Livorno e greci, un legame che si rinnova (e rafforza) col rito della Benedizione
Tanti livornesi in via Mastacchi e in San Jacopo
LIVORNO. «La tradizione della benedizione dei greci per i livornesi è importante da secoli. Questa benedizione respinge come uno scudo gli influssi maligni, fisici e spirituali, per quaranta giorni». È entusiasta Umberto Cini, presidente dell’associazione Borgo dei Greci Livorno. L’iniziativa, organizzata dall’Arcidiocesi Greca Ortodossa d’Italia, ha visto la presenza del metropolita Polykarpos, che ha benedetto i presenti, prima nella chiesa della Dormizione della Vergine all’interno del cimitero greco di via Mastacchi, poi nel piazzale della Chiesa di San Jacopo in Acquaviva. La cerimonia ha quindi preso vita in due differenti momenti: la prima benedizione è stata impartita in chiesa, dove il metropolita ha consegnato ai fedeli delle boccettine con l’acqua benedetta. Qui si è svolta la liturgia dell’Epifania, presenti rappresentanti dell’Accademia navale e della Capitaneria di porto, la Console onoraria di Grecia, Elena Konstantos e Vassileios Koukousàs, presidente dell’Istituto Ellenico di Venezia a cui appartiene il complesso di via Mastacchi. «Quest’anno c’è stato il boom di persone: la chiesa non è riuscita a contenere la gente. Ci saranno state tra le centocinquanta e le duecento persone dentro la chiesa -racconta Cini- e altrettante ce ne saranno state fuori». Il secondo momento della cerimonia ha avuto luogo nel piazzale della chiesa di San Jacopo in Acquaviva, dove c’erano un migliaio di persone, tra cui gli assessori alla cultura Simone Lenzi e al turismo Rocco Garufo. Qui il metropolita ha benedetto l’acqua, scendendo direttamente sul moletto. «Anche le lacrime -specifica Cini-. I livornesi sono parecchio attaccati alla funzione. Si è cominciato l’anno scorso a rifarla, ma i vecchi livornesi se la ricordano da prima, per la sua proverbiale efficacia e potenza». Quindi davanti al moletto d’Acquaviva il metropolita «ha fatto fare una bella doccia a tutti quanti -ride il presidente-. E poi dei livornesi hanno fatto anche il bagno. Il metropolita ha lanciato una croce in mare, e in tre si sono gettati per trovarla. L’ha ritrovata l’unica donna che ha partecipato, e per premio ha ricevuto delle piccole icone collegate all’acqua». Il legame tra la Livorno, e in particolar modo la Chiesa di San Jacopo in Acquaviva, e la comunità greca è forte. È qui infatti che, ancora prima che Livorno fosse proclamata città, nel 1500 si riunivano i greci per pregare. «Il richiamo di Livorno per i greci è sempre stato molto forte -spiega Cini-, a partire proprio dal cimitero greco. In questo cimitero ci sono diverse persone che hanno fatto la storia. Una su tutte: Angelica Palli, protagonista del Risorgimento italiano come di quello greco. E poi il primo governatore di Livorno era greco, un ex corsaro al servizio dei Medici. Noi speriamo che a Livorno si possa conoscere sempre di più la storia della comunità greca di qua, sia attraverso i tanti monumenti che abbiamo in città, sia attraverso le cerimonie come quelle di domenica». l