Livorno, Carlo Minuti e la canzone per babbo Ale bassista e tra i fondatori degli Ottavo Padiglione
Il gesto d'amore del figlio per il padre scomparso nel '96: il brano si intitola Fantasmi
LIVORNO C’erano una volta gli Ottavo Padiglione. C’era una volta Alessandro “Mello” Minuti, bassista livornese tra i fondatori del gruppo. Un ragazzo cresciuto a Shangai che se né andato nel 1996 a soli 34 anni. Tre anni prima della sua scomparsa è nato suo figlio Carlo Minuti, oggi cantautore e musicista che, da poco varcata la soglia dei 30 anni, ha deciso di compiere un gesto d’amore: scrivere una canzone per ricordare il suo babbo che non c’è più.
Si chiama Fantasmi ed esce oggi, sabato 20 gennaio, su tutte le piattaforme online. La prossima settimana uscirà un video tratto dalla canzone (per la regia di Melissa Marchi), in cui ci sono dentro anche pezzi di vecchi filmati in cui si vede Alessandro Minuti con il figlio in dolci momenti di vita quotidiana, oppure scene di lui in tv o mentre suona con gli Ottavo Padiglione.
Si vede anche Bobo Rondelli, suo compagno di note e grande amico, tanto che pure Bobo gli ha dedicato una canzone, Hawaii da Shangai, uscita nel disco Figlio del nulla del 2001. Carlo Minuti in arte è Primatae, progetto musicale che lo ha già visto pubblicare un Ep e un singolo in precedenza, e che nella sua formazione comprende anche Gabriele De Pasquale alla chitarra, Francesco Saporito alle tastiere, Diego Caroppo alla batteria e Dario Cei al flauto. In Fantasmi, però, ci sono Simone Padovani alle percussioni e al basso Daniele Catalucci, che si è occupato pure della produzione del singolo. «Curare una canzone scritta per un padre da un figlio che ha vissuto questo particolare distacco non capita tutti i giorni – dice proprio Catalucci, bassista storico dei Virginiana Miller e produttore artistico -. Lavorarci è stata davvero una bella emozione. Alessandro Minuti è stato un bassista e un musicista eccezionale. Spesso a scuola ai miei allievi bassisti parlo di lui». Per Carlo Minuti, questa canzone è «un gesto d’amore»: per suo padre che non c’è più, ma per Livorno, che lo ricorda come una figura importante nella sua scena artistica. «Non avevo mai pensato prima - racconta – di fare una canzone del genere, perché mi sento sempre esposto al rischio di paraculaggine e perché disdegno la mercificazione dei sentimenti. Ma ci sono dei momenti in cui una persona che non c’è più ti manca, quindi ho capito che alla fine è importante quello che sento e penso. La canzone è una sorta di racconto, una foto delle emozioni che provo. Quando muore qualcuno si tendere a considerarlo più saggio di noi, e quindi in grado di darci una risposta in più per affrontare la vita quotidiana. Sono speranze, forse utopie, ma addolciscono un po’ tutti coloro che hanno perso qualcuno di importante». Quanto al video che accompagna il brano, Carlo Minuti dice: «Volevo omaggiare mio padre, considerando anche che non sarei stato un musicista se non avessi trovato i suoi strumenti a casa. Ho trovato delle vecchie videocassette di me con lui che non avevo mai visto e ho inserito alcuni frammenti nel video della canzone, facendo un parallelo tra presente e passato. Sono pochi i ricordi che ho di mio padre, avevo solo 3 anni quando è morto, quindi sono più i racconti degli altri a farmelo rivivere. Ma scrivere questa canzone e realizzare questo video per lui mi ha suscitato tanto amore». l © RIPRODUZIONE RISERVATA