Buongiorno Livorno punta tutto su Barale: «Guarducci e Salvetti sono simili»
La lista ufficializza il nome, ma deciderà l’assemblea con gli alleati
Livorno Buongiorno Livorno punta su Valentina Barale come candidata alle elezioni che a giugno decideranno il sindaco. Ora è ufficiale, lo ha formalizzato l’assemblea degli iscritti che si è riunita l’altra sera a Ardenza. Se però ci si azzarda a dire che a questo punto anche per il terzo polo della città (sinistra più 5 Stelle) la decisione è presa, ecco che piovono bacchettate politiche: al grido di «qui non è tutto già deciso», ci sarà da attendere una successiva assemblea tra alleati.
Sta su questa linea Barale, che da cinque anni guida Bl in Comune: 50 anni, laureata in giurisprudenza, sposata e mamma di due figli, è dipendente di Italgas, gruppo per il quale cura anche le relazioni sindacali a livello nazionale. Tra le alleate Stella Sorgente, leader dei 5 Stelle, premette che «il M5S per ora ha discusso solo le modalità di scelta del candidato», ma aggiunge anche che «c’è stima» e «c’è intanto da ringraziare Valentina per avere dato la sua disponibilità, vista la situazione in cui versa la città». Tutto mentre Aurora Trotta, di Potere al Popolo, fa sapere che «noi abbiamo delle proposte, dei nomi, che sottoporremo all’assemblea e in quel contesto ci confronteremo». Il primo passo, comunque, è fatto.
Allora Barale, Bl ha fatto il suo nome.
«Sì. Lo ha proposto il direttivo».
Quale è stata la motivazione?
«Rappresento Bl in consiglio come capogruppo e sono sempre stata presente dal primo momento, dall’assemblea al Kino Dessé di dieci anni fa, con coerenza e con impegno. Poi è stato sottolineato che posso fare da collante con le altre forze: con i 5S per il lavoro fatto insieme in consiglio; di Pap sono stata anche candidata a livello nazionale nel 2018; di Rifondazione sono stata un’elettrice per anni, Marco Chiuppesi è uno dei cervelli di questa città; e anche con Possibile c’è stata un’ottima intesa».
Quindi quando il Tirreno anticipò il suo nome a dicembre non si mosse come in “un’operetta buffa”, parole sue su Facebook.
«Ma questo non è il nome di coalizione eh. Bl non è la coalizione, è un soggetto al pari di tutti gli altri».
Ora non mi vorrà dire che si dovranno aspettare i passaggi di tutti gli alleati?
«Non è che glielo voglio dire, glielo dico. Dà per scontato che il nome di coalizione sarà il mio, ma non lo è. Bl proporrà di andare a votare il candidato della coalizione con la formula: ogni partito un voto, uno vale uno».
“Uno vale uno” anche voi. Avrete comunque già parlato della candidatura, no?
«Sì, ma anche le altre assemblee dovranno esprimersi. In questa coalizione nessuno vuole imporsi. Per essere chiari: se il nome alla fine non sarà il mio, Bl non uscirà dall’alleanza».
I tempi stringono, quando chiuderete il cerchio?
«L’assemblea dei delegati delle varie forze sarà nella prima settimana di febbraio».
Parliamo della coalizione: oggi è formata da Bl, Pap, M5S, Rifondazione e Possibile. È la prima volta che la sinistra corre con il Movimento in città: perché questa scelta?
«Deriva dal lavoro fatto insieme in consiglio comunale e dalle politiche portate avanti da Salvetti e Pd. Su tanti temi ci siamo trovati allineati».
Per esempio?
«Urbanistica e ambiente. Le critiche al Piano operativo, lo stop alla cementificazione. Il salario minimo. Ci sono state tante azioni che ci hanno visto uniti. Poi c’è da dire che in passato i 5 Stelle non facevano alleanze, magari saremmo già andati insieme dieci anni fa».
Beh insomma, lo stesso sindaco ha ricordato di quando Pietro Panciatici, oggi consigliere Bl, era a protestare in prima fila «col colbacco» contro i 5 Stelle.
«Erano i capelli, non era il colbacco. Comunque sì, certo, da lavoratore Aamps era in disaccordo su come i 5 Stelle stavano gestendo il personale e il servizio. Non ero d’accordo nemmeno io e infatti in quegli anni li ho aspramente criticati. Se ne è parlato e secondo me la cosa interessante e anche intelligente è che una forza che ha governato la città possa anche dire: su questa tematica sono stati fatti errori che non saranno ripetuti».
Al vostro interno c’è stato chi non ha gradito: l’ex candidato sindaco Marco Bruciati, intervistato dal Tirreno a settembre, aveva detto di trovarsi a disagio nell’alleanza con i 5Stelle. Un caso isolato?
«Sì».
Era in assemblea, cosa vi siete detti?
«Da tesserato è venuto, ha assistito alla discussione, ha votato i punti all’ordine del giorno».
Anche la sua candidatura?
