area e i movimenti del terreno già presenti favorendo il contatto con gli elementi naturali, come erbe, arbusti e alberi, senza inserire elementi artificiali». La giunta ha apprezzato l’attività e ha dato mandato al settore lavori pubblici di procedere alla revisione dei lavori affidati in precedenza: in pratica resteranno le ditte che avevano vinto il bando pensato in era 5 Stelle, ma con la “variata distribuzione” sarà possibile modificare il progetto. A disposizione resta un milione e 800 mila euro. «Io spero di poter riaprire il parco entro l’anno». Si vedrà se sarà la volta buona. l
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