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Livorno, l’imprenditore: «Io, vittima della banda dell’asfalto. 11mila euro per un lavoro scadente»

di Claudia Guarino
L’asfalto (già rovinato) colato nel cortile della ditta di Stagno
L’asfalto (già rovinato) colato nel cortile della ditta di Stagno

L’imprenditore di Stagno non ha pagato e ha denunciato tutto alla polizia: la ricostruzione di quanto accaduto

02 febbraio 2024
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LIVORNO. È sconsolato, Giacomo Salvadori, mentre guarda a terra pensando a com’è ridotto il suo piazzale. «Asfaltato interamente, contro la mia volontà e per giunta male. Guardi, questo asfalto si sgretola– racconta –. Il tutto a opera di una decina di persone che hanno fatto il lavoro senza che io potessi fermarli. Poi mi hanno chiesto 11mila euro». E Salvadori che ha fatto? «Non ho pagato e ho sporto denuncia in questura. E adesso dovrò risistemare tutto il piazzale, che versa in pessime condizioni». Ma andiamo con ordine.

L’accento inglese

Siamo in via La Malfa, a Stagno. È il 24 gennaio scorso e qui, dove lavora la ditta Idr.oil, si presenta un uomo. «Aveva l’accento inglese – racconta Giacomo Salvadori, figlio del titolare Claudio – e ci ha detto che si stava occupando di effettuare dei lavori con l’asfalto nelle vicinanze». «Mi avanza del materiale – ha detto in quell’occasione l’uomo dall’accento inglese –. Se ha necessità coprire qualche buca le faccio un buon prezzo». Perché no, in fondo? Qualche buca nel piazzale in effetti c’è. Ha pensato questo Salvadori quando si è messo d’accordo con lo sconosciuto per incontrarsi di lì a poco e asfaltare. «Ma non è venuto. In compenso un paio di giorni dopo arriva un altro uomo, anche lui con l’accento inglese. Lo porto fuori e gli dico, indicandogli il punto, che avrebbe dovuto asfaltare solo una striscia di piazzale».

I lavori non richiesti

Ma a quel punto succede l’impensabile. «Apro il cancello ed entra un camion con l’asfalto con al seguito una decina di operai rumeni. Succede tutto velocemente e non riesco a far nulla. Anche perché nel frattempo uno mi prende da parte per pattuire il prezzo». Fatto sta che alla fine il gruppo di operai al lavoro asfalta l’intero piazzale. «Non solo hanno fatto un lavoro non richiesto, ma anche un disastro», spiega Salvadori mentre con un piede mostra l’eccessiva friabilità di quell’asfalto. «Mi hanno chiesto 11mila euro – prosegue –. A quel punto ho iniziato a contrattare e sono riuscito a far arrivare il prezzo a 5mila euro. Avrei dovuto fare un bonifico, ma dato che la cosa non mi quadrava ho detto loro che serviva la fattura elettronica». Poi Salvadori va in questura. «Ho fatto denuncia – racconta –, ho inviato loro una lettera dell’avvocato dicendo che non avrei pagato perchè il lavoro non era conforme a quello pattuito e ho fatto anche fare una perizia tecnica sull’asfalto».

«Tentativo di truffa»

Salvadori ha agito in questo modo perché è convinto di aver vissuto la cosiddetta truffa dell’asfalto. «Ho letto di casi simili avvenuti nel nord Italia. E il modus operandi coincide, così come la tipologia di persone: due uomini con l’accento inglese accompagnati da un gruppo di operai di origini straniere. Queste persone hanno tentato di truffarmi, ne sono certo». La denuncia c’è, le telecamere hanno ripreso tutto, dunque nel momento in cui sarà formulata un’ipotesi di reato potranno partire le indagini volte ad accertare eventuali responsabilità. Salvadori, da parte sua, dice che «ogni giorno ricevo minacce di morte da questi signori. E non è piacevole. Ma ho voluto raccontare questa storia per mettere in guardia gli altri imprenditori dicendo loro di fare attenzione».


 

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