«Sì, ha votato favorevolmente, ha espresso stima nei miei confronti, abbiamo lavorato spalla a spalla per tanti anni, c’è un rapporto di fiducia e affetto. Poi ha tenuto a distinguere tra gli obiettivi politici di Bl, che continua a condividere, e il percorso elettorale, che invece lo vede a disagio con i 5 Stelle. Ha una posizione articolata su questo di cui è giusto parli lui».
Prospettiva Livorno a oggi non è nell’alleanza. Quella porta è chiusa?
«No, assolutamente no, è aperta. Anche loro ci hanno chiesto degli incontri che faremo nei prossimi giorni. La porta è spalancata».
Sarà anche “spalancata”, ma se Prospettiva ha un nome, Carlo Mazzerbo, e voi un altro, come ne uscite?
«Noi non accettiamo imposizioni da parte da loro, ma neanche imponiamo noi. Ripeto che il mio nome non è espressione della coalizione, il candidato non è deciso».
Sta invitando Prospettiva a venire a quell’assemblea, portare il suo nome e poi accettare il risultato qualunque sarà?
«Noi inviteremo tutte le forze politiche e civiche che non si sono ancora schierate col Pd o col centrodestra a partecipare portando il loro nome».
A chi pensa oltre a Prospettiva?
«Ai Verdi e a un soggetto che sta nascendo, Orizzonti Comuni, un gruppo di professionisti, non so se vorrà avere un’espressione elettorale».
E l’asse dei comitati?
«Sarebbe bello facessero una lista, ma non credo. Poi è ovvio che abbiamo tanti punti di incontro sui temi».
Non solo sui temi, avete iscritti che sono volti dei comitati, come Luca Ribechini.
«Sì, è iscritto da quando è arrivato a Livorno. Non lo ha mai pubblicizzato per non mettere il cappello di Bl sull’azione dei comitati, tiene i ruoli molto distinti».
Facciamo finta che si voti domani: sarebbe l’unica donna in corsa, ci ha pensato?
«Certo, nei vari motivi elencati l’altra sera in assemblea c’è anche questo. Io non sono solo una donna, sono una femminista, da sempre. Potrebbe essere interessante nel dialogo elettorale, anche rispetto agli altri due profili, che secondo me sono intercambiabili».
Intercambiabili?
«Sì, Luca Salvetti e Alessandro Guarducci li vedo vicini come profilo, il mio è molto diverso».
Non vi spaventa la candidatura moderato-cattolica di Guarducci a destra?
«Non particolarmente, no. Poi sicuramente ha la sua professionalità, è una persona conosciuta, ma è anche vero che non ha mai fatto politica ed essere sindaco non è uno scherzo. Anche Salvetti ha fatto questa scommessa: è convinto di avere fatto bene, secondo noi proprio no».
Quali sono i temi da cui partirete?
«Lo sviluppo economico, il tipo di economia che si vuole far insediare nel territorio, crediamo che in questi anni sia stato fatto poco. Si parta con una grossa scommessa su innovazione e formazione dei giovani».
Il progetto attuale dell’ospedale?
«Da bloccare».
Il Piano operativo? Proverete a fermarlo?
«Certo, con modifiche rilevanti, partendo dall’area industriale prevista al Puntone del Vallino».
Il Cubone?
«Il Cubone sì, ma non lì, va spostato in un’altra area».
Ma almeno la nuova via Grande le piace?
«No, orrenda».
Siete partiti con lo slogan #doposalvetti: non pensate di avvantaggiare la destra così, soprattutto in chiave ballottaggio?
«No, le scelte politiche si devono fare sul progetto di città più che andando contro la destra. Noi crediamo che sia il progetto del centrodestra che quello del Pd siano nefasti».
Ma se non ci sarete voi al ballottaggio che indicazione di voto darete?
«È prematuro, deve essere una decisione di coalizione. Quello che posso dire personalmente è che non ci sarà quell’accondiscendenza che c’è stata alle ultime elezioni».
Verso il centrosinistra di Salvetti?
«Sì, l’altra volta dicemmo: comunque vada vi daremo l’appoggio, questa volta “comunque vada” non lo diciamo. In questi anni nei confronti di Buongiorno non c’è stata alcuna apertura, non hanno mai tentato un vero avvicinamento sui temi. Credo sia stata una scelta poco intelligente, per la città ma anche per loro, ora il rischio che perdano c’è».
Marco Guercio di Sinistra Italiana, che lei conosce bene visto che è stato uno dei fondatori di Bl, ha fatto appello all’unione anti-destre. Missione impossibile?
«Il ragionamento che fa Guercio lo posso anche condividere, ma più che le etichette ci interessa la politica che si è fatta sul territorio: se lui pensa che quella fatta da Salvetti possa essere considerata di sinistra...».
Senta a quanto puntate realisticamente?
«Al ballottaggio».
Con chi dall’altra parte?
«Questo non glielo so dire». l
© RIPRODUZIONE RISERVATA