Livorno, il nuoto piange l’asso dei tecnici. «Addio Corrado, eri un gigante»
A bordo vasca Rosso ha allenato i big. Lascia la compagna e tre figli
LIVORNO. «È stato un insegnante e un maestro. Un gigante del nostro sport. Ogni giorno, d’ora in avanti, entrerò in piscina pensando a lui». Parla col cuore in mano Stefano Franceschi, tecnico federale e capo allenatore della Livorno Aquatics. Perché per lui è stato un amico, oltre che un punto di riferimento in vasca. Del resto Corrado Rosso ha formato campioni del calibro di Ilaria Tocchini. Ed era «forte, vero, leale e sportivo». È morto a 73 anni, dopo una malattia. E il nuoto tutto adesso si stringe attorno al suo storico allenatore.
Colonna portante
Rosso ha insegnato a nuotare a generazioni di giovani. L’ha fatto da tecnico delle società SA-FA Torino, Acquatica di Torino e Livorno Nuoto. Poi, nel 2013, è diventato allenatore in un centro federale turco. Instancabile a bordo vasca, Rosso guidava i suoi con la passione di chi getta il cuore oltre l’ostacolo. E con la preparazione di chi, giorno dopo giorno, ha imparato che «la fatica non è una malattia». Piemontese di nascita e di origini, Rosso era veterinario, ma il suo più grande amore era il nuoto.
Da Torino a Livorno
Ha allenato a Torino e, poi, a Livorno dal 2006 al 2012 prima di dedicarsi alla vasca oltreconfine dopo la morte della moglie Eliana. Negli ultimi anni era tornato a Livorno e guidava gli atleti in corsia fianco a fianco proprio con Franceschi.
Tecnico delle stelle
«Nelle ultime due stagioni, quando è rientrato dalla Turchia, è riuscito a dare tanto a tutto il nostro ambiente, in modo discreto e rispettoso riguardo soprattutto il mio modo di allenare – dice il capo allenatore della Livorno Aquatics –. Qualche mese fa mi disse: Stefano, il tuo metodo e pensiero sono un po’ diversi dai miei, ma continua su questa strada perché ti ha dato tanti successi». Da un po’ di tempo non stava bene, ma è sempre rimasto lì, nel suo ambiente: la piscina. Lì dove, negli anni, ha allenato Federico Turrini, Chiara Boggiatto, Martina De Memme, Stefano Rubaudo, Luis Alberto Laera e Gabriele Detti. «Corrado aveva un carattere duro. Forte. Vero. Leale e sportivo. Non era invidioso di niente e di nessuno. Il fatto di venire sul bordo vasca nelle ultime due stagioni gli aveva donato un’energia pazzesca e si era calato nel ruolo di collaboratore con umiltà e rispetto. Quasi ero in difficoltà, alle volte, a dirgli chi seguire e cosa fare. Corrado era un grande appassionato e conoscitore del nuoto. Un gigante del nostro sport».
L’addio
È morto ieri all’ospedale di Livorno. Lascia la compagna Cinzia e i tre figli Davide, Matteo e Niccolò. A cui vanno le condoglianze di tutta la Federazione italiana nuoto e anche di tutta la Livorno Aquatics: atleti, tecnici e dirigenti. Oggi la salma sarà esporta alla camera ardente dell’ospedale di Livorno, in viale Alfieri, in attesa che sia organizzato il funerale. «Porterò per sempre con me tutti i suoi insegnamenti lasciati negli anni e mi auguro di saperli di trasferire alle nuove generazioni – è il ricordo di Franceschi –. Ogni giorno, d’ora in avanti, entrerò in piscina pensando a lui, portando avanti la sua filosofia che la fatica non è una malattia. Ciao Corra».